Preludio Universale

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA PINTA
via Borgo degli Incrociati 99 rosso , Genova, Italia
Date
Dal al
Vernissage
15/11/2014

ore 17

Curatori
Ivan Fassio
Generi
arte contemporanea, collettiva
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Prima Mostra Combinatoria.

Comunicato stampa

Opere di Bartolomeo Migliore. Servizi Fotografici di Giovanna Cavallo, Bruno Repetto e Max Valle, documentari dell'emersione della Galleria PINTA dalle acque piovane, dal dissesto idrogeologico e dal malgoverno di Genova 2014.
La rimozione originaria del desiderio – sempre libero, sovversivo e rivoluzionario – è dovuta al disagio della civiltà e alla repressione sociale. L'inconscio, di conseguenza, non è il luogo dell'aspirazione reale, ma un insieme di manifestazioni indotte e di elaborazioni individuali e culturali. Queste ultime affiorano, assolte, sull'opera d'arte: produzione di volontà svincolata, di anelito assoluto.
Come un sangue, l'ispirazione risolta coagula in superficie. La creazione cicatrizza la ferita, assume la cesura, assimila il taglio, guarisce la censura. Talvolta, ne riproduce l'operazione. Così, le parole galleggiano, in questa soluzione contaminata dai moti dell'indipendenza. Le immagini, sognanti sofferte amare, appaiono sul paesaggio desolato offerto dal diluvio. La musica scalda i propri fiati in un preludio universale: simulazione del gioco, invito alla danza, prova generale del concerto.
La scrittura di Bartolomeo Migliore, periferica e residuale, diventa strumento per suonare le forme: è un graffio sul disco, un'indicazione di un salto, in cui la percezione si emancipa sempre.
Le fotografie di Bruno Repetto rappresentano criticamente Genova dopo l'Allerta 0, il momento successivo al disastro, lo stupore della città: un tunnel illuminato dal primo sole, la Galleria PINTA alluvionata, un pianoforte diventato improvvisamente inutile rifiuto.
Giovanna Cavallo indugia sui momenti della ricostruzione e dell'aiuto, con umana partecipazione. La restituzione estetica si amalgama, in materia e sostanza, all'autenticità dello scambio.
Max Valle lavora su ripetizioni, simmetricità, teatralità stranianti ripescate nei momenti di tensione improvvisa o di quiete perturbante. Qui, lo sfacelo è l'altra faccia, problematica e dissoluta, della brama di costruzione.