Paolo Iacchetti – La pittura come presenza

Il lavoro di Paolo Iacchetti nasce partendo da elementi primari come linea e colore, sui quali va costruendo relazioni che formano l’immagine, capace di alterare costantemente la percezione di chi osserva.
Comunicato stampa
Il lavoro di Paolo Iacchetti nasce partendo da elementi primari come linea e colore, sui quali va costruendo relazioni che formano l’immagine, capace di alterare costantemente la percezione di chi osserva. L’innesto di forme rettangolari triangolari e ovoidali, che compaiono con una certa frequenza nelle opere degli anni '90, dichiara un interesse dell’artista nei confronti di Cézanne, Rotkho, Albers e Fontana, solo per citarne alcuni, con cui sembra confrontarsi costantemente. Sul finire degli anni '90 e l’inizio del nuovo secolo la sua pittura si fa più rarefatta: le forme si attenuano, sembrano annegare nello spazio del dipinto che assume talvolta un aspetto all’apparenza monocromatico, ma che in realtà va ricercando una nuova sistematizzazione del segno. Una nuova pittura in cui l’artista cerca di ordinare ciò che non è più immediatamente visibile, ma sensibilmente percepibile. All’attività di artista, Iacchetti affianca quella di teorico dell’arte, scrivendo importanti articoli. Nell’ultimo decennio la sua pittura riacquista una nuova attenzione cromatica con cui va a costruire una vibrante pulsazione formale.
Nato a Milano nel 1953, Paolo Iacchetti si laurea in chimica nel 1976 per poi conseguire il diploma all’Accademia di Brera nel 1982. Dal 1983 inizia la carriera artistica che lo porta a esporre soprattutto in Italia, Svizzera e Germania. Ha insegnato “Psicologia dell’arte” all’Università Cattolica di Milano e “Colore e psicologia della forma” presso la Scuola Politecnica di Design di Milano. Decine sono le mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Le sue opere sono presenti in importanti raccolte private, italiane e straniere, e in numerosi musei pubblici. Vive e lavora a Milano.