Sacrosanctum 16 – Francesco Lauretta
La sua pittura, talmente lucida da giungere all’iperrealismo, affronta qui il tema del sacrificio, quella pratica del “rendere sacro” che passa attraverso l’uccisione e l’offerta, qui sublimato in un’estetica pop.
Comunicato stampa
“Alcune volte ne sento il prurito del Sacro,
e quando questo accade mi sconforta: un alone di sole.”
(Francesco Lauretta)
Giovedì 23 giugno 2016, alle ore 20:00, si chiude all’oratorio di san Mercurio di Palermo (largo San Giovanni degli Eremiti) la prima edizione di Sacrosanctum con un’opera inedita di Francesco Lauretta.
La sua pittura, talmente lucida da giungere all’iperrealismo, affronta qui il tema del sacrificio, quella pratica del “rendere sacro” che passa attraverso l’uccisione e l’offerta, qui sublimato in un’estetica pop.
Lo scambio sacrificale tra uomo e divino e il rito di condivisione alimentare hanno origini ancestrali. Il consumo rituale di carni all’interno di contesti festivi è, infatti, elemento comune a molte feste tradizionali, ricorrenze liturgiche che, ieri come oggi, mettono in scena l’annuale rigenerarsi del ciclo agrario.
A questo aspetto conviviale Francesco Lauretta accosta e sovrappone un’altra forma di sacrificio, quella dei martiri cristiani e, in particolare, dell’estremo eroismo di San Lorenzo, che palesa l’assolutezza della propria fede accettando il supplizio su una graticola infuocata.
“Mea nox obscurum non habet, sed omnia in luce clarescunt" (la mia notte non conosce tenebre, tutto risplende di luce) è il titolo dell’opera di Lauretta e un preciso riferimento al santo, cui è dedicata all’orazione dei Vespri del 10 agosto (ricorrenza del martirio di san Lorenzo) contenuta nella Liturgia delle Ore.
Con Francesco Lauretta si chiude, dopo oltre un anno di attività, un primo ciclo di esposizioni a cura di Adalberto Abbate e Maria Luisa Montaperto, un progetto realizzato grazie al fondamentale supporto dell’associazione Amici dei Musei Siciliani, che ha convertito il ricavato delle offerte in importanti interventi di manutenzione e restauro all’interno di siti monumentali.
BIO
Dopo una prima formazione all’Accademia di Belle Arti di Venezia con l’artista informale Emilio Vedova, Francesco Lauretta (Ispica, Ragusa, 1964) accosta alla pittura una sperimentazione attiva nel campo della performance, del video e dell’installazione. Dal 2003 lavora alla definizione della pittura come linguaggio e del pittore come condizione esistenziale, esplorando tecniche, processi, esiti formali, ma anche possibili deviazioni, limiti e fallimenti.
Dal 2010 è a lavoro su “I racconti funesti”, una serie di allegorie in cui esercita la scrittura come strumento per la sua ricerca. Tra le più recenti mostre personali “Inesistenze” (Galleria Z2o Zanin, Roma, 2015); “Una nuova mostra di pittura” (in più sedi storiche a Scicli, 2014) e “Esercizi di Equilibrio” (GAM, Galleria d’Arte Moderna di Palermo, 2013).
Sono molte le esposizioni collettive a cui ha partecipato in Italia e all’estero (“Walking on the Planet”, Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno, 2015; “PPS- Paesaggio e Popolo della Sicilia”, Palazzo Riso, Palermo e Frigoriferi Milanesi a Milano, 2011; “Visions in New York City”, Macy Art Gallery, New York, 2010) e le partecipazioni a progetti speciali organizzati da collettivi di artisti e curatori, quali, tra gli altri, “Racconto di Venti” (Milano, 2015); “The Wall (archives)” (Milano, 2015); “Nuvole” (Scicli, 2014); “Madeinfilandia” (Pieve a Presciano, Arezzo, 2013) e “La festa dei vivi (che riflettono sulla morte)” (Porto San Cesario, Lecce, 2013).
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