Ricapitolando 1996-2016

Informazioni Evento

Luogo
PLUS ARTE PULS
Viale Mazzini 1/Lungo Tevere del Risorgimento 35 00195, Roma,
Date
Dal al

martedì – sabato: ore 11.00-13.00 e 16.00-19.30

Vernissage
24/10/2016

ore 18

Curatori
Roberto Gramiccia
Generi
arte contemporanea, collettiva
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Ricapitolando 1996-2016 è il titolo di una mostra che mette insieme, come in una grande festa collettiva dell’arte, gran parte degli autori che, dal 1996 a oggi, ha accompagnato il percorso curatoriale di Roberto Gramiccia.

Comunicato stampa

Claudio Abate Ennio Alfani Serafino Amato Paolo Assenza Angelo Bellobono Jacopo Benci
Aurelio Bulzatti Ennio Calabria Nicola Carrino Lucilla Catania Bruno Ceccobelli
Ettore Consolazione Maria Rita De Giorgio Stefano Di Stasio Ileana Florescu Andrea Fogli
Stefano Fontebasso De Martino Paola Gandolfi Mojmir Ježek Giancarlo Limoni Felice Levini
Antonio Lombardi Adele Lotito Vittorio Messina Giuseppe Modica José Molina Franco Mulas
Nunzio Luca Padroni Claudio Palmieri Claudia Peill Mario Ricci Cloti Ricciardi Fiorella Rizzo
Pietro Ruffo Giuseppe Salvatori Sandro Sanna Georgina Spengler Silvia Stucky
Alberto Timossi Marco Tirelli Tito Oscar Turco

Ricapitolando 1996-2016 è il titolo di una mostra che mette insieme, come in una grande festa collettiva dell’arte, gran parte degli autori che, dal 1996 a oggi, ha accompagnato il percorso curatoriale di Roberto Gramiccia.
Si tratta di un’occasione per fare il punto su una militanza che ha scandito un intero ventennio, percepito “breve” proprio come il secolo che ci ha lasciati. Ma di una “brevità” che è data da un eccesso, da una densità di cose fatte, e che hanno inteso mostrare un personale punto di vista nell’intendere le cose del mondo, scavare nei rapporti di potere che le governano, mostrando, in autonomia, altri percorsi possibili dentro e fuori le istituzioni.
Questo stesso sguardo critico e inevitabilmente politico Gramiccia rivolge a quel sistema dell’arte che si fonda sull’appartenenza a un medesimo codice linguistico, che il mercato impone, spesso in modo dispotico, come parametro di riconoscibilità.
Si è guardato, quindi, a una comunità estesa e inclusiva di artisti che escluda rigide e immodificabili gerarchie linguistiche e generazionali, riproponendo le scelte fatte nel corso degli anni, fondate sull’unico criterio della ricerca e valorizzazione della qualità.