Rosario Genovese – Antologica 1979 – 2011
Un excursus di 30 anni della sua produzione artistica che raccoglie e racconta la sua ricerca dal 1979 ad oggi. Un’arte, quella di Genovese, che transita utilizzando varie forme espressive come la fotografia, il disegno, la pittura, la scultura e opere installate.
Comunicato stampa
Sarà inaugurata il 29 ottobre 2011 la mostra antologica dell’artista Rosario Genovese che sarà ospitata fino al 20 novembre nella prestigiosa sede del Palazzo della Cultura di Catania- ex convento San Placido.
La mostra presenta collaborazioni eccellenti che hanno dato luogo alla pubblicazione del catalogo edito da Skira con uno scritto di Demetrio Paparoni ed una conversazione con Marco Meneguzzo. Un excursus di 30 anni della sua produzione artistica che raccoglie e racconta la sua ricerca dal 1979 ad oggi. Un’arte, quella di Genovese, che transita utilizzando varie forme espressive come la fotografia, il disegno, la pittura, la scultura e opere installate. Espressione artistica, frutto del connubio tra immagini surreali, misure, proporzioni, spazio, materia, colori, mito e fantasia. Dalla tematica fotorealista, al dualismo visivo del dipinto fotografato, all’esigenza della similarità con lo spazio che dalla bidimensionalità della tela si sposta a favore di opere tridimensionali che rappresentano pianeti e galassie. Ed è proprio questa realtà ultraterrena ad incuriosire l’artista e a condurlo ad uno studio approfondito della relazione tra uomo e cosmo. Sedotto dalla grandezza e dalla maestosità dell’universo, ne ricerca regole, equilibri e composizione per offrire al fruitore una visione privilegiata dell’universo rappresentata in microcosmo, con precisione matematica, ed arricchita e pervasa dal suo estro creativo. Non si può che rimanere affascinati da questa arte che emoziona l’artista così come colui che la osserva. La conferma è nelle parole dello stesso Rosario Genovese: “Gli artisti hanno sempre avuto la pretesa di far sognare gli altri con ciò che fanno. Lo so bene che il limite maggiore al quale va incontro un artista è ritenere che gli altri possano provare le stesse cose che prova lui mentre realizza il proprio lavoro. Mettiamola così: mi piace pensare che chi guarda una mia opera o legge i miei brevi testi avverta un centesimo della scossa che avverto io mentre lavoro.” (tratto dalla conversazione con Marco Meneguzzo).