Nobody Knows
È un’indagine dedicata alla pratica pittorica e ai materiali come percezione dell’immagine.
Comunicato stampa
Nobody Knows
Progetto economART di Anna d’Ambrosio
AMY-D Arte Spazio presenta a Milano, il 24 marzo alle 18.30, Nobody Knows, un progetto economART, a opera di Francesco De Prezzo, Samantha Brunellise e Renato Calaj.
testo critico di Rosella Ghezzi
dal 24/03 al 07/04/16
OPENING: 24/03/16, h 18.30
È un’indagine dedicata alla pratica pittorica e ai materiali come percezione dell’immagine.
C’è qualcosa di molto più profondo e complesso nel non visto, un’esigenza che negli ultimi anni si è manifestata in maniera potente e ineluttabile.
La ricerca di un codice, qualcosa che si nasconde e allo stesso tempo si palesa dietro a ogni elemento del creato, e che più ci si allontana da esso più sbiadisce fino a scomparire.
Nella loro indagine gli artisti hanno iniziato a eliminare il simulacro, a sintetizzare le forme e i colori, ad aumentare gli spazi e i vuoti monocromi, cominciando a sperimentare nuove texture e a utilizzare nuovi materiali e formati.
“Ma questo è un quadro?”, “Questa è arte?”, “Lo potevo fare anch’io”.
Da queste citazioni di Angela Vettese e Francesco Bonami parte l’innato paradosso del monocromo: la tecnica può, a prima vista, apparire facile poiché si pensa alla stesura di puro colore in larghe campiture. Tuttavia, il contenuto che si vuole comunicare prescinde dalle modalità con cui si è abituati a percepire la realtà, risultando spesso difficile da decodificare.
Alla rappresentazione di figure si contrappone la tabula rasa di una superficie che esprime solo colore. Eppure, ciò che colpisce dell’opera sono l’energia vibrante e l’impronta spessa del colore, che diviene sovrapposizione di singoli momenti, gesti e ricordi che gli artisti hanno dapprima interiorizzato e poi liberato attraverso la luce cromatica.
È proprio un’indagine sulla materia e la percezione dell’immagine quella che i tre artisti propongono, utilizzando materiali pittorici, inchiostri industriali di ultima generazione, pitture termiche e smalti all’acqua, sovrapponendo strati su strati fino a ottenere una tela che è una combinazione astratta, quasi sciolta, che racconta tutti i gesti, i materiali e le emozioni che si sono esperite nella sua composizione.
Smart materials
La ricerca che la galleria AMY-D persegue da tre anni nel mondo delle nanotecnologie – grafene, aerogel, plastiche smart bio 100%, pitture termiche, smalti Ultra Gloss – si concentra sull’utilizzo e sperimentazione di nuovi materiali in termini di dialetticità e di lotta con la tecnica e con l’idea di potenza.
«Il materiale si fa problema. È problema di fatto, nell’arte: problema ogni volta daccapo, d’invenzione e di tecnica. E si fa problema nella coscienza che fenologicamente lo coglie: problema di strutturazioni fisiche di base, di “supporto”, come si dice, e problema di strumenti e di mezzi».
Ma, come fa poi ulteriormente notare Dino Formaggio in Fenomenologia della tecnica artistica (Pratiche Editrice, 1978), «non si tratta di una lotta cieca, nel buio; si tratta di una lotta di leggi [….]. È allora che essa assorbe al suo interno tutta la legalità artistica del materiale e ne fa una parte del suo mondo, ed è a questo punto che il materiale diventa artisticità». Il materiale dovrebbe apparire non come un momento estraneo, non come un mezzo che dopo essere stato utilizzato deve scomparire, ma parte determinante della costruzione dell’opera. «Esso va infatti riguardato come vivente: è mezzo unito al fine, mezzo nel fine, colore nella pittura, marmo, bronzo o legno nella scultura».