Remo Bianco – Le impronte della memoria

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO DEL NOVECENTO
Piazza Duomo, 8, Milano, Italia
Date
Dal al
Vernissage
05/07/2019
Artisti
Remo Bianco
Generi
arte contemporanea, personale
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I molteplici percorsi espressivi dell’artista presentati in collaborazione con Fondazione Remo Bianco.

Comunicato stampa

Con "Remo Bianco. Le impronte della memoria" continua l’attività di ricerca del Museo sulla Seconda metà del Novecento. La mostra, a cura di Lorella Giudici con la collaborazione della Fondazione Remo Bianco, ripercorre le fasi di vita e di lavoro dell'artista attraverso le oltre settanta opere esposte che esplorano il tema della memoria in un ricco e sorprendente percorso.

Cresciuto e formato nella Milano del boom economico, in un’atmosfera intellettualmente e culturalmente produttiva, Remo Bianco percorre una vita da “ricercatore solitario” – come si era autodefinito -, sempre pronto ad approfondire nuove tematiche e affrontare percorsi artistici originali ed audaci. Per quattro decenni l’artista ha sperimentato, moltiplicando i discorsi espressivi e reinterpretando in maniera del tutto personale i linguaggi e i materiali più moderni.

Dalle “Impronte", realizzate tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio dei Cinquanta con l’intento di recuperare “le cose più umili che di solito vanno perdute”, ai “Sacchettini – Testimonianze”, oggetti di poco valore assemblati e appesi come quadri tradizionali. Dello stesso periodo sono anche le prime opere tridimensionali - i “3D” - in materiale plastico trasparente o vetro e, successivamente, su legno, lamiera e plexiglas colorato.
I “Tableaux dorés” - che costituiscono uno dei cicli più noti dell'artista - chiudono gli anni Cinquanta, anni in cui vedono la luce anche i primi lavori della serie dei “Collages”, che ci porta agli anni Ottanta passando per le opere racchiuse nella definizione di “Arte sovrastrutturale” degli anni Sessanta.

Completano il percorso i “Quadri parlanti”, tele in alcuni casi non lavorate in cotone bianco o nero, in altre impressionate con fotografie, sul cui retro sono posizionati degli amplificatori che, all’avvicinarsi dello spettatore, si attivano emettendo suoni o frasi registrate dall’artista.

Integra l’esposizione un’interessante documentazione d’archivio con cataloghi, manifesti, articoli e fotografie d’epoca.