Scacco Matto

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA IN ARCO
Piazza Vittorio Veneto 3, Torino, Italia
Date
Dal al
Vernissage
25/09/2014

ore 19

Artisti
Peter Halley, Fortunato Depero
Curatori
Graziano Menolascina, Giancarlo Carpi
Generi
arte contemporanea, doppia personale
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Il teatro Futurista di Fortunato Depero dove l’azione scenica sostituisce gli attori con individualità astratte inserite in uno spazio scenico colorato, le geometrie elementari dei suoi atomi incontrano la fluorescenza dei colori di Peter Halley tra geometrie del quotidiano all’invadenza che non si limita allo spazio fisico.

Comunicato stampa

Il teatro Futurista di Fortunato Depero dove l’azione scenica sostituisce gli attori con individualità astratte inserite in uno spazio scenico colorato, le geometrie elementari dei suoi atomi incontrano la fluorescenza dei colori di Peter Halley tra geometrie del quotidiano all’invadenza che non si limita allo spazio fisico. Peter Halley decodifica l’indagine di Foucault sulle strutture geometriche degli edifici mirate a vigilanza ed esercizio del potere e ne scaturisce un quadrato minimalista monocromo al centro del quale inserisce un altro quadrato diviso da tre strisce verticali, la finestra con le sbarre, una tra le sue icone più riconoscibili. Informazioni e immagini teoria fondamentale dei Neo-Geometric Conceptualism, espressione che denota l’opera di Halley insieme a quelle di Ashley, Koons e Bickerton. Questi concetti si esprimono tipicamente come spazi chiusi e definiti, interconnessi da condotti, cavi e linee di comunicazione. In Fortunato Depero parte delle opere mostrano il percorso di Depero (con Balla) verso l’astrattismo analogico futurista (Danza di Chiofissi) che sviluppa la scomposizione analitica della figura/spazio di Ritmi di ballerina + clowns, quadro esposto con i raggisti a Roma nel 1914. Lo spazio, geometricamente ricomposto in interni di accento metafisico (1916-17) emana superfici colorate e dinamiche che prolungano nel quadro l’emozione dello spettatore. Il quadro stesso è ricollocato nella sua realtà dopo il precedente oggettuale dei “complessi plastici”. Vi compaiono successivamente automi nello spirito dell’arte meccanica degli anni venti (I bevitori e la locomotiva - 1925). Sono figure sintetiche riutilizzabili nelle arti minori – dalla copertina al manifesto alla tarsia – nelle quali emerge quella natura pubblicitaria dell’arte che Depero comprese come esito della “Ricostruzione futurista dell’Universo”.