Omaggio a Fulvio Roiter

Informazioni Evento

Luogo
GIARDINI DI CASTELLO
Fondamenta Dell'Arsenale , Venezia, Italia
Date
Il
Vernissage
25/07/2020

ore 21 Arena Giardini della Biennale

Biglietti

intero 8 euro, ridotto studenti 2,50 euro

Generi
fotografia, serata - evento, cinema
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Un inno a Venezia attraverso la proiezione di un filmato con alcune tra le più belle foto in bianco e nero e a colori del celebre fotografo.

Comunicato stampa

Un omaggio al grande fotografo veneziano Fulvio Roiter avrà luogo sabato 25 luglio alle ore 21.00 all’Arena Giardini della Biennale di Venezia, in collaborazione con la Fondazione Fulvio Roiter e il Comune di Venezia, prima della proiezione di Fat City (Città amara, 1971) di John Huston in occasione della rassegna di film classici restaurati intitolata Classici fuori Mostra.
La Fondazione Fulvio Roiter, attraverso la proiezione di un filmato con alcune tra le più belle foto in bianco e nero e a colori del celebre fotografo, un vero e proprio inno alla amatissima città lagunare, vuole così rendere omaggio a Fulvio Roiter mostrando Venezia in tutto il suo incanto mediante l’occhio penetrante del fotografo scomparso quattro anni fa.

Così il Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro: “E’ un onore per tutti omaggiare il grande fotografo veneziano in uno dei luoghi più affascinanti e magici della città. Farlo poi, prima della proiezione di un grande classico come Fat City, capolavoro di Huston, non può che essere la cornice perfetta per onorare Fulvio Roiter, un uomo che, attraverso le sue vedute, è ancora presente in mezzo a noi. Nessuno meglio di lui è riuscito a raccontare la bellezza di Venezia, quella impressa sull’obiettivo della sua macchina fotografica posizionata fra le colonne della Piazzetta o quella che usava per raccontare una storia in uno scatto, un frame di vita quotidiana vissuta da tanti ignari personaggi che si sono trovati a diventare protagonisti di un racconto. Nessuno lo ha eguagliato e, forse, nessuno lo eguaglierà perché per lui la fotografia era il mezzo per suscitare emozioni. Proprio quelle emozioni che lo strappavano dalla monotonia della quotidianità: ‘ Dicono che l’abitudine distrugga l’occhio – diceva -: vivi in un luogo e finisci con il non vederlo più. Può darsi, ma non vale per me: mi salva l’emozione’. Ecco, questa sera l’emozione sarà rivedere attraverso un filmato, la maestria di Roiter e attraverso quelle immagini tornare a innamorarci ancora di più della nostra Venezia.”

Queste le parole della figlia Jessica, Presidente della Fondazione Fulvio Roiter: “Nell’immaginario collettivo quando si parla di Venezia si pensa all’acqua alta oppure alle orde di turisti che invadono la città. Quando invece entro nell’Archivio con le foto realizzate da mio padre gli occhi mi brillano e il cuore si rigenera nel ritrovare la vera Venezia che è perfezione assoluta nella sua magica armonia tra pietra e acqua. Proprio per scuotere gli animi ho voluto creare un filmato di immagini che fosse come un fuoco di artificio, un inno allo splendore di Venezia da parte di mio padre. Anche la scelta di dare una colonna sonora a questo video sottolinea il profondo connubio tra i sensi della vista e dell’udito nel creare un’emozione. Queste foto vogliono essere un inno alla città lagunare, alla sua bellezza nella perfetta armonia.”

E così, davanti agli occhi dello spettatore, scorrono prima le suggestive immagini in bianco e nero di ponti, gondole, canali, riflessi di acqua nella bruma. “Foto delicatissime, elegantissime nella loro apparente semplicità, composizioni da pelle d’oca, raffinatezza, gusto, equilibrio e originalità.” (L. Bertolucci). Sembra quasi di poter respirare l’aria umida in piazza San Marco mentre tre suore camminano sotto un porticato oppure un bambino gioca felice con i colombi. “Nessuno sa cogliere come lui, oltre le cose, anche il senso delle cose” (I. Montanelli). Poi esplode il colore. La laguna blu si confonde con il cielo. I profili merlettati dei palazzi si rispecchiano nelle pozzanghere di acqua e i fiocchi di neve rendono Venezia ancora più fatata mentre ci sembra di sentire il gelo dell’inverno. Ma di colpo irrompe il Carnevale con le sue maschere, i Pierrot, gli Arlecchini, i fuochi di artificio che scintillano sulla laguna e illuminano a giorno il Leone di San Marco. E, ancora, le immagini potenti della Regata Storica con il corteo di barche, il Doge, i figuranti in costume. “Ritenerlo un fotografo illustratore è un insulto. Egli è un rabdomante, e i rabdomanti non ubbidiscono alla logica […] Scrive versi con la macchina fotografica, Roiter.” (A. Bevilacqua).

Note biografiche
Nato a Meolo in provincia di Venezia nel 1926, Roiter si diploma come perito chimico, ma dal 1947 si dedica alla fotografia che diviene la sua attività professionale dal 1953. Nel 1949 aderisce al circolo fotografico La Gondola di Venezia, fondato dall'amico Paolo Monti. Nel 1953 parte per la Sicilia nel suo primo viaggio fotografico, il primo di molti in tutto il mondo. Dopo avere realizzato numerosi reportage per alcune riviste, pubblica nel 1954 il suo primo libro fotografico, il volume in bianco e nero Venise à fleur d'eau. Nel 1956 Roiter vince il premio internazionale francese Nadar con il libro di sole foto bianco e nero Umbria. Terra di San Francesco. Proveniente dalla scuola della fotografia neorealista, Roiter sviluppa e raffina la “forza narrativa e l'occhio poetico” con le sue foto in bianco e nero inventando un formato fino ad allora inusuale, quello rettangolare, in cui colloca personaggi ed oggetti della vita di ogni giorno in un contesto dove vengono rigorosamente privilegiate “le forme della composizione”. Un metodo per il bianco nero quello di Roiter, dove “l'essenzialità e il rigore del bianco nero prevaleva sul trionfo del colore”, questa è infatti la motivazione della giuria che fa vincere al fotografo veneziano il premio Nadar. La sua consacrazione sulla scena internazionale l’ottiene con gli scatti sulla sua Venezia da cui trae il libro Essere Venezia del 1977, stampato in quattro lingue con una tiratura di circa un milione di copie, un best seller unico per l'editoria fotografica. Negli anni Settanta, sull’onda del successo ottenuto, abbandona la fotografia in bianco e nero per dedicarsi al colore, modificando anche radicalmente il suo stile e i soggetti delle sue ricerche.
Durante la sua carriera, Roiter pubblica circa un centinaio di volumi di fotografie compiendo numerosi viaggi in ogni parte del mondo. Muore il 18 aprile 2016 a Venezia.

La Fondazione
Dopo la sua scomparsa, la famiglia eredita migliaia di scatti fotografici, la maggior parte dei quali inediti ed è questo il motivo per cui la figlia Jessica decide di istituire una Fondazione di cui lei ne è attualmente Presidente. La Fondazione Fulvio Roiter ha il compito di diffondere e promuovere le opere che raccontano una vita dedicata alla fotografia, nonché di far riscoprire le opere di Roiter e i suoi inediti.

Un ringraziamento particolare a Le Macchine Effimere per la collaborazione all’evento.