Niccolò Biddau – Industria

  • FITZLAB

Informazioni Evento

Luogo
FITZLAB
Via Aosta 8, Torino, Italia
Date
Dal al

Lunedì - Venerdì dalle h. 15:00 alle 18:00
Chiusura: Sabato e Domenica

Vernissage
24/10/2014

ore 18.30

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Niccolò Biddau
Curatori
Tiziana Bonomo, Gabriella Nigrone
Generi
fotografia, personale
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ArtPhotò è lieta di presentare la mostra fotografica INDUSTRIA di Niccolò Biddau.

Comunicato stampa

ArtPhotò è lieta di presentare la mostra fotografica INDUSTRIA di Niccolò Biddau.
Nel 2010 è stato giudicato dalla giuria del Black and White Spider Awards di Los Angeles (USA), composta da trentanove tra i più importanti decision makers della fotografia mondiale, per originalità, merito artistico e stile come uno dei migliori fotografi internazionali nell’impiego del bianco e nero.
10 fotografie in bianco e nero stampate in grande formato racconteranno il “viaggio” nell’industria italiana del fotografo in un percorso di grande suggestione. Una scoperta della realtà industriale che ha sorpreso gli stessi protagonisti e a che ha già procurato a Niccolò Biddau numerosi riconoscimenti, tra cui il primo premio del Black and White Spider Awards di Los Angeles (USA).
Dal grande numero di foto realizzate in anni di lavoro è stata effettuata una selezione tra le realtà industriali italiane più apprezzate al mondo, tra fotografie sposte: Alessi, Borbonese, Borsalino, Caffè Vergnano, Campari, Cassina, Corneliani, Fedrigoni, Italcementi, Menabrea, Pirelli, Tenaris, Dalmine, Zanotta e molte altre.

Per l’esposizione ArtPhotò ha pensato allo spazio FitzLab–Fondazione Fitzcarraldo poiché ubicato all'interno dell'ex fabbrica Tobler di Torino, le immagini risultano così in armonia con l’ex contesto industriale.

Le fotografie di Biddau vogliono mostrare come l’industria produca non solo beni e servizi per la società ma crei anche cultura, cioè valori, attraverso le forme dei suoi impianti, il disegno del paesaggio, la complessità delle tecnologie e il fascino dei luoghi dell’innovazione. Di questa efficacia l’Italia presenta ricche testimonianze, che trovano nella qualità delle forme architettoniche degli oggetti l’immagine più diretta.

Gli intensi scatti, che aiutano l'osservatore a immaginare il "dietro le quinte" delle industrie, lasciano sovente l'impressione di stupore per la bellezza che gli impianti industriali sono in grado di esprimere.
Protagonista indiscussa è l’industria rappresentata dai suoi prodotti in “veste artistica”: tutti scatti da ammirare, attimi di vita produttiva immortalati dall’autore.

La sua fotografia si concentra sull’innata staticità degli oggetti industriali, delle forme scultoree ed architettoniche e questo viene comunicato attraverso i dettagli, quasi sempre celati, e che una volta individuati guizzano come materie vitali. Niccolò Biddau dichiara: “lo sforzo del mio lavoro è quello di raggiungere sempre un equilibrio tra la mia visione interna e quella delle imprese. Tutto ciò richiede una dedizione totale e una buona dose di elasticità, necessarie per rapportarsi alle immagini nel modo più innovativo possibile. …l’impresa come un contenitore di un concetto fortemente estetico: un luogo d’arte, espressione della contemporaneità, un avamposto dove creatività, tecnologia e nuovo umanesimo si fondono in un’unica voce.”

TESTIMONIANZE

Philippe Daverio – Storico dell’arte e del design
“Niccolò Biddau ha la straordinaria capacità di sorprenderci con immagini di notevole impatto estetico, anche affrontando una materia all'apparenza fredda come la realtà industriale italiana. L'occhio esperto del fotografo ha saputo costruire autentiche architetture degne dei grandi maestri. Una mostra da visitare, per appassionati d'arte, fotografia e design e per tutti coloro che desiderano conoscere e scoprire le attività industriali sparse sul nostro territorio, fondamentali, ma talvolta ignorate.
Come si può definire il lavoro di Biddau? È quello di andare a giocare, con l'occhio, all'interno del mito della macchina così come si compone oggi, dove tutto è ordinato, dove tutto è pulito, dove tutto fa scoprire un mondo assolutamente inatteso: l'architettura stessa del sistema produttivo”.

Christian Caujolle – Critico fotografico
“Niccolò Biddau si inserisce in una tradizione caratterizzata da un’irreprensibile esigenza formale, dall’inquadratura e dal rapporto con le forme, dall’immagine che afferma la sua originalità, dalla luce e dalla forma nella sua perfezione.
Un’esigenza che è al servizio di un amore per la materia e per le volumetrie degli oggetti e, al tempo stesso, della ricerca della struttura (fondamentale e spesso poco visibile) e di chi, quegli oggetti li produce.
La sottigliezza e l’approccio rigoroso sono naturalmente in dialogo con l’eccellenza, con una particolare attenzione per il bello, ma anche per quei settori meno conosciuti dell’industria.
La scelta del bianco e nero, la rivendicazione di un’immagine pensata e costruita senza romanticismo gratuito né ammiccamenti decorativi, mette in evidenza quello che è alla base stessa della realtà e che risulta sempre irraggiungibile. Vi è una volontà ostinata di ordinare le cose per cercare di capirle meglio e di dare loro un significato, sublimando la loro apparenza. In questo lavoro vi è semplicemente la volontà di esigere il meglio”.

