Mimmo Catania – Shutter-Schütter
L’artista italiano Mimmo Catania, che vive a Berlino da quasi 30 anni, porta avanti un discorso sui contrasti, sui dubbi, posizionandosi criticamente nei confronti della società. Come pittore, si è dedicato a un meta-realismo che si distingue dai numerosi salotti bolscevichi che affollano la sottocultura urbanistica.
Comunicato stampa
Testo critico di Christoph Tannert
Intervista di Katherine Richardson del Daily Breeze
Fotografo Eric Tschernov
Mimmo Catania, artista di origine siciliana che vive e lavora da 30 anni a Berlino, espone parallelamente due personali: "Shutter-Schütter" da Irena Kos arte contemporanea a Pietrasanta dal 11 al 27 luglio e "Storm" alla Gallery Two al Torrance Art Museum di Torrance (Los Angeles) fino al 25 luglio 2015 proponendo in entrambe attraverso la Sua Opera le tematiche social culturali, le inquietudini e i turbamenti dell’inconscio.
A proposito del Meta-realismo di Mimmo Catania
Ce ne è voluto parecchio di tempo fino a quando Berlino diventasse quello che è oggi: una metropoli d'arte priva di consenso e nel migliore dei casi allegramente eterogenea. Ci sono tante scene diverse quanto i suoi quartieri. A Berlino gli artisti spesso lavorano in condizioni precarie e impegnano con entusiasmo tutto il loro tempo in una diffusa scena del Do-It-Yourself con spazi liberi di produzione ed esposizione organizzati in modo autonomo. Non s´è mai visto prima tanto tanta determinazione. Le strutture plurime di finanziamento, organizzazione e dinamiche di gruppo di queste attività si svolgono su diversi livelli in modo tale che nella Berlino del 2015, in una sera ricca d’avvenimenti, ci si può immergere in mondi totalmente differenti. Molti che lavorano nel settore creativo apprezzano che il pubblico riesca a entrare rapidamente in contatto ovunque, che la commercializzazione occupa un ruolo minore e che l'auto-organizzazione è intesa esplicitamente in senso politico.
La scena di Berlino affascina per la sua ricchezza di espressioni mediali e stilistiche. Il suo temperamento è abile a reagire come il mercurio. Accanto a eruzioni “selvagge” c’è l'esperienza intima, accanto a chi affonda nella propria piacevolezza c‘è chi è portato al mordente intellettualismo dei gruppi di azione politica. A Berlino, nessun cliché è proibito. Ma neanche alcuna convenzione ha il diritto di esistere, se non capace di trattare se stessa con autoironia. Se niente è più coerente, si arriva a ciò che fa di Berlino un Möglichkeitsort, un luogo aperto alle possibilità, e ciò rende questa città molto interessante.
È la strana dicotomia di tutte le notti di Berlino: più si fa buio, più diventa chiassoso e più si manifestano i suoi segreti; nella luce accecante invece tutti si ritirano vergognosamente e diventano silenziosi.
L’artista italiano Mimmo Catania, che vive a Berlino da quasi 30 anni, porta avanti un discorso sui contrasti, sui dubbi, posizionandosi criticamente nei confronti della società.
Come pittore, si è dedicato a un meta-realismo che si distingue dai numerosi salotti bolscevichi che affollano la sottocultura urbanistica.
Fare arte, forse addirittura solo arte per l’arte, oggi non sembra più bastargli. Nella luce delle svariate crisi ambientali, sociali ed economiche si fanno sempre più forti le voci che chiedono di responsabilizzare l´arte. L'idea classica della pittura, che parte dal presupposto che l’arte debba trovare o creare una forma da variare poi per anni, non corrisponde all’indole di Catania. Non condivide neanche la posizione che l’arte debba descrivere la società, perché avendo luogo nella società stessa, le descrizioni in fondo non sono altro che autodescrizioni. Non è d’accordo con le descrizioni che devono sempre co-esercitare il descritto (cadendo con ciò in uno strano paradosso). Catania invece è un artista spinto piuttosto da un umanesimo di carattere critico, dato che le aspettative relative alla capacità di autoregolamentazione democratica della società rimangono ancora inappagate.
Ed è proprio per la delusione che le promesse di prosperità perpetua, della capacità di esercitare una gestione lineare e della riconciliazione con la pluralità culturale nell’età della tarda modernità non sono ancora soddisfatte, egli si attiene alla speranza di un cambiamento.
Il suo sviluppo artistico ne da una impressionante conferma.
Sarebbe esagerato dire che è guidato da una “teoria critica”, ma le immagini stesse di Catania dimostrano che si mantiene a una certa distanza persistente nei riguardi delle tendenze contemporanee che prevalgono a Berlino – dal neo-espressionismo ai “nuovi selvaggi” degli anni 1980 alle tendenze d’arte installativa e concettuale degli anni novanta fino alle illustrazioni secche, ai manierismi dell’arte in rete e i reenactments dei giorni nostri. Pur lamentandosi della perdita di una prospettiva centrale sociale, essi mancano di una visione.
Il Meta-realismo di Catania invece auspica che sia possibile d’interrompere a un certo livello la “differenziazione funzionale” della società e di reintegrare le parti differenziate.
Dal punto di vista pittorico le questioni di Catania si collegano a idee di complessità e interazione. Le sue opere attuali sono la sintesi del suo percorso artistico degli ultimi due decenni. Modelli dell'arte concettuale, strategie informali e la nuova valorizzazione della figura costituiscono i complessi requisiti per un alternativo approccio estetico.
Tutto ciò non sarebbe convincente, se non ci fosse questo momento suggestivo, che ricarica continuamente il potenziale pittorico di Catania: il suo uso del colore. È il colore che trasforma ogni immagine in un campo di energia. Le storie che narrano le immagini sono dovute a una concentrazione sull'essenziale: il colore e la superficie. Nella migliore delle ipotesi si verifica una osmosi di materiale pittorico e superficie pittorica.
Il fuoco, proprio come rappresentato nelle opere “Blinded by the night”, “Overturn” o “Hit and Run”, non è solo una creazione gestuale eseguita con il colore come espressione di una legittima agitazione, ma allo stesso tempo un'eccezione per la sua realizzazione fisica, e noi ce ne congratuliamo .
Estratto dal testo critico di Christoph Tannert