The eye can see things the arm cannot reach

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO SAN GIUSEPPE
Via Mulini (Ex Museo Pino Pascali), Polignano a Mare, Italia
Date
Dal al
Vernissage
12/09/2020
Contatti
Sito web: http://www.likealittledisaster.com
Generi
arte contemporanea
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Like A Little Disaster è onorata di presentare +++ The eye can see things the arm cannot reach +++ progetto collettivo co-curato da Julie Grosche e L.A.L.D.

Comunicato stampa

Like A Little Disaster è onorata di presentare +++ The eye can see things the arm cannot reach +++ progetto collettivo co-curato da Julie Grosche e L.A.L.D.

Artisti:

Farah Al Qasimi -- The Army of Love -- Meriem Bennani -- Hannah Black -- Kate Cooper -- Emma Balimaka & Adrien Cruellas & Florian Sumi -- Cécile B. Evans -- Adham Faramawy -- FCNN -- Dorota Gawęda and Eglė Kulbokaitė -- Alex Goss -- Julie Grosche -- Ilana Harris-Babou -- The Institute of Queer Ecology -- Derek G Larson -- Hanne Lippard -- Jen Liu -- Katy McCarthy -- Orla McHardy -- Shala Miller -- Virginia Lee Montgomery -- Shana Moulton -- Sondra Perry -- Agnieszka Polska -- Tabita Rezaire -- SAGG Napoli -- Stephen Vitiello.

Testi:

Julie Grosche, Like A Little Disaster, Marc Yearsley

12 Settembre / 12 Dicembre - 2020

ONSITE
Chiesa di San Giuseppe - Polignano a Mare
Nessunorario di apertura

ONLINE
www.sajetta.com
24/24- 7/7

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I peccatori saranno perdonati. I corrotti no […]. Apritevi all'amore. I

Originariamente questo progetto era stato pensato per la Chiesa di San Giuseppe di Polignano a Mare, ma con la pandemia e le relative le norme relative al distanziamento sociale, le cose sono cambiate. Il progetto ha subìto un processo di sdoppiamento (IRL/online) che lo ha portato a trasformarsi in un'erma bifronte, che ama un volto che non può toccare.

“The eye can see things the arm cannot reach” è realmente allestita nella chiesa ma l’accesso al pubblico non sarà mai consentito. Sarà possibile visitarla la solo attraverso la piattaforma online sajetta.com - ed è così che la mostra esiste simultaneamente online e nella chiesa dove nessuno può sperimentarla, se non attraverso un atto di fede.

Dubitare è lecito. Il dubbio è nel gioco della fede. È nel gioco dell’amore.

Ma nessuno è qui per verificare.

Le opere in mostra ruotano attorno all'amore (non come soggetto ma come esperienza), alle emozioni, all’intimità, al concepimento, all’empatia, al romanticismo così come allo sguardo e al corpo femminile. La chiesa diventa la cornice blasfema per la proiezione di opere che mettono in scena rappresentazioni di amore e sensualità.

L’oggetto della fede e del credo diventano qui semplicemente l'amore.

“The eye can see things the arm cannot reach” è un progetto ultra-privato, forse puramente speculativo, che ci conduce nella dimensione intima della fede. Fede in qualcosa che sta sicuramente accadendo, ma che nessuno può sperimentare, assistere o provare, perché la dimostrazione è la sua stessa negazione. Fede che i corpi e l'amore non siano solo un'illusione; anche durante una pandemia.

Amore è figlio di Penia; la povertà, il bisogno, la mancanza, l’assenza.

Tutte le opere coinvolte invocano ed esibiscono l’amore verso l’Altro (amanti/amici/figli/comunità/compagni/sorelle) ma visualizzate in un modo e in un tempo in cui ogni interazione fisica è negata. Il progetto è ambientato all’interno della navata di una chiesa che in genere accoglie persone che credono che il corpo di Cristo sia realmente esistito, ma che ora accoglie noi, nel vortice di momento storico che ci permette unicamente di credere che l’altro, la sua corporeità, la sua presenza fisica, esistano ancora.

Le interazioni sono ora fantasticate e il desiderio è al suo apogeo.

