Monsano Contemporary Art Feast 2025

Il Comune di Monsano, in collaborazione con il TOMAV – Torre Moresco Arte Contemporanea, Tomav Experience Associazione Culturale e con la Fondazione Filiberto e Bianca Menna presenta la quinta edizione del Monsano Contemporary Art Feast.
Comunicato stampa
Il Comune di Monsano, in collaborazione con il TOMAV – Torre Moresco Arte Contemporanea, Tomav Experience Associazione Culturale e con la Fondazione Filiberto e Bianca Menna è lieto di annunciare la quinta edizione del Monsano Contemporary Art Feast che quest’anno propone, dal 04 luglio al 27 luglio, una personale di Francesca Tilio nelle Cucine del Castello [inaugurazione 10 luglio ore 17:30], una collettiva allo Spazio10 con opere di Desirè D’Angelo, Genea Lardini, Sara Principi, Maria Elena Ricciuto, Alice Romano, Silvia Rosa, Silvia Simonetti e un componimento verbovisivo di Tomaso Binga [inaugurazione 11 luglio ore 17:30]. Accanto ai due momenti più strettamente espositivi anche quest’anno si terranno i consueti appuntamenti sull’Arte contemporanea a portata di mano, con una serie di 5 focus previsti nel mese di luglio, in Piazza dei Caduti, dalle ore 18:45.
L’ARTE CONTEMPORANEA A PORTATA DI MANO
a cura di Antonello Tolve
Il percorso didattico si propone di avvicinare il pubblico di ogni forma e formula del contemporaneo mediante una serie di conferenze che quest’anno puntano su due figure dell’arte (Marina Abramovic e Francesca Tilio), sul progetto di comunità esistenziale elaborato da Ico Parisi con l’operazione Arcevia (1972), su alcune straordinarie donne dell’arte e su un irrinunciabile appuntamento di Artiste in presenza che vedrà Desirè D’Angelo, Genea Lardini, Sara Principi, Maria Elena Ricciuto, Alice Romano, Silvia Rosa e Silvia Simonetti in dialogo con il curatore e con il direttore dell’evento.
venerdì 4 luglio 2025
Operazione Arcevia
con Marta Magagnini
giovedì 10 luglio 2025
Francesca Tilio
con Antonello Tolve
venerdì 11 luglio 2025
Artiste in presenza
con Antonello Tolve
giovedì 17 luglio 2025
Dimenticate dell’arte
con Barbara Caterbetti
venerdì 25 luglio 2022
Marina Abramovic
con Maurizio Cesarini
Orari mostre temporanee:
Francesca Tilio nelle Cucine del Castello
giorni conferenze ore 17.30 – 21.00
sabato e domenica ore 18 – 20
Spazio10 – collettiva
giorni conferenze ore 17.30 – 21.00
sabato e domenica ore 18 – 20
PROGETTO MOCAfeast 2025
VISIONS of the future vuole essere un momento di riflessione sull’interazione tra le persone, un dialogo polifonico e polidirezionale che riconosce la multiculturalità del mondo e che, nell’indebolirsi dei legami tradizionali, sposta l’asse su un nuovo modo dello stare-insieme, su una inclusiva esclusività, su uno spingersi fuori dal chiuso, su un entrare a pieno titolo nella dischiusione (che è anche franca discussione) per aprirsi a ogni possibile alterità.
EXHIBITION # 1 | Cucine del Castello
Francesca Tilio
stréghe sibille sciamane santine
CONCEPT /// Legato al sociale e a dinamiche che alimentano un campo fatto di aggregazione, di riflessione, di didattica o anche di apertura all’aperto dell’altro, il lavoro di Francesca Tilio tocca la forma pura dell’essere per farsi ricerca e testimonianza activa d’un mondo popolato dal piacere della diversità, da gioie e dolori, da donne che amano troppo e che non hanno mai perso o dimenticato il desiderio di vivere la vita vera sotto la via lattea di una femminilità (di una complessità, d’una potenza, d’un diritto) che è anche grazia, dolcezza, delicatezza, tenerezza, creatività, intuizione, connessione, sensibilità, emotività.
