Spaccamonti/White/Moro vs Vampyr

Informazioni Evento

Luogo
CINEMA MASSIMO
Via Giuseppe Verdi 18, Torino, Italia
Date
Il
Vernissage
22/12/2018

ore 21

Artisti
Ramon Moro, Paolo Spaccamonti, Jim White
Generi
performance - happening, serata - evento
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A cinquant’anni dalla morte del grande maestro del cinema nordico Carl Theodor Dreyer, Paolo Spaccamonti, Ramon Moro e Jim White trasformano Vampyr, uno dei suoi film più celebri, in un’esperienza visiva e sonora che restituisce al pubblico contemporaneo tutto il mistero e l’inquietudine di un horror onirico che ha influenzato generazioni di cineasti.

Comunicato stampa

A cinquant’anni dalla morte del grande maestro del cinema nordico Carl Theodor Dreyer, Paolo Spaccamonti, Ramon Moro e Jim White trasformano Vampyr, uno dei suoi film più celebri, in un’esperienza visiva e sonora che restituisce al pubblico contemporaneo tutto il mistero e l’inquietudine di un horror onirico che ha influenzato generazioni di cineasti. Pur essendo il primo film sonoro di Dreyer, Vampyr ricorre assai poco ai dialoghi e lascia spazio alle incursioni visionarie dei tre musicisti, che costruiscono con le immagini un contrappunto volto ad esplorarne e approfondirne l’anima più mistica e notturna. L’appuntamento è per sabato 22 dicembre alle ore 21.00 al Cinema Massimo.

Ingresso 8.00/5.00 euro.

Paolo Spaccamonti (chitarra, synth) e Ramon Moro (tromba, flicorno), oltre ad essere compositori di grande valore, hanno dato vita negli anni ad un rapporto con il linguaggio delle immagini che li ha condotti a risultati sempre più sorprendenti e sperimentali, collocandoli nel novero dei nuovi talenti internazionali della musica cinematografica, che sempre più spesso si interseca con il sound design. Spaccamonti, in particolare, giunge con Vampyr alla quarta produzione commissionata dal Museo Nazionale del Cinema. Dal canto suo, Jim White - leggendario batterista dei Dirty Three ma anche raffinatissimo sperimentatore che ha suonato al fianco di PJ Harvey, Bonnie ‘Prince’ Billy e Cat Power - aggiunge al duo italiano una tensione ritmica che talora sostiene il montaggio delle immagini ma che in altri momenti, disegnando strutture percussive di eccezionale libertà, conduce Vampyr in un territorio noise dolente e inesplorato.