Roberto Barni – Le cose vogliono esistere

Informazioni Evento

Luogo
COMPLESSO DI SANT'AGOSTINO
Via Sant'Agostino 1 (55045) Pietrasanta, Pietrasanta, Italia
Date
Dal al

16.00 – 19.00 | chiuso il lunedì
sabato e domenica 10.00 – 13.00 | 16.00 – 19.00
Aperture straordinarie:
venerdì 8 dicembre 10.00 – 13.00 | 16.00 – 19.00
lunedì 25 dicembre 16.00 – 19.00
lunedì 1 gennaio 16.00 – 19.00

Vernissage
02/12/2017
Contatti
Email: info@galleriapoggiali.com
Sito web: http://www.galleriapoggiali.com
Artisti
Roberto Barni
Generi
arte contemporanea, personale
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17 grandi sculture in bronzo patinato si potranno ammirare in piazza del Duomo, nella Chiesa e nel Chiostro di Sant’Agostino affiancate, in questi ultimi casi, negli ambienti interni, da opere su tela e su carta.

Comunicato stampa

Inaugurata oggi nel Chiostro di Sant’Agostino di Pietrasanta (LU) Le cose vogliono esistere, mostra personale dell’artista toscano Roberto Barni (Pistoia, 1939). Per circa tre mesi alcuni luoghi simbolo di Pietrasanta ospiteranno il progetto promosso, oltre che dal Comune di Pietrasanta, dalla Fondazione Versiliana, presieduta da Massimiliano Simoni, direttore artistico di Start, e sostenuto della Galleria Poggiali di Pietrasanta.
Durante tutto il periodo natalizio, e fino al 25 febbraio, ben 17 grandi sculture in bronzo patinato si potranno ammirare in piazza del Duomo, nella Chiesa e nel Chiostro di Sant’Agostino affiancate, in questi ultimi casi, negli ambienti interni, da opere su tela e su carta.
Viene così presentato il lavoro di Roberto Barni attraverso l’esposizione - curata da Enrico Mattei - di opere particolarmente iconiche realizzate negli ultimi 20 anni.

LE OPERE IN PIAZZA DEL DUOMO
In piazza trovano spazio Impresa, scultura di oltre quattro metri e mezzo, Continuo del 1999, Doppia Controversia del 2017, anch’essa di quasi cinque metri, Sadovasomaso, Impresa e Camminare in Croce che hanno accompagnato tutta la poetica recente dell’artista toscano, compresa la presenza nella Basilica di Santa Maria dei Frari durante la Biennale di Venezia del 2017, e che sono raccolte insieme per la prima volta poiché “le cose vogliono esistere dato che tra l’esserci ed il non esserci sono proprie le entità, in questo caso le sculture, che decidono di essere presenti” come afferma l’artista medesimo poiché “dotate di forza intrinseca”.

LE OPERE NEL COMPLESSO DI SANT’AGOSTINO
In tutta la mostra compaiono sculture che autodeterminano il loro spazio: in Sant’Agostino appaiono uomini in un cestino, Capogiri d’Oro del 2017, per la prima volta in una mostra pubblica dopo la Basilica dei Frari a Venezia e nel Chiostro la Celeberrima Atto muto, la cui prima versione era stata presentata all’ingresso dei Giardini alla Biennale di Venezia del 1988.
Giacché le sculture, parimenti alle cose, vogliono esistere, trovano spazio, come apparizioni, Adagio, che si manifesta nel giardino di Sant’Agostino, Remar Contro o N.S.C. nella Chiesa di Sant’Agostino.
Per l’occasione sarà realizzato il catalogo della mostra con testi di Alberto Boatto ed Enrico Mattei, e proprio quest’ultimo, tra l’altro, scrive: “La mia curiosità riguardo alla ricerca scultorea di Roberto Barni è sempre stata indirizzata sulle situazioni imbarazzanti dei suoi uomini, un piccolo esercito seriale e inespressivo che si muove attraverso un’inquietudine di fondo”. E ancora: “il comune denominatore di queste sculture è il loro stile, che non è quello di farsi riconoscere, bensì per conoscere, come ci spiega l’artista. Sulla loro pelle si legge l’impronta della mano di Roberto che diventa la sua resistenza al vuoto”.