Paolo Ventura – Carousel

Informazioni Evento

Luogo
CAMERA CENTRO ITALIANO PER LA FOTOGRAFIA
Via delle Rosine 18 10123 Torino, Torino, Italia
Date
Dal al

lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì dalle 11.00 alle 20.00. Chiusura il sabato e la domenica in base alle norme in vigore.
Si aggiunge ora, sul sito di CAMERA e a partire dall’1 febbraio, un nuovo sistema di prenotazione (l’opzione resta facoltativa), che permette di scegliere, accedendo all’apposita sezione, il giorno e l’orario della propria visita in base alle disponibilità evitando così attese all’ingresso. Non verranno accolte prenotazioni telefoniche e via e-mail.

Vernissage
01/02/2021

no

Biglietti

Ingresso Intero € 10 Ingresso Ridotto € 6, fino a 26 anni, oltre 70 anni Soci Touring Club Italiano, Amici della Fondazione per l’Architettura, iscritti all’Ordine degli Architetti, iscritti AIACE, iscritti Enjoy, soci Slow Food, soci Centro Congressi Unione Industriale Torino, possessori Card MenoUnoPiuSei. Possessori del biglietto di ingresso di: Gallerie d’Italia (Milano, Napoli, Vicenza), Museo Nazionale del Cinema, MAO, Palazzo Madama, Borgo Medievale, GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna, Forte di Bard, MEF - Museo Ettore Fico, FIAF. Ingresso Gratuito Bambini fino a 12 anni Possessori Abbonamento Musei Torino Piemonte, possessori Torino+Piemonte Card, possessori tessera ICOM. Visitatori diversamente abili e un loro accompagnatore. Guide turistiche abilitate. Servizio di biglietteria e prevendita a cura di Vivaticket.

Curatori
Walter Guadagnini
Generi
fotografia, personale
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Un percorso all’interno dell’eclettica carriera di Paolo Ventura (Milano, 1968), uno degli artisti italiani più riconosciuti e apprezzati in Italia e all’estero.

