Salvo Sportato – EatUp

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE LUCIANA MATALON
Foro Buonaparte 67, Milano, Italia
Date
Dal al

DAL MARTEDI’ AL SABATO 10-19 DOMENICA E LUNEDI’ CHIUSO

Vernissage
14/01/2016

ore 18

Artisti
Salvo Sportato
Curatori
Daria Birang
Generi
fotografia, personale
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EatUp è un progetto fotografico che racconta la relazione dell’uomo con il cibo come atto “istintivo” capace di narrare la cultura e la storia dei popoli.

Comunicato stampa

La Fondazione Luciana Matalon è lieta di presentare dal 14 al 30 gennaio 2016 la mostra fotografica “EatUp” di Salvo Sportato, a cura di Daria Birang.

EatUp è un progetto fotografico che racconta la relazione dell’uomo con il cibo come atto “istintivo” capace di narrare la cultura e la storia dei popoli. Salvo Sportato coglie, con la sua macchina fotografica, similarità e differenze, abitudini diametralmente opposte che non si collocano nello spazio e nel tempo. Dice l'autore: “il cibo può essere consumato nella confusione o nel silenzio, da soli o in compagnia, con le mani o con le posate, per strada o dentro casa, per terra o in tavola… culture distanti ripropongono gli stessi luoghi e viceversa puoi trovare stesse culture in luoghi distanti... il mio obiettivo è quello di immortalare questi attimi senza luogo e senza tempo, istanti che legano le diverse culture al cibo e che allo stesso tempo permettono di individuarne l'Identità di ciascuna”.

La mostra è un work in progress, un viaggio aperto che l’autore ha cominciato a marzo 2013 a Pechino e che è poi continuato con diverse tappe in varie città e regioni dei cinque continenti (Pechino, Hebei, Palermo e Sicilia, New Orleans, Memphis, Louisiana, Tennessee, Mississipi, Arkansas, Marrakech, New Delhi e Rajasthan). “L’alimentazione quotidiana è uno di quei comportamenti indispensabili all’uomo come respirare e bere. In quanto tale è profondamente radicata alla parte più intrinseca ed istintuale di ciascun essere umano e manifesta una resistenza maggiore all’omologazione.” Fino a quando il nutrirsi non cadrà sotto le imposizioni del mercato globale perdendo così il proprio carattere di autenticità? Questo è l’interrogativo e, nello stesso tempo, la sfida che il fotografo si pone.

Le quaranta fotografie proposte non sono immagini “globalizzate”, scorci già noti di città o confezioni di marchi famosi; al contrario l’attenzione si sofferma sul particolare per catturare il gesto del cibarsi che è solo apparentemente scontato. Un piatto è, secondo il fotografo, il mezzo attraverso cui conoscere l’identità di un popolo: ogni civiltà infatti cucina e consuma diversi alimenti mostrando, tramite il rituale quotidiano del mangiare, le proprie tradizioni più intime e radicate.

Salvo Sportato ha riscoperto la sua passione per la fotografia durante l’esperienza lavorativa presso il Teatro alla Scala come responsabile della Comunicazione per l'Accademia. La fotografia è attualmente la sua principale occupazione: dedica gran parte del suo lavoro al reportage, al ritratto e alla fotografia di strada. Ha partecipato a diversi workshop organizzati dall'agenzia Magnum, tra gli altri quello con Christopher Anderson, in cui sono stati esposti e poi pubblicati alcuni dei suoi scatti. Con Alex Majoli ha lavorato ad un progetto sulla sicilianità. A Brussels ha esposto il suo lavoro sulle miniere di Zolfo Siciliane, RAMP, da cui ha realizzato un'edizione fotografica con Mondadori arricchito da un contributo letterario inedito di Andrea Camilleri. Attualmente vive a Parma e frequentemente si sposta a Milano e in Sicilia per seguire i suoi progetti. Collabora con il magazine on line Bacoluxury dove cura una rubrica legata ai ritratti di artigiani e artisti. Alcuni suoi lavori sono stati pubblicati su: Panorama, Vanity Fair, Vogue on line, La Repubblica, Corriere della Sera, Opera, Ópera Actual ed altri magazines.