Nel deserto cresce la ginestra

Informazioni Evento

Luogo
RENATA FABBRI ARTE CONTEMPORANEA
Via Antonio Stoppani 15/c, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì – venerdì dalle 15.30 alle 19.30

Vernissage
13/07/2015

ore 18

Artisti
Kwangwoo Han, Giuseppina Giordano, Sofia Bteibet, Luisa Turuani, Lorenzo Zuccato
Curatori
Vita Lerner
Generi
arte contemporanea, collettiva

Renata Fabbri arte contemporanea è lieta di presentare “Nel deserto cresce la ginestra” una mostra collettiva dei lavori di cinque giovani artisti del Biennio di Scultura, dell’Accademia di Belle Arti di Brera, selezionati dal Prof.re Vittorio Corsini, docente del corso.

Comunicato stampa

Renata Fabbri arte contemporanea è lieta di presentare “Nel deserto cresce la ginestra” una mostra collettiva dei lavori di cinque giovani artisti del Biennio di Scultura, dell’Accademia di Belle Arti di Brera, selezionati dal Prof.re Vittorio Corsini, docente del corso.

Una mostra, come si evince dal titolo di leopardiana memoria, ideata per superare i confini dell’individualismo, per generare una coscienza d’insieme, per costruire un’alleanza umana e artistica. Come la ginestra fu per Leopardi il simbolo della vita, il fiore che abbellisce le lande aride e desertiche con i suoi cespugli profumati, così sono oggi i giovani artisti. Essi si contrappongono all’aridità del mondo donando vita attraverso le proprie opere.

La mostra è caratterizzata da un gioco di continui rimandi e alleanze tra le opere, seppur prodotte da artisti con filosofie e modalità di lavoro diverse, ma che sono fioriti insieme negli spazi della galleria. Tale gioco è percepibile fin dalla prima sala, dove si assiste al dialogo tra le opere Rosetta di Sofia Bteibet, Movement Atom #15 di Kwangwoo Han e Pantone 286 c di Giuseppina Giordano.

Rosetta è un assemblaggio che usa le immagini scattate dalla sonda Rosetta alla cometa per creare nuovi paesaggi attraverso la rielaborazione con la tecnica della cianotopia: un’antica tecnica di stampa fotografica, in cui la carta fotosensibile si impressiona al sole creando una connessione con l’universo. La superficie cartacea si tinge di blu, colore della distanza, della profondità, dei confini del mondo. Lo stesso blu che si riflette in Pantone 286 c, opera con la quale l’artista ha voluto rendere omaggio a Yves Klein attraverso un quadro interamente in vetro, trasparente, dove la potenza del Blue Klein è tanto forte quanto più deriva dal ricordo e dall’immaginazione dello spettatore. L’uomo, misura di tutte le cose, misura dello spazio e della mente, è in stretto rapporto anche con l’opera Movement Atom #15, scultura poggiata sulla terra ma connessa al movimento. Movimento come felicità, volontà e casualità dell’essere umano.

Proseguendo la visita si entra in una dimensione più intima dove le opere analizzano il concetto della vita, del ricordo, della casa. Casa come famiglia, calore, legna, camino, riconciliazione di elementi dapprima resi cenere e poi ricompattati nell’opera Unità Famigliare I (100kg di legna: 12 giorni di combustione = 1,2kg di cenere: 12 giorni di creazione del mattone) di Lorenzo Zuccato. Casa come binomio tra nido e cappio, tensione tra protezione e senso di soffocamento in I poeti hanno sempre ragione di Giuseppina Giordano. Infine casa d’artista, casa come luogo simbolo, casa come aria in 22/2/2014 - Via Fiori Chiari 16 di Sofia Bteibet.

Al piano inferiore della galleria, una serie di lavori di Luisa Turuani raccontano l’attenzione che l’artista dedica ai piccoli oggetti, al dettaglio, a ciò che nella vita di tutti i giorni ci circonda, alle nostre emozioni. Ciascun lavoro, seppur ridotto nelle dimensioni, espande intorno a sé una forte intensità, genera riflessioni, quasi a voler urlare silenziosamente la propria presenza.

Nell’ultima sala, Luisa Turuani con 00:00, penna rossa su carta velina, indaga il tempo e le molteplici strade che si possono intraprendere, dettate dalla casualità delle scelte e dall’assenza di un disegno predefinito. “Seguire una piega e tracciare un percorso. Il tentativo di curare in una maniera sbagliata. Il tempo di perdere la strada e ritrovare la linea già dentro l’altra”.

“Nel deserto cresce la ginestra” sottolinea la volontà della galleria di sostenere I molteplici linguaggi dell’arte contemporanea, aprendosi al confronto con giovani artisti. dove l’arte tende a diventare un elemento di unificazione tra linguaggi e filosofie differenti, un trait d’union tra il mondo contemporaneo e il mondo dell’arte che sarà.