Comunicato stampa

Paolo Ventura. Carousel

Torino, CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia

17 settembre – 8 dicembre 2020

Mostra a cura di Walter Guadagnini, con la collaborazione di Monica Poggi

Dal 17 settembre al 8 dicembre CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia ospita “Carousel”, un percorso all’interno dell’eclettica carriera di Paolo Ventura (Milano, 1968), uno degli artisti italiani più riconosciuti e apprezzati in Italia e all’estero.
Dopo aver lavorato per anni come fotografo di moda, all’inizio degli anni Duemila si trasferisce a New York per dedicarsi alla propria ricerca artistica. Sin dalle sue prime opere Ventura unisce alla grande capacità manuale una particolare visione poetica del mondo, costruendo delle scenografie all’interno delle quali prendono vita brevi storie fiabesche e surreali, immortalate poi dalla macchina fotografica. Con “War Souvenir” (2005), ambientato in un tempo imprecisato che rimanda alle atmosfere dell’Italia della Seconda Guerra Mondiale, ottiene i primi importanti riconoscimenti, come l’inserimento all’interno del documentario della BBC “The Genius of Photography” nel 2007. Dopo dieci anni negli Stati Uniti, rientra in Italia dove realizza alcuni dei suoi progetti più celebri, all’interno dei quali mescola fotografia, pittura, scultura e teatro, come ad esempio nella scenografia di “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo, frutto dell’importante collaborazione con il Teatro Regio di Torino, di cui CAMERA ha esposto alcuni lavori preparatori a gennaio del 2017.
In quest’occasione le sale del museo ospitano alcune delle opere più suggestive degli ultimi quindici anni – provenienti da svariate collezioni, oltre che dallo studio dell’artista – in un’assoluta commistione di linguaggi che comprende disegni, modellini, scenografie, maschere di cartapesta e costumi teatrali. Non mancano i progetti più iconici della prima fase della sua produzione: il già citato “War Souvenir”, “L’Automa” e una selezione da “Winter Stories”, in cui i protagonisti delle narrazioni sono dei burattini e gli ambienti dei piccoli set teatrali costruiti dallo stesso Ventura sul tavolo del suo studio. Con le “Short Stories” inizia una fase nuova della sua ricerca: di ritorno dalla Grande Mela si stabilisce nel piccolo borgo di Anghiari, nei pressi di Arezzo, dove, all’interno di uno studio particolarmente luminoso ricavato da un vecchio fienile, allestisce una pedana e un fondale su cui lui stesso impersona, insieme alla moglie e al figlio, brevi vicende paradossali e fiabesche. Un elemento che ritroviamo anche nei progetti più recenti che, pur perdendo la sequenzialità narrativa, rimangono ricchi di una suggestione surreale. In particolare, lo si nota nei collage in cui i soggetti – gli stessi che ricorrono nell’intera produzione dell’artista: soldati, maghi, artisti, pagliacci e saltimbanchi – si stagliano su una superficie che nel corso degli anni ha lasciato sempre maggior spazio alla pittura.
Non si tratta, tuttavia, di un percorso lineare né di una retrospettiva, quanto piuttosto di una messa in scena di tutti i temi più frequenti della sua poetica, fra i quali spiccano quello del doppio e della finzione. Le prime sale dello spazio espositivo torinese diventano quindi un’autentica full immersion nella poetica di Ventura, un vero e proprio ingresso all’officina dove nascono e si compongono le storie elaborate dall’artista, anche grazie all’allestimento di alcuni degli elementi che concorrono alla loro realizzazione. Un viaggio e un racconto, dunque, secondo quelli che sono i temi e le modalità espressive predilette da Ventura, rappresentante di una fotografia volutamente narrativa: non a caso, i testi che accompagneranno questo percorso saranno stesi e scritti direttamente dall’artista, che diviene la voce narrante della mostra.
La seconda metà dell’esposizione sarà invece dedicata interamente a due nuovi e inediti progetti: il primo è “Grazia Ricevuta”, rivisitazione affettuosamente ironica del tema dell’ex voto, che Ventura naturalmente rielabora a partire dalla manipolazione dell’immagine e dalla presenza costante della sua figura e di quella delle persone a lui vicine. Un ulteriore affondo nella cultura popolare, così amata e ben conosciuta da Ventura, una cultura che da sempre fornisce icone e tematiche al multiforme artista milanese. Il secondo lavoro inedito, “La Gamba Ritrovata”, esposto in questa occasione è il frutto di una residenza svolta presso l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione di Roma, avviata grazie alla collaborazione fra CAMERA e l’ente ministeriale. Sulla scorta dello studio e della riflessione sulla rappresentazione delle vicende risorgimentali, a partire dagli Archivi dell’ICCD, Ventura allarga il proprio orizzonte ai temi della rappresentazione della guerra attraverso la fotografia e della difficile accettazione della modernità del mezzo fotografico in un paese fortemente legato alla tradizione come l’Italia del XIX secolo. Tutto questo attraverso il romanzesco rinvenimento di una serie di rare carte salate, risalenti al periodo risorgimentale, nel corso della residenza romana dell’artista.
Pressoché sconosciute al pubblico sono anche le prime opere, che ritroviamo eccezionalmente in mostra, con le quali Ventura inizia a sperimentare con un obiettivo close-up e un flash anulare alla fine degli anni Novanta, dopo essersi allontanato dall’ambiente della carta patinata.
Conclude il percorso una grande e spettacolare installazione, che trasforma l’intero lungo corridoio di CAMERA nel palcoscenico sul quale appare e si sviluppa una città immaginaria, composta dalle tante architetture realizzate da Ventura nel corso degli anni, riassemblate e reinventate per questa occasione in un allestimento di grande suggestione.

In aggiunta alle già ricche immagini in mostra a CAMERA, all’interno della Project Room dell’NH Collection Piazza Carlina è esposta una selezione di opere realizzate in occasione della collaborazione con “Vogue”, iniziata nel 2019 su invito di Ferdinando Verderi.

