Redlongo

NINFA presenta la prima mostra personale di Redlongo (Rediet Longo), artista visivo di origine etiope che ha trasformato un semplice simbolo grafico, una faccina stilizzata, in un potente veicolo di critica, memoria e identità.
Comunicato stampa
“Ogni volto è un campo di battaglia. Redlongo ne dipinge venti.”
NINFA presenta la prima mostra personale di Redlongo (Rediet Longo), artista visivo di origine etiope che ha trasformato un semplice simbolo grafico, una faccina stilizzata, in un potente veicolo di critica, memoria e identità. La mostra raccoglie una 20ina di opere su tela, tutte incentrate su questa figura iconica, declinata in infinite variazioni cromatiche e formali.
Attraverso un linguaggio che mescola la cultura pop, la street art, l’estetica dell’animazione vintage e una forte componente autobiografica, Redlongo interroga i codici della rappresentazione razziale e i meccanismi della visibilità contemporanea. La sua pittura, vivace e tagliente, ci costringe a guardare sotto la superficie, a scoprire cosa si cela dietro la maschera.
“C’è un volto che ritorna, ossessivo e familiare, in ogni opera di Redlongo. Una maschera stilizzata, quasi infantile: testa rotonda, occhi spalancati, quattro capelli sparati verso l’alto. Sembra un disegno fatto in fretta su un quaderno, un logo, un’icona pop. Ma è molto di più. È un simbolo identitario. È un autoritratto spirituale. È il frutto di una trasformazione dolorosa.”
(dal testo curatoriale di Carlo Borloni)
Chi è Redlongo
Nato in Etiopia e cresciuto in Italia, Rediet “Red” Longo è una delle voci emergenti più radicali della nuova scena creativa. Dopo un’infanzia segnata dal trauma dello sradicamento e da episodi di razzismo sistemico, Red ha trovato nell’arte uno spazio per elaborare la propria identità e restituirla al mondo attraverso un linguaggio unico: diretto, popolare, stratificato.
Il suo lavoro ha già attirato l’attenzione di brand come Nike, Gucci, Diesel, Moncler, Calvin Klein e Timberland, con i quali ha realizzato performance, attivazioni, capsule e interventi murali. Questa mostra segna il suo ingresso ufficiale nel contesto dell’arte contemporanea.