Susanna Legrenzi – Giornalista e curatrice indipendente
“Nonostante la crisi dei mercati e delle borse internazionali, i buoni e cattivi auspici, dal Made in Italy al Made in the World, il ritratto della grande Industria Italia è la testimonianza vitale di una realtà che scommette ancora su se stessa, fatta di tecnologia e design di prodotto, radicamento al territorio, impegno, lungimiranza, resistenza. L’anagrafe, talvolta, è quella delle origini. In altri casi si accompagna a rallentamenti e accelerazioni in un’altalena di ambizioni e traguardi, flessibilità e capacità di adattamento.
Niccolò Biddau di tutto questo ci restituisce l’articolazione dei processi, il respiro, l’energia, il coraggio. Spesso anche la bellezza. Quella inaspettata di un semilavorato, di un gesto, di un dettaglio, di un insieme, dell’intreccio di parole che hanno accompagnato una minuziosa indagine tesa a ricordarci chi eravamo, chi siamo e chi vorremmo essere in un futuro non troppo lontano, senza mai perdere di vista produzione di ricchezza. E produzione di senso”.

BIOGRAFIA

Niccolò Biddau
Nato in Italia (Torino), 1966
Fotografo freelance dal 1988
Internet: www.niccolobiddau.com
www.facebook.com/niccolobiddau

Niccolò Biddau si avvicina alla fotografia grazie alla passione trasmessagli dal padre. Dopo gli studi classici e la laurea in Scienze Politiche decide di dedicarsi alla professione di fotografo.
Inizia la sua attività nel 1988 come fotografo free-lance realizzando reportage in Estremo Oriente e in America Latina; successivamente si dedica alla fotografia di nudo e di moda, in Italia e all’estero. A partire dal 1998, privilegiando il bianco e nero, focalizza la sua ricerca sui paesaggi urbani, sulla scultura e sulla fotografia d’interni.
Il 2002 segna una svolta nella sua produzione quando, indagando i cicli produttivi delle aziende italiane, pone al centro del proprio linguaggio interpretativo “l’estetica della tecnologia”. Da questo momento si dedica intensamente allo sviluppo di questo tema, realizzando campagne fotografiche sulle eccellenze industriali del Made in Italy che vengono pubblicate su monografie, esposte in mostre e riconosciute da awards internazionali. A ciò si affianca un nuovo nucleo di ricerca: complessi architettonici e monumentali con le loro componenti artistiche. Dal 2005, parallelamente alla sua attività di fotografo, diventa anche curatore di libri e di mostre incentrate sul tema della fotografia industriale italiana per conto di istituzioni e aziende. Nel 2007 fonda PHOTO PUBLISHER: una Società editoriale che, avvalendosi della collaborazione di diversi professionisti, pubblica le sue monografie e organizza le sue mostre. Dal 2013 è rappresentato dall’agenzia newyorkese Gallery Stock: un’importante collezione d’immagini che offre contenuti creativi realizzati da alcuni dei fotografi più raffinati e riconosciuti a livello mondiale.
Attualmente sta realizzando, con l’Ordine degli Architetti di Milano, un progetto editoriale ed espositivo dedicato alle trasformazioni architettoniche e urbanistiche della città di Milano in vista di EXPO 2015.

Nel 2010 è stato giudicato dalla giuria del Black and White Spider Awards, composta da trentanove tra i più importanti decision makers della fotografia mondiale, per originalità, merito artistico e stile come uno dei migliori fotografi internazionali nell’impiego del bianco e nero.

Le sue immagini sono riconosciute per la sua capacità di ridisegnare i contorni della realtà delle cose riversandoci tutta la sensibilità soggettiva che una visione è in grado di suggerirgli. Adottando come linguaggio interpretativo il bianco e nero, è portato a lavorare sul vuoto e sul pieno, esaltando l’assoluto della materia attraverso la quiete che vi è imprigionata dentro. La sua fotografia si concentra sull’innata staticità degli oggetti industriali, delle forme scultoree ed architettoniche e questo viene comunicato attraverso i dettagli, quasi sempre celati, e che una volta individuati guizzano come materie vitali.

ARTPHOTÒ – HOME GALLERY
E’ una realtà torinese nel mondo della fotografia che propone artisti noti o giovani fotografi con un nuovo format: all’interno di case e location con atmosfere da salotto.
Un concept ri-trovato, quello della home gallery, che ha lo scopo di accogliere esperti e amanti della fotografia e dell’immagine e che si rifà a quella consuetudine che avevano un tempo gli artisti di aprire le loro case per il piacere di creare movimento intorno all’arte. Per ArtPhotò l’arte della fotografia è da condividere e ha trovato, per questa occasione, la giusta atmosfera e senso dell’ospitalità in FitzLab di Fondazione Fitzcarraldo: una casa per creativi e artisti.
L'architettura contemporanea riscopre il valore degli antichi stabilimenti dismessi lungo la Dora, li recupera, li riadatta a scopi residenziali e terziari, e contemporaneamente riconsidera il ruolo di quelle acque che per anni ne hanno rappresentato la principale forza motrice. È quanto è accaduto in via Aosta 8, Borgata Aurora, per un edificio realizzato nei primi del Novecento da una grande firma dell'architettura piemontese, Pietro Fenoglio, sede storica della conceria Gilardini prima e poi della Chocolat Tobler. Qui la vicinanza al fiume Dora ha costituito la premessa fondamentale per concepire una casa votata all'ecologia e al risparmio energetico
Il recupero dell'ex fabbrica Tobler si è svolto all'insegna di due paradigmi solo apparentemente contraddittori, conservazione e innovazione.
Come per ArtPhotò conservare un modello di diffondere l’arte innovandolo con i linguaggi più contemporanei e all’interno di modelli abitativi come quello in cui ha sede FitzLab e la sua fondazione.