Per un filo di seta

Informazioni Evento

Luogo
MAO - MUSEO D'ARTE ORIENTALE
Via San Domenico 9/11, Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

mar-ven h 10 -18; sab-dom h 11 – 19; chiuso lunedì. La biglietteria chiude un'ora prima.

Vernissage
27/07/2017

ore 18

Biglietti

Intero € 10, ridotto € 8, gratuito fino ai 18 anni e abbonati Musei Torino Piemonte

Patrocini

Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

Ambasciata del Giappone

Comitato 150° Anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia

Fondazione Italia Giappone

Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi

Generi
documentaria, fotografia

Una mostra dedicata all’apertura dei rapporti fra Italia e Giappone nella seconda metà del 1800, quando militari, diplomatici e commercianti, per lo più piemontesi e lombardi, affrontarono le difficoltà del viaggio e di un paese dove erano in atto rivolgimenti politici e sociali che lo resero da feudale a moderno in un quarto di secolo.

Comunicato stampa

Una mostra dedicata all’apertura dei rapporti fra Italia e Giappone nella seconda metà del 1800, quando militari, diplomatici e commercianti, per lo più piemontesi e lombardi, affrontarono le difficoltà del viaggio e di un paese dove erano in atto rivolgimenti politici e sociali che lo resero da feudale a moderno in un quarto di secolo. Di particolare interesse sono le testimonianze lasciate da alcuni setaioli piemontesi procacciatori di seme-bachi, ossia uova di baco da seta, che in quegli anni sfidarono innumerevoli difficoltà per difendere il prestigio dell’industria serica italiana. Tra questi vanno ricordati il Cav. Pietro Savio di Alessandria e Giovanni Battista Imberti di Racconigi che scrissero rispettivamente un prezioso diario e una raccolta di memorie.

Straordinario rilievo ebbe la figura di Vittorio Sallier de La Tour per il ruolo fondamentale svolto nel consolidarsi dei rapporti tra l’Italia ed il Giappone.

Indiscusso protagonista di questo racconto, il Conte Sallier de La Tour raggiunse il Giappone nel 1867 e vi rimase fino al 1870 stabilendosi a Yokohama - uno dei pochi porti aperti all’esterno in un Giappone che lentamente stava uscendo da secoli di isolamento - con sua moglie la contessa Mathilde Sallier de La Tour, nata Ruinart dei marchesi de Brimont.

Nei libri che si sono conservai fino a noi - ricchi di disegni, di carte geografiche, di incisioni - si trovano testimonianze delle fatiche di questi viaggi avventurosi. In un’epoca dove la maggior parte delle persone nasceva e moriva senza spostarsi mai, il fascino per l’esotico li induceva ad acquistare vari oggetti, a volte persino piccoli animali, da riportare in patria come souvenir molto speciali per quel gusto orientale, quel “giapponismo”, che di lì a poco avrebbe affascinato tutta l’Europa.

Lungo il percorso di visita, a guidarci alla scoperta di quelle vite avventurose, troveremo vecchie fotografie, immagini dell’Imperatore Meiji, xilografie (in uno splendido nishiki-e è raffigurato l’arrivo della delegazione italiana guidata da Sallier de La Tour a Maebashi nella Prefettura di Gunma) disegni (bellissimi gli schizzi di Madame Sallier de La Tour ritraenti le persone che incontrò nel 1869), porcellane e documenti inediti concessi dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Nella foto, scattata durante la prima missione italiana nelle regioni sericole interne del Giappone, riconosciamo al centro, a cavallo, Mathilde, la moglie del Ministro Plenipotenziario e Inviato Straordinario conte Vittorio Sailler de la Tour, a destra il Cav. Pietro Savio di Alessandria riconoscibile dal copricapo.

LA MOSTRA

A cura dalla Prof.ssa Teresa Ciapparoni La Rocca

già docente di studi giapponesi presso la Facoltà di Lettere della “Sapienza” Università di Roma

in collaborazione con:

MAO Museo d’Arte Orientale

e Link Japan 4 Events