Michele Munno – Inquieta e vivida persistenza

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO DELLA CITTA'
Via Luigi Tonini 1, Rimini, Italia
Date
Dal al

Tutti i giorni 9.30-13 e 16-19
Domeniche, 8, 26, 29 dicembre, 5 e 6 gennaio orario continuato 10-19
Lunedì 24 dicembre ore 9.30-13 e 16-19
Lunedì 31 dicembre 10-19
Apertura straordinaria per Capodanno dalle ore 21 alle 02 del 1 gennaio 2019
25 dicembre e 1 gennaio 15-19
Chiuso 3, 10, 17 dicembre
Verificare le aperture straordinarie di Natale e Capodanno nel sito del comune di Rimini

Vernissage
15/12/2018

ore 17,30

Artisti
Michele Munno
Curatori
Francesca Baboni, Stefano Taddei
Generi
arte contemporanea, personale
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Mostra personale di Michele Munno “Inquieta e vivida persistenza” promossa dal comune di Rimini Assessorato alla cultura, a cura di Francesca Baboni e Stefano Taddei.

Comunicato stampa

Sabato 15 dicembre alle 17.30 si inaugura negli spazi della Manica Lunga del Museo della Città di Rimini la mostra personale di Michele Munno “Inquieta e vivida persistenza” promossa dal comune di Rimini Assessorato alla cultura, a cura di Francesca Baboni e Stefano Taddei. Artista pugliese, si è trasferito in Lombardia nell’adolescenza e ha dipinto e disegnato da sempre, privilegiando l’analisi della natura e del suo sviluppo organico. Molte sono state le fasi tematiche, vere e proprie ossessioni formali che ritornano ciclicamente nel suo immaginario pittorico: le foglie, le nature morte, le figure ponte, gli amici, i bamboli, gli uccellini, la casa. Per questa esposizione museale sceglie di rileggere la sua produzione in riferimento ad alcune opere delle collezioni, creando un dialogo tra presente e passato.
“Fare una mostra del proprio lavoro in un museo è una responsabilità: per me ha significato interrogarmi sulla storia, sentirla a portata di mano, con semplicità, lentezza, tremore e timore di mente (sostiene l'artista). Ho guardato le opere del Museo di Rimini dal basso, come succede nella vita di tutti i giorni a chi non appartiene all’aristocrazia presuntuosa della cultura che spesso il museo rappresenta: gli esclusi dall’eruditismo, i sospettati di ignoranza, i maltrattati dalle sottolineature di inconprensibilità…..in una parola ai sofferenti.”
Scrive l'assessore Massimo Pulini : “Le collezioni qui annidate e che son prese in cura agiscono come un trasformatore che traduce al pubblico più eterogeneo le grandi idee della storia e degli artisti. Ma diventano a loro volta volano per pensieri e immersioni per chi come Michele Munno mette in esercizio un personale alfabeto grafico e pittorico accostandosi alle opere esposte. “
E ancora i curatori : “Michele Munno con una ricerca concettuale che recupera l'esistente, riesce ad evidenziare un metodo che gli permette di confrontarsi con il peso della Storia senza temere giudizi, mostrando una volontà esploratrice che lo porta a superare i confini del prestabilito.” (Francesca Baboni).
“Michele Munno ha sentito la responsabilità del rapportarsi e dell'approcciarsi al pubblico. Con le proprie capacità interiori ed esemplificativamente estetiche, l’autore ha aperto uno scrigno di conoscenze profondamente sentite.” (Stefano Taddei).

BIOGRAFIA

La sua carriera artistica è stata segnata da alcuni eventi determinanti: nel 1986, presso la galleria milanese di Salvatore Ala venne organizzata una sua mostra personale che suscitò grande eco di pubblico e di stampa; alcuni anni dopo la galleria Ulysses di Vienna espose il suo lavoro alla Fiera d’Arte di Basilea; nel 1995 è stato tra i fondatori dell’atelier Adriano e Michele nell’Istituto di riabilitazione psichiatrica Fatebenefratelli di San Colombano al Lambro, dove ha condotto l’atelier per dieci anni, valorizzando il talento di alcuni artisti oggi famosi nel mondo dell’Outsider Art.
Sono stati anni di lavoro intensissimo, che hanno favorito incontri fruttuosi con importanti protagonisti del mondo dell’arte e della psichiatria: basti ricordare il libro monografico che a Vincenzo Sciandra, particolarmente legato a Michele, è stato dedicato dalla psichiatra Anna Ferruta e dall’operatrice Paola Zanotti. Nella mostra l’Atterraggio dello Skillinger, allestita a palazzo Barolo, Michele Munno ha messo in relazione la scrittura con il sangue realizzata da Sciandra in alcuni momenti della sua tormentata biografia con la devozione torinese per la Sindone, uno degli enigmi più complessi e persistenti della nostra storia. Inoltre l’atterraggio viene fissato in una foto che Munno fece a Sciandra mentre saltava con gli occhi stretti dalla meraviglia di trovarsi fuori luogo e fuori posto rispetto a quello socialmente e clinicamente fissato all’interno dell’Istituto dove risiedeva. Mentre il tema della casina, oltre a numerose personali ad esso dedicate, viene svolto collettivamente nel flash mob e nella galleria InGenio Arte Contemporanea di Torino; nello stesso tempo in una mostra presso la galleria Opere Scelte le opere di Michele Munno entrano nel racconto di un’intimità collettiva che, sovrappongono e velano materiali noti eppure nuovissimi, impaginati sugli schermi di un barocco interiore, sciolto e quasi liquefatto.