Steve McCurry
La mostra, ospitera’ 20 fotografie tra le quali non mancheranno alcune delle immagini più famose di McCurry, come il celebre ritratto della ragazza dagli occhi verdi, divenuta icona del conflitto afghano sulle pagine di tutti i più importanti magazine del mondo, non ultimo National Geographic.
Comunicato stampa
A partire dal 24 marzo, in contemporanea alla grande mostra allestita al Museo d'Arte Contemporanea di Roma, negli spazi espositivi del MACRO, gli scatti di Steve McCurry ,saranno esposti alla Galleria Spazia di Bologna.
La mostra, ospitera’ 20 fotografie tra le quali non mancheranno alcune delle immagini più famose di McCurry, come il celebre ritratto della ragazza dagli occhi verdi, divenuta icona del conflitto afghano sulle pagine di tutti i più importanti magazine del mondo, non ultimo National Geographic.
Inviato su mille fronti di guerra, da Beirut alla Cambogia, dal Kuwait all’ex Jugoslavia, all’Afghanistan, Steve McCurry si è sempre spinto in prima linea rischiando la vita pur di testimoniare gli effetti e le conseguenze dei conflitti in tutto il mondo.
Membro dell’agenzia Magnum dal 1985 e premiato diverse volte con il World Press Photo Awards, McCurry ha fatto del viaggiare una sua dimensione di vita.
Dopo la pubblicazione del suo primo lavoro importante sull’Afghanistan, collabora con alcune delle riviste più prestigiose: Time, Life, NewsWeek, Geo e il National Geographic.
Ogni suo ritratto racchiude un complesso universo di esperienze, storie, emozioni, dolori, paure, speranze.
"Se sai aspettare le persone si dimenticano della tua macchina fotografica e la loro anima esce allo scoperto."
Steve McCurry è nato il 24 febbraio 1950 a Newtown Township, in Pennsylvania. Ha frequentato la High School Marple Newtown nella Contea di Delaware e si è poi iscritto presso la Penn State University per studiare fotografia e cinema, per ottenere poi una laurea in teatro nel 1974. Si interessò molto alla fotografia quando iniziò a fotografare per il quotidiano della Penn State: The Daily Collegian.[2]Dopo aver lavorato al Today's Post presso il King of Prussia per due anni, partì per l'India come fotografo freelance. È stato proprio in India che McCurry ha imparato a guardare ed aspettare la vitaLa sua carriera è stata lanciata quando, travestito con abiti tradizionali, ha attraversato il confine tra il Pakistan e l'Afghanistan, controllato dai ribelli poco prima dell'invasione russa. Quando tornò indietro, portò con se rotoli di pellicola cuciti tra i vestiti. Quelle immagini, che sono state pubblicate in tutto il mondo, sono state tra le prime a mostrare il conflitto al mondo intero. Il suo servizio ha vinto la Robert Capa Gold Medal for Best Photographic Reporting from Abroad, un premio assegnato a fotografi che si sono distinti per eccezionale coraggio e per le loro imprese.McCurry ha poi continuato a fotografare i conflitti internazionali, tra cui le guerre in Iran-Iraq, in Beirut, in Cambogia, nelle Filippine, in Afghanistan e la Guerra del Golfo. Il lavoro di McCurry è stato descritto nelle riviste di tutto il mondo ed è un contribuisce sovente con il National Geographic Magazine. È membro della Magnum Photos dal 1986.Egli è il destinatario di numerosi premi, tra cui il Magazine Photographer of the Year, assegnato dalla National Press Photographers’ Association. Lo stesso anno ha vinto per il quarto anno consecutivo il primo premio al concorso World Press Photo Contest. Ha vinto inoltre l'Olivier Rebbot Memorial Award per due volte.McCurry si concentra sulle conseguenze umane della guerra, mostrando non solo quello che la guerra imprime al paesaggio ma, piuttosto, sul volto umano. Egli è guidato da una curiosità innata e dal senso di meraviglia circa il mondo e tutti coloro che lo abitano, ed ha una straordinaria capacità di attraversare i confini della lingua e della cultura per catturare storie di esperienza umana. "La maggior parte delle mie foto è radicata nella gente. Cerco il momento in cui si affaccia l'anima più genuina, in cui l'esperienza s'imprime sul volto di una persona. Cerco di trasmettere ciò che può essere una persona colta in un contesto più ampio che potremmo chiamare la condizione umana. Voglio trasmettere il senso viscerale della bellezza e della meraviglia che ho trovato di fronte a me, durante i miei viaggi, quando la sorpresa dell'essere estraneo si mescola alla gioia della familiarità"Anche se McCurry fotografa sia in digitale che in pellicola, ha ammesso la sua preferenza per quest'ultima. Eastman Kodak concesse a McCurry l'onore di utilizzare l'ultimo rullino di pellicola Kodachrome.