Poesie Pneumatiche

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA OBLOM
Via Giuseppe Baretti 28 (10125), Torino, Italia
Date
Il
Vernissage
17/05/2013

ore 21.30

Artisti
Diego Razza, Ivan Fassio, Jean-Paul Charles
Generi
performance - happening
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Performance artistica, poetica, musicale.

Comunicato stampa

Poesie Pneumatiche – Il Dono del Respiro
di Ivan Fassio

Ignorando la ricerca dell’essenza e la dialettica tra verità e finzione, la vita – nella sua interezza – potrà diventare la chiave della rappresentazione? Considerare la percezione del nostro stesso respiro come un fatto virtuale, in quanto conoscibile attraverso i sensi, potrà spaventarci, ma saprà aprire un nuovo dominio di conoscenza all’interno della nostra circoscritta realtà...

I)
Dispendio, elargizione, sacrificio e distruzione sono categorie del Sacro. Relegate in un luogo sempre più distante, in un’isola dell’esistenza, esse agiscono ormai in una dimensione onirica. Non c’è più tempo per l’azione smisurata, per il dono eccessivo, per l’atto di fede assoluto. La condizione dell’allevamento ci conquista gradualmente, ci colonizza. I nostri sogni e i nostri incubi ne pagano il prezzo: sono senza occhi e sordi come un sasso.
I popoli, civilizzati, fuggono dal mondo per provare le estasi dell’iperrealtà e del nuovo regno dell’esperienza tecnologica. Le soggettività sono frammentate e perdute. Un inedito terreno di esperienze si profila, in cui immagine e suono ripercuotono i loro spettri. Le simulazioni proliferano e si rigenerano progressivamente. Amplificate e moltiplicate a dismisura, esse si riferiscono solo a se stesse, perdono il proprio oggetto, sciolgono ogni argomento in un indistinto groviglio di riferimenti arbitrari. Un magazzino di specchi riflette immagini proiettate da altre superfici sulla nostra coscienza. Qualunque artista, una volta iniziata la registrazione e l’intepretazione di un tale accumulo di materiale, vivrebbe in uno spazio scisso, in una lacerazione senza tessuto, in una ferita senza carne.

II)
Qual è, oggi, il carattere del legame tra noi e il mondo? Ci sarebbe un fulcro, a metà strada del rapporto, ad assicurare giustizia. Questo nucleo è ormai dimenticato, ignorato, eppure resiste. Possiamo percepirlo con i cinque sensi, percorrendo la strada davanti a noi, per poi discendere a ritroso, continuando a marciare ostinatamente sulla via. È il punto che garantisce, è la legge che scotta.
Che cosa ci giustifica quando comunichiamo? Quando esprimiamo questo mare di parole, stivato nella nave?!
La soluzione per la salvezza sta nella scelta. E la scelta non sta nelle parole, ma all’inizio. Se proprio dobbiamo allontanarci dalla natura e scegliere il male, rinunciando alla rinascita, sarebbe il caso, almeno, di trovarci una religione e crederci, senza troppe storie, senza mezze misure. Per veder brillare la luce dell’identità sul fondo del pozzo, per goderci l’aria fresca di sera, senza puzzare di carogna!

III)
Ogni movimento – che può interessare indifferentemente pittura, performance, poesia e musica – mirerà alla destabilizzazione di una superficialità di forma e contenuti. La soluzione sarà l’estinguersi di ogni sintesi definitiva. Un nocciolo fondante inizierà a porsi come inconoscibile, per scomparire finalmente nella definizione della propria inesistenza. L’incontro con l’altro potrà ristabilire una dottrina, ancorata sul confronto e sullo scambio, ignorando la ricerca dell’essenza e la dialettica tra verità e finzione. La vita – nella sua interezza – diverrà, allo stesso modo, la chiave della rappresentazione? Considerare la percezione del nostro stesso respiro come un fatto virtuale, in quanto conoscibile attraverso i sensi, potrà spaventarci, ma saprà aprire un nuovo dominio di conoscenza all’interno della nostra circoscritta realtà.

Ivan Fassio