Pataphysique / Patafisica

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA MOITRE
Via Santa Giulia 37 bis 10010, Torino, Italia
Date
Dal al

Lunedi – Giovedì: 12.00 – 20.00, Venerdì: 9,30 – 18,00, Sabato: 9,00 – 13,00

Vernissage
28/01/2016

ore 18,30

Generi
arte contemporanea, collettiva
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La Galleria Moitre, in collaborazione con l’Alliance Française di Torino (esposizione presso la sede dal 26 gennaio al 10 marzo), è lieta di presentare “Pataphysique”, mostra collettiva di artisti la cui inclinazione si muove in direzione della corrente letterario artistica Patafisica conosciuta come “la scienza delle soluzioni immaginarie”, concepita dallo scrittore e drammaturgo francese Alfred Jarry nel 1898.

Comunicato stampa

Essa studierà le leggi che reggono le eccezioni e esplicherà l’universo supplementare a questo; o meno ambiziosamente descriverà un universo che si può vedere e che forse si deve vedere al posto del tradizionale, le leggi che si è ritenuto di scoprire dell’universo tradizionale essendo anche delle correlazioni di eccezioni, sebbene più frequenti, in ogni caso fatti accidentali che, riducendosi a delle eccezioni poco eccezionali, non hanno neppure l’attrattiva della singolarità.

(Gesta e Opinioni del Dottor Faustroll patafisico romanzo neo-scientifico. Alfred Jarry)

La Galleria Moitre, dal 27 gennaio al 12 marzo 2016, in collaborazione con l’Alliance Française di Torino (esposizione presso la sede dal 26 gennaio al 10 marzo), è lieta di presentare “Pataphysique”, mostra collettiva di artisti la cui inclinazione si muove in direzione della corrente letterario artistica Patafisica conosciuta come “la scienza delle soluzioni immaginarie”, concepita dallo scrittore e drammaturgo francese Alfred Jarry nel 1898.
Letteralmente patafisica, dal francese 'pataphysique, significa: “ciò che è vicino a ciò che è dopo la fisica”, dove per dopo la fisica s'intende la metafisica. Rispetto alle altre scienze, la Patafisica non si occupa del generale quanto piuttosto del particolare, preoccupandosi delle eccezioni rispetto alle regole.
La patafisica è dunque “la scienza delle soluzioni immaginarie”, che accorda simbolicamente ai lineamenti le proprietà degli oggetti descritti per la loro virtualità. Cronologicamente è Père Ubu, personaggio creato da Alfred Jarry e protagonista di una serie di pièce teatrali, a pronunciare per la prima volta il termine Patafisica. Il personaggio di Ubu nasce sui banchi del liceo di Rennes e trae ispirazione da un professore di fisica, Félix Hébert, preso in giro dagli studenti in una parodia scolaresca. Jarry trasforma successivamente il personaggio di Hébert in Ubu dedicandogli ampio spazio nella sua opera divisa in vari cicli: Ubu re (1896), Ubu incatenato (1899), Ubu cornuto (pubblicato nel 1944) e Ubu sulla collina (1901).
É nel testo Gesta e Opinioni del Dottor Faustroll patafisico romanzo neo-scientifico che Alfred Jarry espone i principi e le funzionalità della Patafisica soffermandosi sull’epifenomeno e spiegandolo attraverso la scoperta di un universo supplementare al nostro. Jarry dimostra così come sia sciocco decifrare un fenomeno in modo univoco quando ne esistono infinite interpretazioni.

Gli artisti presenti in mostra con opere di carattere patafisico sono Fabio Valerio Tibollo (In esposizoone all’Alliance Francaise), Lavinia Raccanello, FrancescoTudorr, Artsiom Parchynski, Spazienne, VVVB e Giulio Alvigini.

Esposizione a cura di Letizia Liguori, Nadia Lorefice, Valentina Parisio

L’Alliance Francaise di Torino, in collaborazione con la Galleria Moitre è lieta di presentare l’esposizione di Fabio Valerio Tibollo, che si inserisce nell’evento “Pataphysique/Patafisica”, corrente letterario artistica conosciuta come “la scienza delle soluzioni immaginarie”, concepita dallo scrittore e drammaturgo francese Alfred Jarry nel 1898.
Per l’occasione, presso i propri spazi sarà visitabile l’opera, per la prima volta in Italia, dal titolo “Macchina-per-ispirare- l’amore”, tratto dal romanzo “Le Surmâle/”Il Supermaschio”,dove Jarry descrive una macchina in grado di ispirare l’amore, ponendo il desiderio non come una forza dell’immaginario basata sulla mancanza, ma come un motore reale e produttivo.
L’artista ha provato, grazie a conoscenze tecniche e con capacità derivanti direttamente dal suo immaginario, a ripensare, adattando la parte letteraria ad una visione reale del lavoro, con una necessaria trasposizione che non interessa solo l’aspetto estetico ma anche il significato intrinseco del lavoro.
Infatti, il passaggio temporale tra la creazione del testo (1902) e la contemporaneità, è fonte di profonda riflessione che sfocia nella presa di coscienza di un macchinario che induce atti che di per se dovrebbero essere al di fuori della tecnologia e che inevitabilmente, seguendo il tracciato dello scritto, sfociano in condizioni aberranti che portano ad atti estremi.
Nella stessa esposizione vi sarà anche la possibilità di osservare i video dell’evento a cui si ricollega la sala, in corso dal 27 gennaio al 12 marzo, presente alla Galleria Moitre, in cui vari artisti hanno affrontato il tema della Patafisica con opere create durante gli anni.