Paolo Francese

Informazioni Evento

Luogo
BRIGHT CONTEMPORARY GALLERY
p.zza Guerritore, 11 , Nocera Inferiore, Italia
Date
Dal al
Vernissage
19/09/2012

ore 20

Artisti
Paolo Francese
Generi
arte contemporanea, personale
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Dopo la breve pausa estiva, la Bright Contemporary Gallery riprende gli incontri con le eccellenze del panorama campano inaugurando la mostra personale di Paolo Francese, con la presentazione critica di Teobaldo Fortunato.

Comunicato stampa

Dopo la breve pausa estiva, la Bright Contemporary Gallery riprende gli incontri con le eccellenze del panorama campano inaugurando , mercoledì 19 settembre 2012 alle ore 20:00, la mostra personale di Paolo Francese, con la presentazione critica di Teobaldo Fortunato. Le opere saranno in mostra fino al 28 ottobre.
L’evento è a cura della Bright Contemporary Gallery.
"Imprime nella materia le emozioni dell'animo, sollecitate da un'acuta visione della realtà, in una ricerca che fonde umanità, immanenza e spiritualità, trasfigurandole negli articolati ritmi di un linguaggio scultoreo intensamente espressivo.”

Paolo Francese, sculture e pittore, nasce nel 1949 a Nocera Inferiore, dove tutt’ora vive ed opera. Inizia la sua attività nel 1980. Artista poliedrico, ha esordito a Milano presso la galleria Petrofil Rizzoli Arte nel 1990 con una mostra personale di scultura presentata dallo scrittore e saggista Domenico Rea. Fondamentale è l'incontro nel 1992 con lo Scultore e Maestro dell'Accademia di Belle Arti di Brera Nicola Zamboni. È frequentando il suo studio che arricchirà infatti le sue tecniche scultoree. Ha esposto in numerose mostre personali e rassegne sia in Italia che all’estero, ottenendo premi e riconoscimenti. Tra le sue opere, raccolte in collezioni pubbliche e private, si ricorda un bassorilievo nel Liceo Ginnasio G. B. Vico di Nocera Inferiore e una scultura in cotto rivestito di rame presso l’Ospedale Martiri del Villa Malta di Sarno.

“Paolo Francese è un autodidatta. Tutto ciò che riflette la sua scultura non ha nulla di letterario; anche se di una notevole complessità. Purtroppo, è vero anche che chi è digiuno di un qualsiasi insegnamento o scuola riflette inconsapevolmente dei modelli che stanno dentro di lui; perché c'è una memoria delle cose viste e sentite, anche di sfuggita, che s'infiltra dentro ciascuno.
Una persona, per esempio, crede di non aver visto un paesaggio o un tempio. In realtà, come un segretario, gli occhi hanno compiuto una loro registrazione che si deposita nel nostro angstrom e ritorna a galla al momento opportuno. Per molti particolari, evidenti nel suo lavoro, il caso di Paolo Francese corrisponde a questo tipo di sortilegio artistico. Francese riproduce ciò che ha visto e respirato.
E cosa ha visto Francese fin dalla nascita? Il Barocco. Barocche sono state le visioni offertegli dalla sua campagna - una giungla di fertilità, coltivata in alto e in basso - dell'agro-sarnese-nocerino. Tutto in quel particolare sud è barocco, esuberante, invadente, dilagante: le chiese, i campanili, i casolari, persino la parlata. E quindi è stata una conseguenza legittima che la sua scultura abbia preso (si sia impregnata) di tutte le cose, belle e cattive, del mondo circostante.
Per cui si potrà discutere quando si vuole su questo tipo di scultura, ma si deve accettare di trovarsi di fronte a opere vive e palpitanti. E l'esuberanza è proprio un insieme di vizio e forza. Del resto, è sempre stato così. La spontaneità ha un prezzo: l'ingenuità, ma ha anche un suo valore. Il valore delle cose pensate, sentite e fatte.”
(Domenico Rea)