Paolo Mussat Sartor – Visioni
Prima personale nei propri spazi torinesi del noto autore PAOLO MUSSAT SARTOR, testimone ed interprete insostituibile dei momenti salienti dell’evoluzione artistica dell’Arte Povera
Comunicato stampa
PHOTO&CONTEMPORARY organizza la prima personale nei propri spazi torinesi del noto autore PAOLO MUSSAT SARTOR, testimone ed interprete insostituibile dei momenti salienti dell’evoluzione artistica dell’Arte Povera e della scena internazionale dell’arte moderna e contemporanea, ma anche raffinato e colto protagonista nell’ambito della fotografia italiana di ricerca.
Dopo aver per anni elaborato particolari tecniche pittoriche a olio e pigmenti e di viraggio sulle carte fotografiche in b/n, MUSSAT SARTOR è riuscito a distillare esemplari unici di stampe di grande fascino e poesia in cui il tema del viaggio, della visionarietà, del nomadismo interiore emergono in oniriche e delicate immagini, quasi miraggi soffusi, che ci mostrano vedute di paesaggio e scorci di città misteriose e sorprendenti. Rivelazioni di un viaggiatore al volante della sua macchina, immerso in una dimensione solipsistica, quasi febbrile; un viaggio senza sosta attraverso l’ossessione allucinata della fotografia come metafora di un percorso esistenziale ad inseguire una bellezza celata, intravista per un attimo e poi improvvisamente scomparsa.
Immagini oscure e sognanti di Praga, con austeri ed eleganti palazzi sospesi e campanili volanti alla maniera di Chagall, o di Lisbona, malinconica e sfuggente verso l’oceano con le sue famose scale e strade in discesa, prima della sua consacrazione definitiva nei film di Alain Tanner e Wim Wenders.
O ancora Parigi e le città italiane, Venezia con riflessi dorati,la domestica e clandestina Torino, ma anche una Roma anni’70, percorsa timidamente dall’artista in auto, quasi incapsulato nel suo abitacolo, che diventa parte della composizione; una città già avvolta dai primi sintomi del traffico caotico che la caratterizzerà nei decenni successivi.
E ancora meravigliose immagini di costruzione classica che ci mostrano paesaggi mediterranei e soggetti architettonici degni della pittura del ‘600-‘700, fiammeggianti di interventi a pennello che ne amplificano il pathos raffinato e la preziosità.
Fotografie dipinte, in cui la memoria visiva è sedimentata e trasfigurata dall’intervento pittorico successivo e che rivelano la loro reale dimensione estetica solo dal vivo.
Ma che cosa cerca MUSSAT SARTOR nella costruzione delle proprie personalissime inquadrature, nei suoi scorci taglienti ed obliqui dal basso? A noi pare che cerchi sempre uno squarcio di cielo, magari grigio e nuvoloso, ma sempre uno spiraglio di luce, un frammento di bellezza, il dettaglio rivelatore di una speranza, che possa salvarci dalla nostra condizione sofferta di viaggiatori alla ricerca di una meta.