Dal teatro alla performance, dalla scrittura creativa (non dimentichiamo che suoi sono i nove racconti pubblicati nel 2015 con il titolo Le femmine sono numeri dispari) al potere magnetico della fotografia, intesa come terapia, come percorso capace di condividere storie, come scoperta di sé e degli altri, come istanza critica e filosofica, come atto simbolico e come discorso in itinere, Tilio si muove con disinvoltura tra diverse dimensioni linguistiche per tener fisso lo sguardo nel proprio tempo, ma fluidificandolo sempre in una dimensione (a volte onirica) che interseca appunto l’attuale a un gusto sovrastorico, a tratti metafisico, quasi a tracciare un filo sottile che da Anne Wardrope Brigman risale le scale del tempo e raggiunge il taglio di Louise Dahl-Wolfe, lo spazio poetico di Francesca Woodman, le taglienti metamorficità di Cindy Sherman o le sottili e sofisticate documentazioni di Sophie Calle.
Giunta alla fotografia nel 2006, Francesca Tilio trasforma il mezzo in un discorso comportamentale, in un programma fatto di valori che diventa anche relazione a catena o intreccio (è il caso di Link Love is a Necessary Knot) mediante il quale lo scatto procede verso una iconizzazione, verso un quadro critico dove i segni, bloccati, non solo congelano definitivamente – piacevolmente – lo spazio del tableau vivant (la fotografia di Francesca Tilio è, in primis, una potente messa in scena che vuole dar voce al silenzio mediante il silenzio), ma sfuggono anche a ogni ortodossia o convenzione per incanalarsi in contesti diversi, in spazi possibili, in dimensioni extraschermiche: una ulteriorità è data inoltre dalla molteplicità del supporto su cui l’artista imprime l’immagine che denota un versante la cui forza interna tende a rompere gli argini classici della fotografia per inserirsi a pieno titolo in un circuito poroso e estensivo, in un brusio linguistico che ha il sapore della realtà.
*** Nei vari lavori che compongono stréghe sibille sciamane santine, progetto che Tilio propone per gli spazi delle Cucine del Castello, il volto dei personaggi è nascosto (ogni scatto, si badi, è una storia che l’artista custodisce nella propria memoria), a volte sfumato, altre del tutto celato, quasi a indicare l’attesa possibile di una immagine incompleta che non vedremo mai e che non riuscirà mai a staccarsi in un tempo ravvicinato: sintomo rovesciato di una presenza che non cessa di richiedere di essere evocata (ricanalizzata) e che non può che eludere la stessa richiesta che tanto fortemente suggerisce.
EXHIBITION # 2 | Spazio10
Quello che a prima vista è uguale per tutti
ma in realtà è diverso per ciascuno
Desirè D’Angelo, Genea Lardini, Sara Principi, Maria Elena Ricciuto, Alice Romano, Silvia Rosa, Silvia Simonetti e un componimento verbovisivo di Tomaso Binga
Partendo dall’idea baudelairiana di opera come merce assoluta in cui valore d’uso e valore di scambio si aboliscono a vicenda, come seduzione avventurosa del mondo moderno e come oggetto caricato di bizzarria e dunque capace di produrre uno choc ad alto potenziale di estraneazione, Tomaso Binga, Desirè D’Angelo, Genea Lardini, Sara Principi, Maria Elena Ricciuto, Alice Romano, Silvia Rosa, Silvia Simonetti tratteggiano un itinerario riflessivo che mette il soggetto di fronte alla pressione fatale dell’oggettualità, dove quello che a prima vista è uguale per tutti in realtà è diverso per ciascuno.
In alcuni casi provocatorie nei confronti di vecchi poteri costituiti (a volte anche piacevolmente epanortotiche), le opere in mostra catturano il soggetto nella morsa di strategie (di provocazioni), dove spesso il segno precipita in materiale e la metafora crolla sotto il peso della forma, fino a confondersi con la cosa desiderata per diventare oggetto più oggetto dell’oggetto, potenza fatale (atto fatale) che si situa nel cuore del mondo per far detonare riflessioni sul presente, sul passato, sul prossimo venturo.