Sivilization’s Wake by Unknown Friend

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO LUCCHESI PALLI DI CAMPOFRANCO
piazza Croce dei Vespri 8 , Palermo, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Press Preview 15 giugno 2018 11:30
15 giugno - 14 luglio 2018
Mar-Sab 11-13 e 16-19

Vernissage
15/06/2018

su invito

Artisti
Stephen G. Rhodes, Barry Johnston
Curatori
Marianna Vecellio
Generi
arte contemporanea, doppia personale

INCURVA presenta Sivilization’s Wake, la nuova video installazione di Stephen G. Rhodes e Barry Johnston (Unknown Friend) e la prima mostra degli artisti in Italia, curata da Marianna Vecellio.

Comunicato stampa

Il progetto segna il momento conclusivo del pluriennale lavoro effettuato su Le avventure di Huckleberry Finn, il romanzo di Mark Twain, scrittore americano famoso per i suoi commenti ai concetti di razza e di classe sorti in seno alla delirante Sivilization (la pronuncia di “civilizzazione” di Huck) del diciannovesimo secolo. L'opera girata tra l'Italia e gli Stati Uniti osserva come le questioni di ingiustizia razziale, sfollamento e rabbia di classe, che hanno colorato quelle pagine, continuino a distanza di quasi due secoli, a tormentare la stessa civiltà di oggi.
Le avventure di Unknown Friend sovvertono formalmente il corso lineare del fiume Mississippi, il film, infatti, si snoda in geografie disparate narrando un Huck dislocato tra un'isola della Sicilia (Favignana) - dove gli artisti hanno soggiornato in occasione di una residenza d’artista nel 2016 e brevemente nel 2017- e un’isola del Regno Magico, Disneyland. Il racconto è un viaggio che attraversa anche alcune delle comunità oggi lungo il fiume Mississippi e che un tempo popolavano il romanzo di Twain.
Affrontando il trauma di ogni esodo, il film presenta l'enigma tra libertà o esilio e offre al progetto stesso la possibilità di estendersi selvaggiamente oltre i confini del tempo e del luogo, liberando il testo originale dalla sua storia ripetuta, alla deriva oltre i margini della Sivilizzazione sfollata.

Sivilization’s Wake is less an adaptation than an expulsion of The Adventures of Huckleberry Finn, floating beyond a cesspool of cinematic repetitions. Beginning with the premise that film itself, in the very act of casting light as its subject, necessarily defaces the written word which birthed it (and whose nature is always darkness), Unknown Friend attempt a further disfiguring of the text’s legibility. Misreading darkness as drunkenness, swerving toward a state of total blinded-by-the-lightness, the artists want to drive themselves—with Twain in the backseat—off the well-lit roads of authority, and down into the dark gorges of prophecy. Drowning in the rivers of Disney’s Magic Kingdom, spelunking in the bunkers of Sicily’s past patria, the gang grope wildly for anything that shines, only to find that the sunken treasure they discover is too heavy to be carried, and can only be added to the mythologies that flood, in overlapping projections, the walls of this rented basement. Using the advanced technology of the Star Trek franchise, as well as a cast of flexible characters, Unknown Friend travel through time and space performing society’s primal scenes (as well as a few of their own), often before involuntary audiences. In the process of staging these conundrums of exodus— freedom? banishment?— Sivilization’s Wake attempts an ecstatic desertion of the source text, only to wash up once again on the shore of history’s traumas, and find that the displacement, dysphoria, imprisonment, and injustice that even Mark Twain at times could not fully face, continue to plague civilization today, 200 years down river from the “Sivilization” of Huck and Jim’s time.
“Beware. Trouble is brewing. Keep a sharp lookout.”
Unknown Friend