La mostra di Paolo Ventura – commenta Walter Guadagnini, direttore di CAMERA – segna una nuova tappa nella presentazione delle maggiori personalità della fotografia italiana contemporanea che stiamo presentando in questi anni a CAMERA. A partire dalla piccola mostra su alcuni lavori di Ventura per la scenografia di ‘Pagliacci’, che abbiamo ospitato nella nostra Project Room nel 2017, abbiamo lavorato fianco a fianco con l’artista per scavare nei suoi archivi e portare in questa mostra alcune opere che non sono mai state esposte prima d’ora in Italia, fino ad arrivare alle sue creazioni più recenti. Un percorso di collaborazione molto stimolante che ci ha condotto ad un’installazione unica - scenografica e spettacolare, un unicum nel panorama degli allestimenti di CAMERA - che permette di evidenziare anche nuove chiavi di lettura dell’opera di Ventura stesso.

Sono orgoglioso – continua Emanuele Chieli, presedente di CAMERA – che proprio durante il quinto compleanno di CAMERA, che sarà il primo ottobre, ci sia in mostra un artista così versatile ed eclettico come Paolo Ventura la cui originale mostra si inserisce a pieno titolo tra le grandi mostre prodotte da CAMERA. L’esposizione dei lavori di Paolo Ventura è la quarantesima che CAMERA propone al suo pubblico, considerando le mostre principali e quelle in Project Room. Un bellissimo risultato per questi primi anni di lavoro. Mi auguro che il pubblico - che post lockdown è tornato a scoprire le storie visive che CAMERA racconta con le sue mostre - apprezzi una mostra che è davvero un esempio di commistione tra arte, fotografia, ricerca e visione.

Curata da Walter Guadagnini, con la collaborazione di Monica Poggi, la mostra sarà accompagnata dalla pubblicazione della prima monografia dedicata all'opera di Paolo Ventura. Il volume, edito da Silvana Editoriale, ripercorre quindici anni di attività dell’artista attraverso la presentazione di ventuno serie realizzate dal 2015 a oggi, offrendo un’interpretazione singolare e assolutamente originale della staged photography. Oltre al saggio dello stesso Guadagnini, al suo interno troviamo un testo della scrittrice e critica letteraria Francine Prose e una lunga intervista di Monica Poggi.

L’attività di CAMERA è realizzata grazie a Intesa Sanpaolo, Lavazza, Eni in particolare la programmazione espositiva e culturale è sostenuta dalla Fondazione Compagnia di San Paolo.

Paolo Ventura
Paolo Ventura è nato a Milano nel 1968, dove tuttora vive e lavora. Sin dalle sue prime opere unisce una grande capacità manuale a una visione poetica del mondo, costruendo scenografie dove prendono vita brevi storie fiabesche e surreali, immortalate poi dalla macchina fotografica. Negli ultimi lavori la sua pratica artistica si è ibridata ulteriormente, come dimostrano le diverse collaborazioni col mondo del teatro e la presenza sempre più massiccia della pittura all’interno dello spazio della rappresentazione. Le sue opere sono incluse in importanti collezioni pubbliche e private, fra cui il Museum of Fine Arts di Boston, la Library of Congress di Washington, la Maison Européenne de la Photographie di Parigi, il MACRO di Roma e il MART di Rovereto. Ha partecipato a mostre collettive e personali in festival, musei e gallerie di tutto il mondo, fra cui Le Rencontres de la Photographie di Arles, The Hague Museum of Photography e il Museo Het Valkhof, entrambi in Olanda, ARMANI / SILOS di Milano e il MAG Museo Alto Garda di Riva del Garda. Ha realizzato le scenografie dell’opera “Carousel” di Rodgers e Hammerstein per il Teatro dell’Opera di Chicago e quelle di “Pagliacci” di Leoncavallo per il Teatro Regio di Torino.