Salvatore Provino – Effetti collaterali

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO SANT'ELIA
Via Maqueda 81, Palermo, Italia
Date
Dal al

dal martedì al sabato dalle ore 9.30 alle ore 19.30; domenica e festivi dalle 9.30 alle 13; lunedì chiuso

Vernissage
19/01/2012

ore 18

Contatti
Email: provinciapa@libero.it
Biglietti

ingresso libero

Patrocini

promossa dalla Provincia Regionale di Palermo e curata da Ezio Pagano, patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, da Museum-Osservatorio dell’Arte Contemporanea in Sicilia di Bagheria e prodotta da Valur

Artisti
Salvatore Provino
Generi
arte contemporanea, personale
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L’antologica comprende 110 opere, olii su tela realizzati tra il 1978 e il 2011 appartenenti al ciclo della grafo- pittura, che fa seguito al periodo figurativo, a quello figurativo-baconiano, a quello delle metamorfosi e al periodo delle geometrie non euclidee.

Comunicato stampa

PROVINO – EFFETTI COLLATERALI

Dopo undici anni torna ad esporre a Palermo, nei saloni del piano nobile di Palazzo Sant’Elia, l’artista bagherese Salvatore Provino con la mostra dal titolo “Provino - Effetti collaterali”. L’esposizione, promossa dalla Provincia Regionale di Palermo e curata da Ezio Pagano, patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, da Museum-Osservatorio dell’Arte Contemporanea in Sicilia di Bagheria e prodotta da Valur, sarà inaugurata il 19 gennaio alle ore 18,00 dal Presidente della Provincia, Giovanni Avanti, dall’artista, dall’assessore provinciale alla Cultura e ai Beni Culturali, Pietro Vazzana, il curatore Ezio Pagano e il critico d’arte Giorgio Di Genova.

L’antologica comprende 110 opere, olii su tela realizzati tra il 1978 e il 2011 appartenenti al ciclo della grafo- pittura, che fa seguito al periodo figurativo, a quello figurativo-baconiano, a quello delle metamorfosi e al periodo delle geometrie non euclidee. “La grafo-pittura di Provino è un universo immaginifico, dove l’artista – spiega il curatore – fonde segno e pittura, dando origine a quella che è considerata la sua cifra stilistica”.
Giorgio Di Genova, autore del testo critico in catalogo, sottolinea: “si avvale costantemente di un crogiolo metamorfico, in cui vengono mescolati scomposizione cubista e aniconismo informale, con preferenze segniche, che in seguito si fanno talora gestuali ad attestare un’ormai maturità linguistica che ha imposto Salvatore come uno degli artisti più validi ed originali della sua generazione [...]”.
Nascono così opere dai titoli suggestivi e per certi versi provocatori, dove la manipolazione della forma si unisce ad una destrutturazione “ironica” del contenuto: Alba, Caro Rembrandt, Cranio dell’universo, Viaggio oltre, solo per citare alcuni lavori. “Palazzo Sant’Elia – commenta il presidente Avanti – come alcuni tra i più importanti centri espositivi del mondo, ospita le opere di Salvatore Provino, figlio illustre della nostra terra che, con la sua creatività, con la forza visionaria della sua pittura, ha oltrepassato i confini e annullato le distanze, esponendo in mezza Europa e in tre continenti. Questa mostra – prosegue Avanti – è un tributo alla sua arte, frutto di studi, sperimentazioni, suggestioni, affannose ricerche di nuove realtà visive che appartengono ormai al patrimonio universale dell’arte e che sono compiuta espressione della sua capacità di guardare oltre l’oggettività per andare dentro l’essenza delle cose”.
“Per Provino – spiega ancora il curatore Ezio Pagano – non esistono scorciatoie e nemmeno strategie o rincorse di mode, ma solo un percorso tenace, fatto di attraversamenti, che prende forza dalla sua qualità pittorica, che gli permette di essere contemporaneo perché ha saputo assorbire le lezioni delle avanguardie, fondendole in un linguaggio fascinoso, nuovo, unico e riconoscibile, che lo pone ai vertici dell’astrazione italiana. Questa mostra vuole essere, prima di tutto, un omaggio alla carriera di Salvatore Provino”.

SALVATORE PROVINO - BIOGRAFIA
Nato a Bagheria il 4 giugno 1943, giovanissimo si trasferisce a Roma dove frequenta lo studio del suo concittadino Renato Guttuso. Nel 1964, a soli 21 anni, la Galleria Consorti di Roma gli organizza la sua prima mostra personale che rievoca i luoghi della sua infanzia. I luoghi natali, i volti dei contadini scavati dalle rughe del tempo e dal duro lavoro, la campagna con i colori del dramma e della tragedia che rimanda alla cultura greca antica, influenzano profondamente la sua formazione artistica. Alla fine degli anni ‘60 la sua pittura si avvicina alla sensibilità di quella inglese e in particolare di Francis Bacon. Si tratta del periodo figurativo in cui l’artista risente anche di influenze sironiane e predilige soggetti che affrontano attraverso la drammaticità della figura umana le difficili condizioni esistenziali di un’intera classe sociale alle prese con gli effetti del processo di industrializzazione e di sfruttamento dell’uomo. Nel 1974 l’artista, a seguito di ripetuti incontri con il matematico-filosofo Lombardo Radice, attinge alla teoria di Lobacevskij circa la sfericità del corpo e la geometria intesa come struttura dello spazio fisico. La geometria diviene sferica, le strutture sembrano levitare, le forme dinamiche, in una ricerca concettuale dove la matematica assomiglia sempre di più all’arte per l’essenza intuitiva e creativa come origine di ogni percorso teorico ed empirico. Nel 1979 un viaggio in Perù porta Provino a vivere nella sua pittura una straordinaria dialettica tra le geometrie e la filosofia, tra il visibile e l’invisibile. Si inaugura dunque quello che può essere considerato a tutti gli effetti il periodo della piena maturità dove la pittura fatta di materia e colore diviene lo strumento principe per sviscerare quella ricerca espressiva di un mondo dinamico e infinito, attraverso la maniacalità dell’esecuzione pittorica e la gestualità del segno trova la strada per interpretare quello che lo spazio fisico della tela non consentirebbe.
Nel 1986 è chiamato per “chiara fama” alla cattedra di pittura dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, per poi passare all’Università di Napoli. A partire dagli anni ‘90 si succedono mostre personali in importanti spazi pubblici nazionali alternate da prestigiose esposizioni di caratura internazionale: solo per citarne alcune, il Palazzo dei Diamanti di Ferrara, il Palazzo delle Esposizioni di Roma, Castel dell’Ovo a Napoli, i Magazzini del Sale di Cervia.
Nel 2002 espone come primo artista occidentale nel Museo Nazionale di Storia Cinese a Pechino e successivamente nei musei più importanti delle città di Shenzhen, Shenyang, Canton, Shanghai, Hong Kong e Changshu. Inizia così una decade di mostre internazionali che lo porteranno dalla Grecia agli Stati Uniti e dalla Bulgaria all’Argentina, tornando periodicamente ad esporre in Sicilia.