Memoriaoblio

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE CARISBO - PALAZZO SARACENI
Via Farini 15, Bologna, Italia
Date
Dal al
Vernissage
05/05/2013

ore 17,30

Curatori
Luca Farulli
Generi
arte contemporanea, collettiva
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L’esposizione di quest’anno elegge come proprio tema quello della memoria e del suo rapporto con l’oblio, facendo emergere il carattere dinamico e profondamente umano del loro rapporto.

Comunicato stampa

La Cooperativa Sociale Nazareno di Carpi con la curatela di Luca Farulli organizza a Bologna dal 5 al 31 maggio 2013 presso gli spazi di Casa Saraceni della Fondazione Carisbo la mostra d’arte MEMORIAOBLIO. L'esposizione sarà aperta al pubblico, con entrata libera, nelle giornate di lunedì-mar-mer-gio-dom dalle ore 10 alle 20, venerdì e sabato dalle ore 10 alle 21.
Per ulteriori informazioni e visite guidate: 320 0852660.

Si tratta della quinta esposizione organizzata dalla Cooperativa Nazareno, naturale prosecuzione delle mostre realizzate in precedenza a Carpi, dedicate al dialogo tra arte irregolare ed arte cosiddetta “ufficiale”, curate dalla storica dell’arte Bianca Tosatti: Ritrarre l’Invisibile (2007), Stupefatti di Spazio (2008), Per turbamenti del potere (2009), Figure della Protezione (2010).

L’esposizione di quest’anno elegge come proprio tema quello della memoria e del suo rapporto con l’oblio, facendo emergere il carattere dinamico e profondamente umano del loro rapporto, come sottolineano sia il Presidente della Cooperativa Nazareno Zini, sia il curatore Farulli.

La visione critica proposta da Farulli ci porta in particolare a riflettere su due elementi: da un lato viene investigata l’imprescindibilità del dialogo tra memoria e oblio e, dall’altro, viene sottolineata l’importanza della dimensione plastica e processuale della memoria che si declina sia attraverso la capacità strettamente umana di deliberare, sia attraverso l’agire.

Se da una parte vengono richiamati i contributi forniti al tema da Platone e Nietzsche per sottolineare l’interdipendenza tra memoria e oblio inteso come oscurità, dall’altro, viene messa in evidenza la posizione espressa da Aristotele che, distinguendo tra il “semplice ricordare” e il “cercare nei ricordi”, pone l’accento sulla capacità tipicamente umana di deliberare, esprimendo un giudizio ed una scelta a partire dalla propria esperienza soggettiva. Farulli intende mettere in luce la relazione tra memoria, capacità deliberativa umana e felicità: “La dimensione plastica del cercare nei ricordi, la sua felicità implicita, è così connessa a quella sua vicinanza al montaggio del tempo che comporta oblio, quale dimensione per l’emergere di qualcosa che non è cancellato”.

E’ proprio in questo continuo dialogo tra memoria e oblio che si inseriscono le opere attraverso le quali ogni artista propone il proprio tentativo di imbrigliare e dare ordine al caos.

Ogni artista cerca di raccontarsi in maniera singolare attraverso la figura umana, le tessiture, gli oggetti e l’evocazione immaginifico- visionaria.

Se da un lato alcune opere come i volti segnati di Alfarano ci propongono una narrazione, altri ci presentano, come nel caso di Cibaldi, la memoria come una veste, una pelle, una muta e nel caso di Antoni Ciotti gioielli/scultura come paesaggi della memoria. Zagajewski sceglie i propri “altari” di terracotta per materializzare apticamente l’indicibile, Pastis ricorre al video per rappresentare “gli archivi della memoria”. Se da una parte le tessiture grafiche di Pirrotta sono proposte come una serie di fotogrammi, dall’altra è possibile intravedere nelle opere di Obwaller una “Babele di gesti” tracciati con la biro. Baechler lavora utilizzando le silhouettes tardo settecentesche e ombre che sono riconducibili al “grado zero” del ritratto, Giovagnoli narra le vite di persone famose attraverso le licenze poetiche che si concede nelle sue biografie “artistiche” e Borgalli evoca visionariamente l’infanzia. Ai pieni delle trame della memoria e dei grafemi di Parant, fanno da contraltare i lavori di Brown e Anzeri che rappresentano monadi, occhi interiori dai quali si generano energetiche raggiere. Callegaro Perozzo ci richiama al potere taumaturgico del ricordo, i calchi pompeiani di Lanza colpiscono per la capacità che possiede l’impronta di trattenere la ”memoria del corpo”. I ritratti “scolpiti” di Paltrinieri riconducono alla pittura intesa come “storica pratica memoriale”, mentre le schegge di dialogo familiare dei “diari a fumetti” di Persico e gli scenari convulsi animati da una sorta di moto centripeto di Giordani propongono una verità poetica che sintetizza storia e immaginario. La superfici di Kapeller e i libri di Candini evocano l’oblio, le dead zones, i contenuti parzialmente inaccessibili. I dipinti di Caruso riportano alla luce gesti, abiti, lavori di un passato recente. Infine Coser propone frammenti visivi in una singolare crasi tra cinematografia e pittura.

