Silvio Loffredo
Una selezione dell’artista franco-fiorentino con opere originali su battisteri, bestiari e migranti.
Comunicato stampa
Firenze rende omaggio al pittore Silvio Loffredo, parigino di nascita e fiorentino di fatto, europeo per vocazione e amicizie (in particolare col grande maestro) Oskar Kokoshka, collocato, ma la definizione gli va un po' stretta, tra i pittori post espressionisti. La mostra sarà inaugurata, alla presenza dell’autore, giovedì 28 luglio 2011, alle ore 18, in Palazzo Medici Riccardi, e vedrà la partecipazione del Presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci.
“Abbiamo curato una selezione di opere di Loffredo – spiega l'architetto Luigi Ulivieri - che illustrano il suo sentire verso tre temi in particolari: battisteri, bestiari e, con una declinazione più recente e collegata ai fatti del presente, migranti”. Dunque una bella e preziosa occasione per farsi vicini nuovamente a questo protagonista dell'arte del Novecento e di questa prima parte di nuovo millennio, interlocutore e testimone della storia della città e della sua cultura. L'amicizia con Ottone Rosai, con Ardengo Soffici o, ancora, Piero Bigongiari ne rivela alcuni tratti. “Conoscevo bene Bigongiari – racconta - Lo ricordo a un caffé di via della Vigna Nuova in cui ci trovavamo tutte le sere. Ci incontravamo con Ottone Rosai. Era un uomo molto gentile. Rosai, peraltro, aveva una grande capacità attrattiva su tutti noi”.
Loffredo continua a incontrare Bigongiari anche da Paszkowski e alle Giubbe Rosse, quando “si parlava della colomba di Picasso e della poesia, di Rimbaud che lui amava molto. Gli piaceva come pittore Caponi”. Tratto fine di Loffredo è la sua generosità nel misurarsi con i temi più diversi. Alcuni anni fa, per i 50 anni di Quadrifoglio, partecipò a una mostra promossa nell'ambito del Genio Fiorentino sui 'Rifiuti preziosi'sui mille oggetti, ritenuti inutili, che ciascuno di noi getta quotidianamente.