Piccoli studi di Mario Sironi dal 1915 al 1955
Sono piccole opere personali (studi di pubblicità, di copertine e di grandi quadri; scorci di paesaggio e ritratti di proporzioni ridotte) che vennero conservate dalla famiglia e catalogate. Saranno esposte inoltre alcune delle opere preparatorie per i mosaici e gli affreschi della grande decorazione in cui Mario Sironi eccelleva.
Comunicato stampa
Sono piccole opere personali (studi di pubblicità, di copertine e di grandi quadri; scorci di paesaggio e ritratti di proporzioni ridotte) che vennero conservate dalla famiglia e catalogate. Saranno esposte inoltre alcune delle opere preparatorie per i mosaici e gli affreschi della grande decorazione in cui Mario Sironi eccelleva.
I percorsi sironiani all’interno di questi piccoli formati mettono in evidenza una fibrillazione creativa che si muove come in un diario costante di forme, di esperimenti, di sorprese e di meditazioni notturne, di passioni e di confessioni, che nelle opere gigantesche trovano analoghe e non meno problematiche configurazioni. Fabio Benzi
La mostra e il catalogo – realizzato da Edizioni Cinquantasei Bologna – proporranno al pubblico un’appassionante lettura del lavoro di questo straordinario artista italiano che – come sostenuto da importanti studiosi italiani ed esteri tra i quali Margherita Sarfatti, Agnoldomenico Pica, Rossana Bossaglia, Claudio Spadoni – è stato uno dei grandi protagonisti della storia dell’arte europea del ’900.
L'Artista
Mario Sironi nasce nel 1885 a Sassari, città che lascerà all’età di un anno con la famiglia per trasferirsi a Roma.
Durante l’università abbandona gli studi per dedicarsi esclusivamente alla pittura con un’impostazione di tipo divisionista.
Frequenta la Scuola Libera del Nudo in via di Ripetta, annessa all’Accademia di Belle Arti. È quiche conosce Umberto Boccioni, Gino Severini e Giacomo Balla.
Nel 1908-1910 Sironi matura un divisionismo simile a quello di Balla, ma più largo e denso, che riprende l’esempio di Cézanne e del postimpressionismo, in particolare di Pisarro.
Nel 1913-1914 aderisce al movimento futurista.
Il 26 marzo 1923 nasce Novecento ideato e promosso da Margherita Sarfatti, la prima mostra si tenne presso la Galleria Pesaro a Milano inaugurata da Benito Mussolini
Nel 1932 pubblica il celebre articolo Pittura murale su ‘Il Popolo d’Italia’, scritto fondamentale nel quale Sironi affronta per primo e con grande autorevolezza la questione della necessità storica e sociale della pittura murale.
Nel 1933 Sironi è chiamato a far parte del direttorio della ‘V Triennale Internazionale dell’Architettura e delle Arti Decorative’ di Milano insieme a Carlo Alberto Felice, Giovanni Muzio e Gio Ponti.
Nel 1939 Espone alla ‘Mostra d’arte contemporanea’ di New York.
Nel 1951 Partecipa alla IX Triennale di Milano, che si inaugura a maggio, con opere grafiche e bozzetti pubblicitari esposti nel Salone Arti Grafiche e Pubblicità, ordinato da E. Carboni e D. Villani.
Nel 1954 riceve dall’Accademia di San Luca il Premio Luigi Einaudi e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri la Medaglia d’Oro come ‘benemerito dell’istruzione, della cultura e delle arti’.
Nel 1955 in giugno espone una serie di opere ultime alla Mostra d’Arte italiana di Tokyo. L’edizione di ‘Documenta’ a Kassel nel settembre lo vede presente con tre opere degli anni 1917-1920 e 1924, curatore della rassegna è Werner Haftmann.
Nel 1956 Figura tra ‘I Maestri della Mostra Antologica della Pittura e Scultura Italiane dal 1910 al 1930’ nell’opuscolo pubblicato a cura del Centro di documentazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri in occasione della consegna della medaglia d’oro agli artisti che avevano partecipato alla VII Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma.
Muore a Milano nel 1961.