Ordine al caos
Solo opere d’arte di grande impatto, solo espressioni di grande senso.
Comunicato stampa
‘Introdurre caos all’ordine’ scriveva Adorno in Minima moralia del 1951, ma è più semplice fare ordine al caos in realtà……Sconvolgere i canoni prestabiliti, disordinare una compostezza pre-impostata in cui tutto ha una regola solo soggettivamente, questo è quello che fa l’arte contemporanea. Da sempre l’arte figurativa è sempre stata vista come più semplice, comprensibile, facile da leggere. Non sempre fattibile da interpretare. Con questa esposizione si intende evidenziare come esistano figurazioni contemporanee apparentemente chiare, banali ed accessibili, ma in ogni gesto come in ogni tono si celano sempre sensi straordinari, diversi, impensabili. Ed ecco che si crea disordine negli schemi prestabiliti di comprensione, solo perché quattro artisti figurativi totalmente differenti per età, stile e tecniche sconvolgono i canoni convenzionali della figurazione per diventare volani di grandiosità, leggerezza ed originalità. Poche parole perché è giusto che a parlare siano le opere di Fabio Adani, Arianna Borello, Claudia Giraudo, Giuseppe Inglese così intensamente complesse, così armonicamente geniali. Claudia Giraudo ha una mano alla stregua di grandi maestri moderni; una figurazione chiara e definita in ogni dettaglio diviene mezzo per trattare singolarmente di un progetto di mappe astrali, audacemente interpretato per determinare la qualità dell’essere. Giuseppe Inglese focalizza la sua attenzione sul corpo umano e tratteggia l’uomo con segni incisivi identificando corpi femminili e maschili vincolati nel muoversi dalla ristrettezza del supporto. L’esistenzialismo governa la pittura di Inglese che, sicuramente influenzata dagli studi filosofici dell’artista, diviene grandiosa nelle rese di uomini che paiono blocchi di marmo con dentro il fuoco poichè sono manifestazione significante di una realtà, tensione di forze accumulate. Arianna Borello si avvale dell’antica tecnica dell’incisione per imprimere volti e figure che non sono mai esaustive definizioni per lo sguardo, ma segni di bozze da completare, tracce di individui che lasciano segni in sguardi parlanti. Fabio Adani è leggerezza e sobrietà indiscussa che si avvale di poco in ogni dove: pochi soggetti, pochi toni, pochi dettagli, pochi gesti. Oniriche dimensioni inquadrano sedie, personaggi lontani in giochi di prospettiva, un’atmosfera trasognata, irreale e per questo imponente e maestosa.
Artisti: Fabio Adani, Arianna Borello, Claudia Giraudo, Giuseppe Inglese