Il corpo trasognato, atteso, sfuggito, si fa l'immagine di una riproduzione rispondente alla dettatura del desiderio. Il corpo perduto è realmente assente, la solitudine diventa lo spazio della sua presenza astratta. L’astrazione stessa allora non è altro che assenza e dolore, dolore dell’assenza – forse dunque amore.

Ogni attesa d’amore può essere definita come un’innata vocazione mistica all’immaginazione, alla fantasticheria. L’innamorato che attende non conosce strumenti più efficaci dell’immaginazione per sanare, seppur in modo ingannevole ed effimero, l’assenza della persona amata. Durante l’attesa, l’innamorato “manipola” l’oggetto del suo amore, dandogli un corpo, un volto, un carattere, delle intenzioni, delle parole, che non corrispondono mai alla realtà. Lo stesso oggetto dell’attesa, centro di massa della dinamica amorosa, può rivelarsi, in realtà, nient’altro che un oggetto immaginato: chi è mai questo corpo per me se non il prodotto della mia immaginazione? Non è un corpo irreale, evanescente, quello che sto effettivamente aspettando? Il corpo atteso sembra non essere dotato di una propria oggettività. La sua immagine è legata, per sua stessa natura, alla soggettività di chi la pensa?

Corpus Domini II

Un importante aspetto che emerge dai processi messi in moto dall’alternarsi delle opere è rintracciabile nell’idea/immagine/rappresentazione del corpo e la sua proprietà.

La quarantena ha rappresentato un momento intensamente autoriflessivo, un non tempo in cui il corpo non ha dovuto esibirsi, di conseguenza rappresenta anche la dimensione del distanziamento, del distacco, non solo dagli altri ma soprattutto dai costrutti sociali.

L’amore è lo spazio esclusivo dell’intimità, scisso dalla società e dai ruoli che ci impone; esso diventa un assoluto (solutus ab ➝ absolútus), sciolto da tutto, in cui ciascuno può liberare il sé che non può esprimere nei ruoli che occupa nell’ambito sociale.

Ore Canoniche III- dell’amore.

I video appariranno come visioni in momenti casuali e imprevedibili della giornata (H24 - 7/7). Una modalità, questa, che rende impossibile la piena visione dei contenuti, allo stesso modo in cui non potranno essere visti nella chiesa. In questo modo il progetto, da intendersi come un’opera collettiva, reclama la sua natura indefinibile e inafferrabile nella sua totalità, come l’amore.

Fede, amore, religione, tutti oggetti che non possiamo comprendere pienamente, saranno trattati per ciò che sono; fading, impalpabilità, evanescenze, all'interno del display online.

Tra una proiezione e l’altra una colonna sonora, composta per l’occasione da Stephen Vitiello (con testi – da Diderot - recitati da Tracy Leipold e Julie Grosche), accompagnerà e guiderà il visitatore in quella dimensione in cui l'attesa è il tempo stesso della mancanza. La colonna sonora è un elemento fondamentale dell’intero progetto: così come la chiesa, essa rappresenta ciò che contiene e collega i vari video. La colonna sonora diventa lo spazio, lo spazio della presenza assente.

Ma l'altro è assente; lo convoco dentro di me affinché mi trattenga sul margine di questa compiacenza mondana, che mi spia. Faccio appello alla sua “verità” (la verità di cui egli mi dà la sensazione) per contrapporla all'isteria di seduzione in cui mi sento scivolare. Io rendo l'assenza dell'altro responsabile della mia mondanità: “invoco” la sua protezione, il suo ritorno: voglio che l'altro compaia, che, come una madre che viene a prendere il suo bambino, mi allontani dalla briosità mondana, dall'infatuazione sociale, che mi dia nuovamente “l'intimità religiosa, la gravità” del mondo amoroso. IV

I PapaFrancesco, dalla messa per i parlamentari del 28 marzo 2014
II La Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (SollemnitasSs.mi Corporis et Sanguinis Christi), o, nella forma straordinariadel rito romano, Festum Ss.mi Corporis Christi, comunemente nota conle espressioni latine Corpus Domini ("Corpo del Signore") o Corpus Christi ("Corpo di Cristo"), è una delle principalisolennità dell'anno liturgico della Chiesa cattolica.
III Le ore canoniche sono un'antica suddivisione della giornatasviluppata nella Chiesa cattolica per la preghiera in comune, dettaanche "Ufficio divino".
IV Roland Barthes, Frammenti di un discorso amoroso.