Second best scenario
second best scenario è un mondo in cui realtà e finzione e futuro, passato e presente si fondono per dare vita ad una storia le cui trame possono essere infinite.
Comunicato stampa
Cosa succederebbe se a centinaia di chilometri dalla superficie del suolo ci fosse una pila atomica, sprofondata per cause sconosciute? second best scenario si basa su un’ipotesi assurda: un potente generatore che muove gli equilibri del mondo è sepolto nel mezzo della galleria e Ivana Bašić, Benni Bosetto, Ambra Castagnetti e Fin Simonetti, immuni alle radiazioni, devono prendersene cura. Il loro è un ruolo preciso: sono le vestali di questa divinità radioattiva che necessita di nutrimento, attenzioni e gesti per restituire energia.
Un paesaggio artificiale, alimentato dai protagonisti della mostra si apre davanti ai nostri occhi: un salone di bellezza futuribile, un gruppo di organismi ibridi che affiora dalle pareti, finestre gotiche con volti appena visibili e creature extra-terrestri con poteri disumani.
Un mondo prossimo al collasso o un rifugio per il futuro è raccontato attraverso le opere di quattro voci distinte in risposta a un’ispirazione inverosimile. La pila atomica, entità metaforica che rappresenta la fantasia e il desiderio di dare forma, necessita nel quotidiano di una costante attenzione e alimentazione e le opere in mostra sono le reazioni a tale bisogno.
Ad accoglierci è l’atmosfera di un salone per la cura dei capelli, luogo in cui il corpo, nella sua staticità oziosa, mentale e fisica, sfugge dall’ordine del reale. Gli “Specchi” di Benni Bosetto (1987, IT) appesi alle pareti sono contenitori di un linguaggio visivo prelogico e onirico in cui convivono corpi umani, animali, vegetali e artificiali che si auto alimentano per dare vita a un sistema linfatico organico.
Ferite corporali a metà tra l’alieno e l’umano sono le opere di Ivana Basic (1986, Belgrade). Fusioni di materiali naturali e artificiali ricordano degli organi primordiali sottoposti a un processo di mutazione. Ciò che può sembrare riconoscibile viene immediatamente inghiottito da una presenza amorfa e totalizzante.
Lo spazio diventa poi luogo domestico e sacro con le opere di Fin Simonetti (1985, Vancouver) che fa dialogare l’austerità di una vetrata quasi clericale con i poster sbiaditi dei barbieri. Strappati dalle vetrine dei negozi, i volti ritratti rimangono cristallizzati in un tempo eterno, sono ora immutabili.
Come attorno al fuoco di una caverna troviamo le opere di Ambra Castagnetti (1993, IT). Corpi frammentati e innesti di materiali diversi propongono uno scenario fluido e intimo in cui il fragile e l’infrangibile si uniscono in una danza vitale e magica.
second best scenario è un mondo in cui realtà e finzione e futuro, passato e presente si fondono per dare vita ad una storia le cui trame possono essere infinite.
Prendendo spunto dal romanzo post-esotico “Terminus radioso” di Antoine Volodine, abbiamo invitato quattro artiste, legate da una sensibilità comune, a raccontare di un mondo che possa diventare rifugio, ma anche stimolo per immaginare ciò che sta al di là dei nostri occhi.
Testo di Giulia Gelmini