Perimetrare

Informazioni Evento

Luogo
CHIOSTRO DI SAN FRANCESCO
piazza San Francesco , Umbertide, Italia
Date
Dal al

da lunedì a sabato 10:00 – 19:00/20:00

Vernissage
05/10/2013

ore 16,30

Contatti
Telefono: +39 0759415958
Patrocini

del Comune di Umbertide

Artisti
Franco Ottavianelli, Leonella Masella, Aude Fourel
Generi
arte contemporanea, collettiva
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Questa volta i tre artisti si ritrovano in un chiostro francescano a misurarsi con il tempo cronologico che qui detta le sue regole attraverso gli elementi architettonici e la distribuzione dello spazio: il giardino claustrale ordina e favorisce la disposizione stessa delle opere che occupano piani distinti e ben definiti di un luogo che fu di preghiera e raccoglimento.

Comunicato stampa

E' il Chiostro di San Francesco ad Umbertide ad accogliere la mostra "Perimetrare" di Aude Fourel, Leonella Masella e Franco Ottavianelli che tornano a convivere dopo l'intervento al Palazzo del Gusto di Orvieto (dicembre 2012) e continuano il discorso sviluppato, in collaborazione con Simona Antonacci, nel progetto “SIC VOLVERE PARCAS” L’arte del CICLARE.

“Sic volvere Parcas” (Così filano le Parche). Così Virgilio cantava le mitologiche Parche nel Proemio dell’Eneide, divinità tutelari del destino dell’uomo. La prima filava il filo della vita, la seconda dispensava i destini, assegnandone uno a ogni individuo stabilendone anche la durata, e la terza, l'inesorabile, tagliava il filo al momento stabilito.[...] L’inesorabilità del destino, dunque, come garanzia di trasformazione, di mutamento, di reinvenzione, insomma di libertà. Proprio quella da sempre appannaggio dell’arte.

Questa volta i tre artisti si ritrovano in un chiostro francescano a misurarsi con il tempo cronologico che qui detta le sue regole attraverso gli elementi architettonici e la distribuzione dello spazio: il giardino claustrale ordina e favorisce la disposizione stessa delle opere che occupano piani distinti e ben definiti di un luogo che fu di preghiera e raccoglimento. Il perimetrare, già di per se un atto simbolico e sacrale, è una trasfigurata declinazione del ciclare nel suo senso di "andare verso".
Sulle pareti perimetrali, nelle nicchie poco profonde si snoda la narrazione di Leonella Masella: il ciclo figurativo "Il viaggio di Avatar" richiama la perdita di un paesaggio organico per uno fortemente antropizzato e non più armonico evocato dalla dea indiana Avatara, incarnata in una futuristica pattinatrice lanciata a tutta velocità per spargere consapevolezza fra gli esseri umani. Le ampie distese desertiche e metropolitane sono attraversate da figure come sinopie, o replicanti, la cui identità non ci interessa, che tagliano i piani della narrazione riportando in auge il concetto stesso di impianto spaziale in quanto regola. Le figure umane e animali, si ripetono e si ricompongono in infinite varianti sempre riferite ad un bestiario che l'artista crea e ricrea continuamente immettendo elementi di lavori precedenti come a riprendere continuamente il discorso. Aude Fourel riprende il filo portandolo in una sola nicchia e concentrandolo lì; nel vano più profondo del chiostro vi è l’installazione "Zitta Cassandra!", una scatola che contiene frammenti fotografici stampati su carta e su vetro, insieme a pezzetti di merletto e di oggetti preziosi. "Zitta Cassandra!" è un percorso di immagini silenziose, prima fra tutte l'autoritratto dell'artista stessa.
L’esclamazione che da' il titolo all'opera è utilizzata da Jean-Luc Godard nelle Storie del Cinema per condannare i ricordi e le certezze. Le opere, per tacito accordo, indipendenti ormai dai loro autori, abitano uno spazio unico e si dispongono entro limiti e perimetri facendo passare il discorso di uno nell'altro, in un dialogo aperto, in un incrocio continuo di sguardi. Lasciati i portici protetti ci si espone alle intemperie e agli astri. Esattamente come l'opera mutante di Franco Ottavianelli, Absolum, al centro del chiostro, al centro di un universo di segni: ecco la filastrocca in ciclo continuo "…di rocco di filo di cusa e di lana di sufo con rocco e con fuso…" composta di 16 parole, 48 lettere, 16 spazi a farsi strumento, metro, per misurare e seguire le quadrature del giardino claustrale. 192 fogli di carta rosaspina per incisione calcografica scritti con le spore di funghi porcini. Spore ed essenze raccolte vicino al Tevere cambieranno nel succedersi dei giorni, mutando nel colore e nel vigore delle forme. L'azione del perimetrare induce lo sguardo a terra, ma non vi è azione umana che non abbia nello spazio siderale la sua coeva controparte.

Durante la serata inaugurale è in programma dalle 18.30 una serie di proiezioni:
Federico Cau, Incontri ravvicinati, 6'
Franco Ottavianelli, Rotoli Sapienzali, 10'
Leonella Masella, Andata Ritorno, 8'30"
Aude Fourel, ST#1, 2'30" e ST#2, 2'40"

Biografie Artisti:

Nato a Vallerano (VT), Franco Ottavianelli spazia nei suoi riferimenti dagli Etruschi ai Sumeri, da Alfred Jarry agli esagrammi King di FuHsi alle torri sufiche. Nella sua opera commistioni di linguaggi e di materiali: sabbie, zuccheri e grassi, acidi, alcali, spore di miceti, lieviti della frutta, muffe ma anche mezzi multimediali. Le sue installazioni giocano seriamente con le risonanze segrete dei numeri e le trame sotterranee delle liste, per scoprire la permanente e permeante relazione tra tutte le cose, la quadratura del cerchio, o la rotondità del quadrato magico.

La capacità propriamente umana di rimettere in azione, è il cuore del lavoro di Leonella Masella, nata a Taranto. Nel suo lavoro la contraddizione, ormai esplicita, tra ciò che chiamiamo progresso e la degenerazione della qualità della vita, prende forma attraverso la creazione di un mondo immaginifico ma concreto.

Al centro del lavoro di Aude Fourel, artista francese, è il significato più profondo e atavico del senso del movimento che attraversa e lega fotografia, cinema e performance intesa come fluire di movimenti del corpo.
Nella sua installazione protagonista è l’immagine, nei diversi modi in cui si declina, e si incarna, nella materia. "Zitta Cassandra!" è composta da una serie di fotografie stampate con emulsione fotosensibile che creano un percorso a terra e all’interno della terra. L’installazione presenta una mitologia del silenzio e dell’assenza attraverso autoritratti dell’artista dal volto celato: un filo interrotto, l’impossibile attraverso lo specchio.