Quiet Ensemble – Fragile: sedici atlanti della rottura

Informazioni Evento

Luogo
RIFUGIO DIGITALE
via della Fornace, 41, Firenze, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
28/05/2025
Curatori
Vincenzo Napolano, Serena Tabacchi
Generi
arte contemporanea

Rifugio Digitale ospita Fragile: sedici atlanti della rottura, una mostra site-specific del collettivo Quiet Ensemble, a cura di Serena Tabacchi e Vincenzo Napolano.

Comunicato stampa

Dal 28 maggio al 15 giugno 2025 Rifugio Digitale ospita Fragile: sedici atlanti della rottura, una mostra
site-specific del collettivo Quiet Ensemble, a cura di Serena Tabacchi e Vincenzo Napolano.
Realizzata in collaborazione con Forma Edizioni e con la straordinaria partecipazione dell'Osservatorio
Gravitazionale Europeo (EGO), la mostra si apre mercoledì 28 maggio alle ore 18.30 con un opening alla presenza degli artisti e dei curatori.

Un viaggio nella tecnologia, nel suono e nella percezione: Fragile è un’esplorazione immersiva della frattura
come momento creativo, in cui l’invisibile prende forma. Si entra in un tunnel, si attraversano materia e
fragilità, e ci si ritrova sospesi tra arte e scienza. Rifugio Digitale ed EGO, nati per esplorare ciò che non si
vede, condividono la stessa missione: trasformare il vuoto in visione, il silenzio in frequenza.
La serata prosegue alle ore 20.00 presso Spazio A – Archea Associati con Talk & Drink, un incontro con
gli artisti accompagnato da un cocktail inedito firmato da Peter in Florence, creato appositamente per
l’occasione e ispirato allo spirito della mostra.

Un tunnel visivo e sonoro attraversa lo spazio e invita il pubblico a entrare in una zona di sospensione,
al centro di una geometria fragile. Sedici monitor, appesi lungo le pareti, si presentano inizialmente come
semplici superfici nere e silenziose, inerti. Un vuoto carico di attesa.

Poi, lentamente, una vibrazione appena percettibile inizia a scorrere lungo i bordi. Pulsazioni sottili, sfarfallii
timidi, bagliori intermittenti: è l’inizio di una metamorfosi. Uno dopo l’altro, i monitor iniziano a incrinarsi.
Non fisicamente, ma internamente, digitalmente, nell’intimità dei pixel. Le crepe si disegnano come fratture
colorate che si aprono sulla pelle elettronica degli schermi, generando un paesaggio visivo imprevedibile,
fragile e iridescente.
La casualità, l’imponderabile, è parte fondamentale del processo: ogni monitor si distrugge in modo unico,
creando dipinti digitali inaspettati che si rivelano solo nell’atto stesso della rottura. Ogni frattura, ogni
esplosione di luce e colore, è un momento organico che nasce dalla distruzione, una metamorfosi naturale
in cui il caos diventa forma.

Progettata per restare invisibile, la tecnologia si manifesta qui nella sua essenza materiale e tangibile,
rivelando la sua natura di macchina. In questo svelamento, diventa forse una finestra – o un ponte – verso
una realtà fisica più originaria e nascosta.
Le rotture dei monitor potrebbero essere causate da particelle cosmiche o segnali, provenienti dalla spazio
profondo, che normalmente (ci) attraversano senza lascare traccia? Le forme e i suoni delle rotture ne rivelano allora il passaggio. Gi scricchiolii, le esplosioni e gli echi che accompagnano e materializzano le rotture sono in effetti elaborazioni sonore dei dati cosmici e ambientali del vicino Osservatorio Gravitazionale Europeo (EGO) di Cascina (PI). I monitor diventano così, misteriosamente, altrettante antenne, in grado di ascoltare e restituirci in modo sensibile i sussulti cosmici più remoti. La rottura diventa ritmo, vibrazione, materia sonora.
La tensione cresce, si trasforma in una danza caotica di luce e suono, una sinfonia della fragilità che culmina
in un’esplosione di colore e disgregazione.

Fragile è una coreografia del collasso, dove la fragilità non è un difetto, ma una condizione generativa, estetica e profondamente umana. La casualità della distruzione e l’effetto organico che si genera riflettono la bellezza e l’imprevedibilità di un remoto processo naturale.