Per accumulo o per sottrazione

Informazioni Evento

Luogo
CHIESA DI SAN DOMENICO
via Aragonese , Gaeta, Italia
Date
Dal al
Vernissage
07/01/2012

ore 17

Contatti
Email: ufficiostampa@seminariasogninterra.it
Sito web: http://www.memoriefestival.it
Biglietti

ingresso libero

Patrocini

Il Festival Memorie è un progetto di TURISMO CREATIVO in collaborazione con l'Associazione Amici di Gaeta Città d'Arte e con il patrocinio dellì.Assessorato al Turismo di Gaeta e l'Arcidiocesi di Gaeta.

Artisti
Carlo De Meo, Giacomo Lion
Generi
arte contemporanea, doppia personale
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Mostra d’arte contemporanea nell’ambito del Memorie Contemporary Festival.

Comunicato stampa

Il gruppo curatoriale SEMInARIA sogninterra aderisce al progetto "Memorie" in programma a Gaeta, presso la Chiesa di San Domenico il 7 e 8 gennaio 2012, con un intervento dedicato alla ricerca artistica contemporanea.

Saranno Carlo De Meo e Giacomo Lion, due degli artisti che hanno partecipato alla prima edizione del Festival SEMInARIA sogninterra (gli scorsi 26 e 27 agosto a Maranola) ad imbastire trame leggere sul tema della memoria, in uno spazio già pregno di storie.

La memoria usa il tempo, ci gioca, lo guarda, paziente mentre questo si deposita sugli oggetti e negli spazi. Seleziona, organizza in periodi e a questi lega immagini, sensazioni e ricordi esclusivi, perchè appartenuti a quel momento esatto e ad esso unicamente riconducibili. Le ombre lasciate dal passaggio delle tante umanità che nel tempo si sono raccolte in questa chiesa ritorneranno ad animare la volta superiore della chiesa e le navate sottostanti, in un continuo scambio di sguardi. Saranno sempre le ombre ad indicare le visioni da rincorrere in un presente appena trascorso. Un'essenza afferrabile eppure leggera, quasi sospesa, mutevole. Spazio che diventa spunto, figura, luce, in cui la memoria dà vita ai colori che nel tempo si opacizzano. L'immateriale diventa sensibile attraverso l'attivazione di un cortocircuito che spalanca una finestra su di un passato più o meno prossimo.

CARLO DE MEO (Maranola, LT – 1966). I suoi primi lavori erano caratterizzati da una profonda ricerca oggettuale che gli permetteva di concentrarsi più sul procedimento di costruzione dell'opera che sull'opera stessa. Oggetti di uso comune divenivano nelle sue mani curiose forme biomorfe o domestiche (Tagliato 96, 1998 – Testarossa, 1999). L'artista decide poi di trascinare la sua figura (ridotta al 33%) all'interno dell'opera, facendole ricoprire all'occorrenza il ruolo del narratore, dell'attore non protagonista e persino dello spettatore. Si infiltra e mimetizza all'interno degli spazi per raccontare storie in cui la memoria, la corporeità, l'esperienza del quotidiano e il ribaltamento inventivo degli oggetti presuppongono uno svolgimento continuo che dall'esterno scivola verso l'interno, orientando le azioni del vivere (Mida, 2002 – Internogiorno, 2006).

GIACOMO LION (Zevio, VR 1985) focalizza la sua riflessione sull'analisi delle particolari anomalie comunicative dell'uomo contemporaneo sovvertibili attraverso lo sconvolgimento fisico ed emotivo dei contesti in cui si realizzano. Lion si propone di amplificare lo spazio, deformandolo, stravolgendolo e moltiplicandone le prospettive, invitando lo spettatore a viverlo attraverso rinnovate percezioni e emozioni.