Sebastiano Zafonte – 100 pecore e 1 montone
100 pecore e 1 montone, mostra personale di Sebastiano Zafonte curata da Doriana Bruccoleri.
Comunicato stampa
Sabato 12 Marzo 2022, in occasione dell’opening di 100 pecore e 1 montone, mostra personale di Sebastiano Zafonte curata da Doriana Bruccoleri, il cancello verde di )( sarà aperto per la prima volta al pubblico.
)( offre lo spazio a Sebastiano Zafonte, riconosciuto come esponente ideologico del progetto.
Il lavoro site-specific di Zafonte manifesta, nelle sue peculiarità, affinità con la ricerca dei fondatori dell’artist run space: artisti e curatori conducono analoghe riflessioni sulle condizioni della realtà. La contaminazione delle pratiche e la rielaborazione delle usanze, analizzate nella loro autentica tradizione, traducono metaforicamente l’esistenza animale in umana coscienza.
Nel nostro presente - scrive Doriana Bruccoleri- costituito da interminati spazi e sovraumane quantità, l’imperativo dell’essere umano come animale sociale si afferma e si dimostra continuamente, ma è eroso all’interno da una consapevolezza più intima, quella dell’uomo incapace di stare seduto in silenzio, da solo, in una stanza. 100 pecore e 1 montone di Sebastiano Zafonte effettivamente costruisce una stanza, un luogo senza direzione o dove tutte le direzioni sono possibili. La determinatezza delle cifre però ci blocca dal pensare all’infinito, ma i numeri, come le opere d’arte, non sono che simboli, con cui l’uomo occidentale ha smesso di giocare. […] Possiamo mettere in proporzione i due termini ed ecco che 100:1 diventa formula dell’estinzione del singolo, esito di due operazioni differenti: il farsi collettività e il divenire massa.
La mostra sarà fruibile su appuntamento dal 12 marzo 2022 fino al 12 Aprile 2022.
Sebastiano Zafonte (Petralia Sottana, 1994) formatosi in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo, si muove nell’ambiente artistico del contemporaneo esponendo in varie occasioni: le collettive “Blocco 19” (Chiesa di S.S Crispino e Crispiniano, Palermo, 2019), “Polizzi Generosa Arte contemporanea. Giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti in mostra” (Palazzo della Cultura, Polizzi Generosa, 2021) e la personale “Cielo Raso #2” (Villa Filippina, Palermo, 2022).
La scultura di Sebastiano Zafonte si pone come traduzione soggettiva dell’ironia dell’esistenza attraverso l’assemblaggio dei più svariati materiali e oggetti d’uso quotidiano o dimenticato. Dal dialogo tra oggetto e comportamento emerge il senso e il significato fattuale delle cose, in opposizione all’incapacità dell’uomo di riconoscere l’autenticità della sua natura e di tornare con i piedi per terra. Bloccare, castigare, imprigionare e intrappolare sono le sensazioni che ruotano attorno alle sue bizzarre creature: l’idea di questa impasse intrinseca alla condizione umana è espressa con un certo spirito, tragico e ludico, in ogni caso portatore di una viva inquietudine che punge il pensiero e la sensibilità di chi guarda, lasciandoli andare a briglie sciolte.
Doriana Bruccoleri (Agrigento, 1997), Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Palermo, dove si laurea in Progettazione della moda al triennio e in Didattica dell’Arte al biennio. Ha scritto un contributo per la prima edizione dell’Almanacco delle artiste di Sicilia (Edizioni Kalòs, 2021) e curato la mostra “Polizzi Generosa Arte Contemporanea. Giovani artisti dell’Accademia di Belle arti in mostra” (Palazzo della cultura di Polizzi Generosa, 2022). La sua ricerca si orienta a interpretare quel senso che sorge negli interstizi, che guarda nelle fratture, gioca con le contraddizioni e ne esplora le possibilità per mettere in discussione le cosiddette certezze. Il suo approccio è fondato sull’osservazione attenta da una prospettiva interdisciplinare, guidata dall’intuizione e da una percezione individuale che si pone il problema della sua stessa limitatezza. L’opera d’arte per lei diventa un testo in cui armeggiare con differenti registri per trovare il giusto taglio trasversale atto a scoprire la relatività dei significati. L’identità è il suo campo d’indagine prediletto, mentre le maggiori suggestioni le trova nella Fotografia e nel Cinema. La curatela è vissuta come incontro e confronto con l’Altro, di cura e manutenzione delle idee del presente, concepito come materia aperta e in continuo mutamento.
)( è un artist run space diretto da cinque artisti e una curatrice: Francesca Baglieri, Rossella Poidomani, Antonio La Ferlita, Alberto Orilia, Roberto Orlando e Ilaria Cascino.
La monoroom vuole essere sede simbolica dei linguaggi visivi che risponde alla necessità di porre un’interruzione dove il tempo e lo spazio si diluiscono. )( non si identifica meramente col capovolgimento semantico dei segni ortografici - scelti appositamente per la loro impronunciabilità- ma rivendica l’essenza di quell’intervallo vivido tra le due parentesi in cui l’opera d’arte cresce e si espande secondo le sue esigenze. Il fare artistico segue il proprio corso naturale di vita come le radici di un albero che affondano nel terreno, plasmando e consolidando la materia in nuove visioni.