Ouzin – Tracce

Informazioni Evento

Luogo
LA CASA DELLE CULTURE DEL MONDO
Via Giulio Natta 11, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì-venerdì ore 10-18.30, sabato e domenica ore 14-20, lunedì chiuso
chiuso: 19, 20, 21, 25, 26, 27, 28 aprile e 1° maggio
aperto: 22, 23, 24, 29, 30 aprile e 2, 3, 4 maggio

Vernissage
16/04/2014

ore 18,30

Biglietti

ingresso libero

Patrocini

mostra promossa da Provincia di Milano/Assessorato Cultura

Artisti
Ousseynou (Ouzin) Diop
Curatori
Daniela Frigo
Generi
arte contemporanea, personale

La mostra “Tracce” dell’artista senegalese Ousseynou Diop, in arte Ouzin, affronta un tema spesso ridondante per chi lascia il proprio paese, ovvero il segno ci si porta dietro e che rimane dentro la propria anima una volta che si abbandona ciò che più si ama: la propria terra.

Comunicato stampa

La Casa delle culture del mondo della Provincia di Milano propone dal 17 aprile al 14 maggio la mostra “Tracce”, quindici tele in acrilico (80x100 cm) realizzate nell’ultimo anno dall’artista senegalese Ousseynou Diop, in arte Ouzin. La mostra, curata da Daniela Frigo, Mediatrice Artistica, Linguistica e Culturale, è promossa dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Milano.

La mostra "Tracce" dell’artista senegalese Ousseynou Diop, in arte Ouzin, affronta un tema spesso ridondante per chi lascia il proprio paese, ovvero il segno ci si porta dietro e che rimane dentro la propria anima una volta che si abbandona ciò che più si ama: la propria terra. La traccia è un'orma, un’impronta che ritorna, che graffia, che ricorda: è un colore, una forma, un oggetto, una parola ripetuta, un viso sfumato, una nota suonata, un riflesso di luce sullo specchio dell'acqua, la donna amata. La tela permette di immortalare il dolore, la fatica, il desiderio di riscatto, ma anche la passione, la speranza, l'amore. Le tracce sono fondamentali per ricostruire il proprio passato, per ricordare le proprie radici e riallacciarsi al presente: ed è ciò che fa l'artista, che attraverso colori materici, corde, conchiglie e altri utensili manifesta l'esigenza di creare un ponte con tutto ciò che oggettivamente non è più presente, ma che si rende vivo nelle sue creazioni.