Farulli sottolinea come il punto nodale dell’esposizione sia costituito dalla dimensione artistica, dallo specifico contributo che l’arte porta al superamento della contrapposizione tra “dinamica dell’immaginazione” e “statica della memoria”: “E’ una funzione eminente dell’arte quella di muovere, come una spola, siffatto telaio, perlustrare gli andirivieni del tempo vissuto, della memoria collettiva: i resti, ciò che non è andato mai via e permane, impigliato a latere dello scorrere del tempo, come un gorgo che viene sbrigliato da un odore, da una sensazione, da un’immagine viva che ne tocca un’altra, in noi in quiescenza, in attesa paziente. In questo senso, ciò di cui ne va, qui, è dell’arte, della sua capacità di articolare il discorso relativo alla condizione umana, alla posizione dell’uomo rispetto al mondo. Questo discorso è fatto di tempo, ma di tempo scolpito in nessi significativi, in montaggi capaci di evidenziare nodi, scioglimenti, fili, più o meno interrotti, linee di tendenza che si aprono all’utopia di una condizione altra, o, invece, insistono su un al di qua dell’utopia, così significativo, così pesante da non risultare eludibile. L’articolazione dell’esposizione, che unisce in un unico sforzo artisti outsider e insider, si muove per generi e per aree tematiche. Per generi in quanto la memoria attivata nel disegno dal coordinamento mano-occhio riporta valenze qualitative specifiche e diverse rispetto a quella che proviene dal gesto del fotografo o dal gesto del video maker, risultando ancor differente rispetto al percorso della memoria legato al cieco e profondo tatto, della mano del tessitore o dell’artigiano. Questo, per spiegare i criteri che ci hanno guidato nella scelta delle opere degli artisti, provenienti dall’Italia e da altri paesi europei, arricchendo ulteriormente i percorsi differenziati della memoria”.

Artisti in mostra:

Daniela Alfarano
Fiamma Antoni Ciotti
Maurizio Anzeri
Donald Beachler
Faustino Borgalli
James Brown
Maria Callegaro Perozzo
Manuela Candini
Roberto Caruso
Silvia Cibaldi
Luca Coser
Andrea Giordani
Gilberto Giovagnoli
Peter Kapeller
Lanza Marco
Andrea Obwaller
Cesare Paltrinieri
Jean-Luc Parant
Pastis
Riccardo Persico
Gianluca Pirrotta
Stanislaw Zagajewski

Tra gli artisti in mostra, espongono tre pittori provenienti dall’atelier Manolibera della Cooperativa Nazareno. Riportiamo parti dei saggi contenuti nel catalogo relativi ai loro lavori:

Cesare Paltrinieri: “Per questo motivo i ritratti in mostra di Cesare Paltrinieri, che immortalano i diversi membri di una famiglia, più che stabilire una continuità e scandire i riti sociali di un gruppo ristretto, sembrano parlarci della pittura come storica pratica memoriale, suggerendo una riflessione su di essa, ponendosi come tentativi di sottrarre all’oblio specificità e funzioni di un linguaggio tuttora importante nelle arti visive”. – Sara Ugolini –

Gianluca Pirrotta: “Il lavoro di Pirrotta si concretizza però attraverso un processo guidato dalla logica e dal ritmo. I suoi fogli risultano incasellati come campi di gioco di una “battaglia navale” nella quale affondano immagini di vita quotidiana, ambienti familiari fotografati da lui stesso, ricordi autobiografici.” – Cristina Calicelli –

Riccardo Persico: “Optando per la forma agile del “diario a fumetti”, si confronta con la sua storia innestandola sui personaggi e le trame di un immaginario visivo condiviso dalle ultime generazioni. Schegge di dialoghi familiari e di pensieri personali si inseriscono infatti tra le battute stereotipate dei supereroi dei cartoons, dei videogiochi, del cinema e la sua figura, talvolta mascherata, compare accanto a Batman e a Super Mario Bros.” – Sara Ugolini –

Curatela: Luca Farulli
Comitato Scientifico:Cristina Calicelli, Sara Ugolini

In occasione dell’inaugurazione della mostra è previsto un incontro di presentazione al quale interverranno il curatore Luca Farulli e lo psicoanalista Augusto Iossa Fasano.