Nuovo Allestimento Foro Romano
Alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana apre al pubblico il nuovo allestimento del Foro romano dell’antica Mediolanum, col patrocinio del MiBACT, il patrocinio e il contributo della Regione Lombardia, il contributo della Fondazione Cariplo.
Comunicato stampa
Il Foro sorge proprio alle fondamenta della Pinacoteca milanese, nell’area urbana attualmente compresa tra piazza Pio XI, piazza San Sepolcro e via della Zecca, che ospitava la platea forensis, la sede dei principali edifici pubblici: la Curia (luogo di riunione del Senato locale), la Basilica (in cui era amministrata la giustizia), il Capitolium (il tempio dedicato alla “Triade Capitolina”: Giove, Giunone e Minerva), le tabernae (negozi, botteghe artigiane, luoghi di ristorazione).
Il sito archeologico del Foro costituisce un importante tassello del percorso di visita della Milano Romana, valorizzato nell’ambito del progetto ‘Milano Archeologia per Expo 2015’, promosso dalla Regione Lombardia.
Come sostiene Luca Bressan, Vicario episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione Sociale della Diocesi Ambrosiana, “Oggi l’inaugurazione solenne di un tratto, piccolo se volete, ma non per questo minore, della Milano romana, quella città frequentata da Costantino, da Ambrogio, da Agostino – uomo la cui inquietudine si placò solo nell’ascolto della Parola di Dio, così come gli fu mediata dal vescovo Ambrogio, si pone come un altro tassello di quelle offerte culturali che la Chiesa di Milano, tramite le proprie gloriose Istituzioni si prepara ad offrire al mondo nell’imminente scadenza dell’Expo”.
Cristina Cappellini, Assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Regione Lombardia, sottolinea che “Oggi restituiamo alla cittadinanza un bene comune di grandissimo valore storico e artistico. Il foro romano era la sede dei principali edifici pubblici, il cuore, dunque, della vita politica, economica e religiosa della Milano Romana”.
“L’alto significato simbolico di questo luogo - prosegue Cristina Cappellini - rende ancora più importante che i cittadini possano accedervi e fruirne e questo intervento di allestimento, realizzato con il contributo di Regione Lombardia, restituisce finalmente quest’area ai visitatori”.
Franco Buzzi, Prefetto della Biblioteca Ambrosiana, dichiara che “Oggi, dopo gli anni ’90, siamo in grado di scoprire gli spazi adiacenti alla chiesa, tutti facenti parte del Foro, su cui transitavano, certamente le persone più umili dell’antica Mediolanum, ma anche le massime personalità che, da ogni parte del mediterraneo, si incrociavano a Milano: - Mediolanum, vale a dire “Terra di mezzo” - . E non è difficile immaginare tra queste personalità i nomi e i passi di quanti arricchirono la fama di Milano: Ambrogio, Teodosio, Simpliciano e Agostino”.
“L’apertura al pubblico dell’area archeologica del Foro romano a Milano - ricorda Anna Maria Fedeli, della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia - conclude idealmente oltre un secolo di scoperte, ricerche e studi volti all’identificazione del monumento cardine dell’urbanistica dell’antica Mediolanum”.
“L’importanza di quest’area archeologica - continua Anna Maria Fedeli - risiede nella possibilità di accedere direttamente al luogo che rappresentava il cuore della vita religiosa, politica e amministrativa della Mediolanum romana, che sopravvive nei numerosi siti archeologici presenti in città nonostante le continue e profonde modificazioni del tessuto urbano”.
“Se il progetto realizzato nel 2009 Apriamo il Foro alla città - afferma l’architetto Gaetano Arricobene, Progettista del nuovo allestimento - ha permesso per la prima volta l’accesso al Foro Romano da parte del pubblico, facendo conoscere ai milanesi e ai turisti il ruolo di città capitale che Milano rivestiva già diciotto secoli or sono, il progetto “Forma urbis Mediolani – Il Foro romano” di ampliamento del percorso fruibile all’interno del sito archeologico e la ricollocazione, all’interno dell’area aperta al pubblico, delle lastre che in origine si trovavano in altri ambienti, per permetterne la lettura, concorrono alla valorizzazione dell’intero sito archeologico”.
“Il progetto futuro - chiude Gaetano Arricobene - di rendere accessibile al pubblico la Cripta della chiesa di Santa Maria Maddalena al Santo Sepolcro, realizzando un percorso di visita che coinvolga entrambi i siti archeologici presenti all’interno dell’area della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, permetterà, infine, di completare questo processo di valorizzazione”.
I reperti sono venuti alla luce durante i lavori di restauro della Biblioteca Ambrosiana, tra il 1990 e il 1992, rivelando una piccola parte della piazza del Foro.
II nuovo allestimento è ora in grado di mostrare una parte della pavimentazione, costituita da ampie lastre di pietra bianca molto resistente, detta ‘di Verona’, dal luogo in cui erano situate le cave, con la quale i romani erano soliti costruire le loro piazze in nord Italia a partire dal I secolo d.C. Su alcune di esse è ancora possibile vedere i segni lasciati dalla presenza dei pesanti basamenti delle statue che venivano collocate nella piazza.
Inoltre, lungo un lato della pavimentazione si notano un piccolo canale dove scorrevano le acque piovane e i gradini che conducevano alle botteghe e alle osterie.
Il visitatore sarà accompagnato da una serie di apparati iconografici e audiovisivi.
Il Foro di Milano rappresentava la piazza principale della civitas romana, dove si svolgevano le maggiori attività civili e religiose. Il suo aspetto era quello di un ampio rettangolo che ospitava gli edifici più importanti della città, come la Curia, dove si riuniva il Senato cittadino, la Basilica, dove si amministrava la giustizia, templi per le cerimonie sacre e numerose botteghe artigiane, negozi e taverne.
Nel corso dei secoli, il fulcro di Milano si era spostato verso l’area della Cattedrale; di conseguenza, il Foro era caduto in disuso e progressivamente abbandonato. Durante il Medioevo furono costruiti molti edifici che, in molti casi, utilizzarono proprio i materiali provenienti dalla piazza forense, com’è il caso della chiesa del Santo Sepolcro.