Milojka Drobne – Tracce nel tempo

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE
Via Roma, 1 | 33051 , Aquileia , Italia
Date
Dal al

dal martedì a domenica, dalle ore 8.30 alle 19.30.

Vernissage
13/05/2016

ore 18

Artisti
Milojka Drobne
Curatori
Denis Volk
Generi
arte contemporanea, personale
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Il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, Via Roma 1, Aquileia (UD), ospiterà la mostra di scultura e interventi nello spazio museale dal titolo Tracce nel tempo / Sledi v času, preparata dall’artista slovena Milojka Drobne.

Comunicato stampa

Il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, Via Roma 1, Aquileia (UD), ospiterà la mostra di scultura e interventi nello spazio museale dal titolo Tracce nel tempo / Sledi v času, preparata dall’artista slovena Milojka Drobne.
La scultrice plasma le sue sculture in creta facendo uso di procedimenti che venivano di lavorazione della creta antichi. Le sue sculture assomigliano soprattutto alle immagini votive e agli oggetti di culto dell’antichità e sono perciò intrisi della componente spirituale. Presso il Museo archeologico saranno dislocate in luoghi diversi in modo da risultare in sintonia con gli oggetti antichi esposti.

A cura di Denis Volk.

La mostra sarà visitabile sino al 19 giugno 2016, durante l'apertura del museo, dal martedì a domenica, dalle ore 8.30 alle 19.30.
Http://www.museoarcheologicoaquileia.beniculturali.it/

Milojka Drobne (1967, Celje) ha ultimato gli studii di didattica delle arti visive nel 1998 presso la facoltà di Pedagogia a Maribor. Tra gli anni 2004 e 2007 ha approfondito l’aspetto tattile a Mosca. Questo aspetto emerge anche nel suo progetto interattivo in fieri Ne dotakniti se / Non toccare. Le discipline artistiche cui si dedica sono: la scultura, l’installazione nello spazio, l’azione interattiva e la fotografia. Ha presentato le sue opere a mostre e rappresentazioni in Slovenia ed all’estero. Vive ed opera a Bistrica nei pressi di Lesično (Slovenia).

Coorganizzatori della mostra:
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Polo museale del Friuli Venezia Giulia, Consolato Generale della Repubblica di Slovenia Trieste, Ministero della Cultura della Repubblica di Slovenia

Elenco delle fotografie:
1-3. Milojka Drobne: Tracce nel tempo, sculture in terracotta e cenere (foto Milojka Drobne)
4-5. Milojka Drobne: sculture in terracotta (foto: Nina Sotelšek)

Tracce nel tempo

Il museo archeologico ci offre uno sguardo sui generis nella vita dei nostri antenati. Dalle opere esposte veniamo a conoscenza di oggetti dagli usi diversi e di materiali diversi che hanno asservito gli abitanti di un certo tempo, hanno fatto parte del loro quotidiano e riflettono parzialmente pure il loro modo di pensare. La peculiarità principale è – oltre all’antichità – l’esecuzione manuale. Nel passato l’uomo aveva a disposizione le proprie mani, riusciva ad alleviare il suo lavoro applicando con il tempo diverse innovazioni nel sistema di produzione. La tecnica di esecuzione dei singoli oggetti non è mutata molto sino ad oggi. Nel tempo contemporaneo alcuni procedimenti manuali sono stati sostituiti da quelli meccanici che consentono la produzione industriale e l’iperproduzione. La maggiore accessibilità è la ragione principale che ha influito sul cambiamento del rapporto dell’uomo moderno nei confronti degli oggetti. Un tempo gli oggetti manufatti erano rari, spesso preziosi, nei loro confronti c’era un rapporto particolare, si sentiva un legame ad essi e lo stesso avviene per l’uomo moderno nei confronti degli oggetti di produzione industriale.
Sia gli oggetti museali esposti che le opere di Milojka Drobne sono stati eseguiti con l’intento di accompagnare l’uomo nella sua vita. Già una volta alcuni oggetti venivano destinati solamente all'ammirazione o ai fini religiosi e non per l’uso. Le sculture di Milojka Drobne ricordano soprattutto questa tipologia di oggetti dalla componente spirituale. Il maestro antico e l’artista contemporanea mantengono durante la creazione del loro oggetto un rapporto speciale (affettivo), che si instaura con l’oggetto sul quale viene riversato durante l’esecuzione. Un particolare rapporto con l’oggetto viene assorbito o instaurato col suo nuovo possessore, quando questi entra a far parte della sua vita.
Durante il tempo antico non c’era iperproduzione. Il creatore degli oggetti a quel tempo già dipendeva dalla visione di questo nuovo oggetto che veniva eseguito con le mani. Anche Milojka Drobne crea le sue sculture con tecniche manuali analoghe, unicamente per la fase di cottura si avvale dell’elettricità. Nelle opere dei maestri antichi e nelle opere di Milojka Drobne viene profuso molto impegno, immaginazione e amore. Le sue opere uniche pur essendo simili tra di loro, sono molto varie. Vengono create sotto la spinta di impressioni, sensazioni e stati d’animo. La forma finale che mantiene l’impronta della mano, viene creata dall’impasto d’argilla, viene in seguito vuotata per formare un corpo, cui modella tre gambe. Fa uso di argilla dai colori differenti, crea oggetti dalle forme e dimensioni differenti, ad alcuni apre la cavità del corpo, ad altri inserisce diversi materiali, come per esempio il filo metallico e chiodi. In superfice vengono elaborati diversamente, lisci o granulari, facendo uso di materiali differenti: la cenere, la grafite, la terra ... Così ottiene dopo la cottura diversi effetti strutturali e cromatici che le consentono di creare diverse varianti. Desidera che vengano riconosciute dallo spettatore, a volte anche che le tocchi per sentirle. Per riuscire così a ripetere il procedimento che essa stessa ha adoperato nel crearle – toccarle. Posiziona le sculture sulla cenere dalle diverse sfumature di grigio, preparate a casa da diversi tipi di legno.

L’esecuzione manuale delle sculture di argilla di Milojka Drobne procede analogamente all’antichità, le sue sculture ricordano gli oggetti antichi e possiamo riconoscerle come tali. Da questo punto di vista è del tutto attinente la decisione dell’artista di collocare le sue opere nello spazio museale. Avendo molto in comune risultano in sintonia con gli altri oggetti esposti. L’artista le colloca nel museo in modo che appaiano come artefatti archeologici, riesce però anche a cogliere la casualità per collocarli in modo che risultino dimenticati. In questo modo sottolinea le somiglianze con gli oggetti antichi e le diverse affinità tecnologiche dell’aspetto creativo manuale. Le sue sculture presso il museo archeologico rivivono come gli oggetti esposti. Riescono a suscitare curiosità nello spettatore, che si chiede quando sono stati creati, perchè e come sono stati eseguiti, vuole prenderli in mano, cosa che anche l’artista si auspica.

Denis Volk (traduzione Jasna Merkù)