Ricostruzione Futurista
La seconda stagione creativa del Futurismo è al centro di una mostra del Mart. Prendendo spunto da manifesto del 1915 “Ricostruzione futurista dell’universo”, il percorso espositivo documenta la volontà di Giacomo Balla e Fortunato Depero di azzerare le distanze tra arte e vita.
Comunicato stampa
"Ricostruzione Futurista" richiama uno dei testi chiave delle avanguardie italiane del novecento: il manifesto "Ricostruzione futurista dell'universo", firmato nel 1915 da Giacomo Balla e Fortunato Depero. Non solo un documento di elaborazione teorica, ma un vero e proprio spartiacque: allo scoppio della prima guerra mondiale il movimento futurista stava abbandonando l’aggressività degli esordi, per avviarsi verso una seconda fase caratterizzata piuttosto dall’esigenza di un’arte totale.
Dopo la morte di Umberto Boccioni nel 1916 il programma di Ricostruzione futurista dell'universo diventa il tratto essenziale del “secondo futurismo”.
Gli esiti sono stati concreti e molteplici: dall'arredo alla moda, dal cinema al teatro, dalla musica alla danza, dal manifesto pubblicitario all'oggetto d'uso.
Balla e Depero, ma anche Tullio Crali, Enrico Prampolini, o Thayaht hanno addirittura anticipato di parecchi decenni il ruolo dell’artista come di promotore di se stesso attraverso l’editoria, la corrispondenza e la fotografia.
I temi centrali di "Ricostruzione futurista dell'universo" fanno da filo conduttore del percorso espositivo: Scena, Movimento, Volo, Autopromozione, Io/ombra, Automa.
La primissima opera proposta al visitatore, tuttavia, è “Sal's Red Hauler Special”, il veicolo da corsa che Salvatore Scarpitta realizzò nel 1966, ispirandosi idealmente alle indagini futuriste su velocità e movimento.
Non un fuori programma, quindi, ma una delle testimonianze presenti in mostra dell’eredità del Futurismo. Opere, fotografie, libri e corrispondenza provengono dall’archivio Mart, ricchissimo giacimento culturale dal quale si è attinto per regalare all’esposizione un senso più profondo della longevità del movimento protrattasi ben oltre la vita stessa degli artisti.