She Came to Stay

Informazioni Evento

Luogo
ANDREA FESTA FINE ART
Lungotevere degli Altoviti, 1, 00186 , Roma, Italia
Date
Dal al
Vernissage
01/06/2021
Curatori
Domenico de Chirico
Generi
arte contemporanea, collettiva
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Un group show tutto al femminile ispirato alla figura di Simone de Beauvoir per la curatela di Domenico de Chirico.

Comunicato stampa

Partendo dal suo saggio più famoso, Le Deuxième Sexe (Il Secondo Sesso), Beauvoir si interroga sul ruolo principale della donna come subordinata al genere maschile in termini riproduttivi, e paragona la fisiologia di uomini e donne, concludendo che i valori non possono essere basati su di essa. Allo stesso modo, la mostra è tesa ad esplorare la natura delle responsabilità individuali nella società di oggi focalizzandosi sulla prospettiva femminile.

Tra le 18 artiste coinvolte, abbiamo il piacere di presentare Nadia Waheed che, avendo ereditato la concezione della donna tipica del suo paese d’origine—l’Arabia Saudita—ne esplora il ruolo in quella società e ne rifiuta l’idea patriarcale dipingendo soggetti femminili nudi e liberi da ogni costrizione. Insieme a Nadia troviamo Zofia Pałucha, che presenta le opere “Mother Nature” e “A New, Peaceful, Atheistic Civilization,” una che esplora il tema dell’inclusione e l’altra richiamante due proteste polacche per i diritti LGBTQ e contro le nuove leggi anti-aborto accadute nel 2020, e l’artista vincitrice del National Portrait Award Ania Hobson, che celebra le donne forti e indipendenti del nuovo millennio nei suoi dipinti a olio. Con le sue opere, invece, Nicolette Mishkan realizza portali dentro un’utopia in cui il mare o le gambe non sono più richieste per avventurarsi al di fuori dell’acqua, dove gli uomini non appaiono, dove la violenza esiste solo nel piacere del bondage. L’artista britannica di origini nigeriane Sola Olulode esplora la fluidità dell’identità dei British Black Womxn e Non-Binary Folx, una comunità che rifiuta la concezione binaria del genere. In “Self Portrait as Fighter,” Bambou Gili si raffigura come un guerriero in risposta a recenti episodi di violenza contro la comunità degli Asian Americans and Pacific Islanders (AAPI).

Dopo il loro debutto da Christie, che ha segnato la prima vendita di un NFT da parte della casa d’asta, siamo infine orgogliosi di presentare per la prima volta in Italia i Rewind Collective, un collettivo anonimo di arti digitali femminista che esplora le diseguaglianze di genere e minoritarie del mondo dell’arte. Per She Came to Stay, il collettivo presenterà due lavori: “We Are One,” le cui edizioni sono state acquisite dal New Orleans Museum of Art e dalla National Gallery of South Africa, e “Something missing? XX III,” che combina immagini rilavorate di venti dei dipinti più costosi mai venduti nella storia, tutti creati da uomini bianchi. Il titolo di quest’ultima opera è sia una domanda che una risposta, affermando che queste creazioni sono prive del cromosoma femminile: la realtà distorta delle immagini include riflessioni digitali di questi capolavori come visti dai nostri occhi. Lo spettatore è invitato ad esaminare e considerare altre realtà, una in cui tutta l’arte viene sostenuta non solo da un unico genere o una sola razza.

La mostra si dipanerà in due parti: una fisica in galleria (visitabile previo appuntamento) e una online in esclusiva su Artsy. She Came to Stay aprirà il 1° giugno e durerà tutta l’estate fino al 27 agosto.

La lista completa delle artiste partecipanti è la seguente:

Emma Cousin

Bambou Gili

Ania Hobson

Elizabeth Jaeger

Paula Kamps

Lucile Littot

Nicolette Mishkan

Sola Olulode

Hélène Padoux

Zofia Pałucha

Sara Rahmanian

Mary Stephenson

Lise Stoufflet

Astrid Terrazas

Xiuching Tsay

Nadia Waheed

Krista L. Smith

Rewind Collective