Oltre la crisi. Per la pratica del Comune

Informazioni Evento

Luogo
SALE DOCKS
Dorsoduro 265 , Venezia, Italia
Date
Il
Vernissage
12/10/2011

ore 18

Generi
incontro - conferenza
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Incontro sul tema: Cambiare il mondo al tempo del “nuovo dis-ordine mondiale” #1 Il terremoto nordafricano che sta cambiando lo spazio euro-mediterraneo.

Comunicato stampa

Cambiare il mondo al tempo del “nuovo dis-ordine mondiale” #1
Il terremoto nordafricano che sta cambiando lo spazio euro-mediterraneo.

Issam Heni (blogger – Tunisia) autore delle fotografie che documentano scontri e violenze della polizia pubblicate in Dégage Dégage. Issam fa parte di una delle neonate associazioni che iniziano a mappare la situazione di disoccupazione e precarietà del sud del paese.

Dalì (writer, artista – Tunisia) è un 27enne molto attivo nel suo territorio, in Egitto e Siria. Ora vive a Parigi in seguito al conseguimento di un Dottorato.

Faten Hamdi (giornalista di Radio Kalima – Tunisia) giornalista/attivista di una radio indipendente tunisina.

Sophia Baraket e Rhania Dourai (collettivo Artocracy – Tunisia) con il progetto ”INSIDE OUT” Artocracy sostituisce le effigi del passato regime con una serie di ritratti di cittadini tunisini. Untilizzano la street art per aprire un dibattito sull’immaginario post-rivoluzionario.

Michael Hardt (Filosofo) è professore associato nel dipartimento di letteratura alla Duke University. Tra i suoi lavori importanti vi sono Impero (2002), Moltitudine (2004), Comune (2010).

Focus

Le insurrezioni democratiche del mondo Arabo disegnano una mappa complessa di diverse intensità, fuochi di rivolta e di repressione, tumulti e momenti di distensione, ripresa della protesta,istanze di modernizzazione e “contro-rivoluzione”. In alcune nazioni, specialmente in Tunisia e in Egitto, la transizione post-regime è un processo complesso e per nulla scontato. L’incontro che proponiamo cerca dunque di tracciare, assieme ad alcuni protagonisti di questa “primavera araba”, linee di orientamento che sappiano superare stereotipi ed ideologie.

Quando sono esplose le prime proteste in Tunisia, i mezzi di informazione parlavano di “rivolte del pane” ed è certo che la crisi alimentare sia uno dei detonatori di questi eventi. Allo stesso tempo il ruolo delle reti (che va indagato anch’esso fuori da schemi semplificatori) e il protagonismo di una giovane generazione altamente scolarizzata disegna un trait d’union suggestivo con le proteste studentesche (e non solo) di tutta Europa, quelle scatenatesi di fronte all’acuirsi della crisi finanziaria.

Ci pare necessario chiedersi quali siano i problemi di una transizione che non sembra destinata a compiersi con la stessa fulminea velocità con cui i regimi sono caduti. Quale sia il ruolo dell’esercito, della classe dirigente, dei partiti e delle organizzazioni islamiche, ma anche quali spazi vanno aprendosi per le soggettività laiche, democratiche e femministe.

Ciò che è certo è che, per i movimenti europei, le primavere arabe hanno implicato un cambiamento nella percezione tradizionale dello spazio politico.

Blogger, studiosi, attivisti ed artisti si danno appuntamento al S.a.L.E. per provare ad attraversare criticamente questa nuova geografia euro-mediterranea.

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Wednesday 12 October 2011, 6 pm.
S.a.L.E. Docks, Dorsoduro 265 Venice

Changing the world at the time of the new “world dis-order” #1
The Northern African insurrections changing the profile of the Euro-Mediterranean Zone.

The democratic insurrections of the Arab World draw a complex map of different intensities, fires of revolt and repression, turmoils and moments of détente, again protests, instances of modernisation and “counter-revolution”. In some nations, especially Tunisia and Egypt, the post-regime transition is not at all an easy and given process. The conference we are proposing tries to trace, with some protagonists of this “Arab spring”, a few orientation lines which can go beyond stereotypes and ideologies.

When the first riots happened in Tunisia, the European media called them “Bread Revolts” and it is sure that the alimentary crisis played a role in it. At the same time the role of the social networks (which must be enquired avoiding any simplification) and the primary role of a young educated generation trace an attractive trait d’union with with the student (and not only) protests of Europe. Those exploded against the austerity policies in the middle of the financial crisis.

We really think it is necessary to ask ourselves what are the problems of a transition which does not seem to be as fast as the fall of the regimes. What is the role of the islamist organisations, of the ruling class, of the army, but also what spaces were or can be opened by the laic, democratic and feminist subjectivities?

What is certain is that for European social movements these Arab insurrections implied a sudden change in the traditional perception of the political space.