Memoires – Archivio/Opere della Sala 1

  • SALA 1

Informazioni Evento

Luogo
SALA 1
Piazza Di Porta San Giovanni 10, Roma, Italia
Date
Dal al

dal martedì al sabato dalle ore 16.30 alle ore 19.30

Vernissage
20/02/2015

ore 18

Artisti
Susana Serpas Soriano, Edith Schloss, Claudio Sperati, César Baracca
Curatori
Chiara Ducatelli, Ana González, Sonia Lozano, Caterina Morasco, Barbara De Maria
Generi
fotografia, arte contemporanea, collettiva
Loading…

Memoires – Archivio/Opere della Sala 1”: uno spazio in cui riflettere e creare inaspettate visioni di ricerca attraverso fotografie, documenti e testi.

Comunicato stampa

Un archivio conserva il passato, le sue tracce e i suoi ricordi all’interno di un deposito di conoscenza umana e rappresenta anche un luogo dinamico per l’impegno critico e l’invenzione creativa. Offre inoltre la possibilità di far nascere nuove idee e diverse interpretazioni nel mondo multiforme dell’arte.

Tutto questo è ciò che la galleria Sala 1 intende proporre nel suo nuovo progetto “Laboratorio: Memoires - Archivio/Opere della Sala 1”: uno spazio in cui riflettere e creare inaspettate visioni di ricerca attraverso fotografie, documenti e testi.
Sotto la supervisione di Mary Angela Schroth (direttrice di Sala 1), una squadra internazionale di giovani storici indaga, organizza, fotografa e analizza la raccolta della galleria, rileggendo poi in un’esposizione alcune opere scelte.
Partecipano al progetto molti artisti contemporanei, tra i quali: Edith Schloss, artista e critica americana; Claudio Sperati che, con le sue idee originali, si procura giorno per giorno oggetti di ogni tipo; Susana Serpas Soriano, artista italo-salvadoregna che ha partecipato nell’ultimo FOTOGRAFIA Festival Internazionale di Roma e il manifesto d’arte come quello del Padiglione del Bangladesh per la 54° edizione della Biennale di Venezia.

A cura di Chiara Ducatelli, Ana González, Sonia Lozano, Caterina Morasco, Barbara De Maria, il progetto intende far conoscere al pubblico le diverse opere e i documenti che fanno parte della collezione e dell’archivio della galleria, favorendo anche l’inserimento nella mostra di nuove opere per la collezione.

È il caso di César Baracca, artista d’origine argentina che esporrà le sue opere dal 20 Febbraio 2015, in una mostra chiamata “Money Talks” curata da Alessandra Migani e con il Patrocinio Istituzionale dell’Ambasciata Argentina in Italia. L’artista sarà presente la sera dell’inaugurazione.
Il lavoro di Baracca, una serie di mosaici composti con carte di credito, ci pone una domanda: “Cosa succede quando l’arte diventa denaro ed il denaro diventa arte?”.
La sua inevitabile risposta è la maestria con cui dà un taglio deciso alla carta di credito per creare opere dai colori e forme meravigliose. Le carte, donate da persone da ogni parte del globo, contribuiscono così a creare quello che Baracca ama definire “un mosaico di culture”.

Nato a Rosario (Argentina) nel 1959, César Baracca ha studiato Fine Arts alla National University di Rosario, dove ha poi insegnato scultura, come assistente del professore in carica negli anni 1988 e 1989. Baracca è uno dei co-fondatori dei gruppi artistici argentini La Vaca (1988) e RoZarte (1989), che raggiunsero la fama per essere fra i primi gruppi emergenti durante la nascente democrazia argentina. L’artista argentino ha inoltre contribuito alla realizzazione di oltre 50 mostre, incluse la collaborazione con Christo e Jeanne-Claude al The Reichstag Project (1995) a Berlino e con l’artista Rob Miller, che ha assistito nella produzione di murali per la stazione metro di Los Angeles, Vermont/Santa Monica (1997). Fra le sue mostre collettive più importanti, ricordiamo una alla National Portrait Gallery di Londra, al National Museum of Fine Art di Buenos Aires, Argentina e al CCPE di Rosario, Argentina. Da quattro anni partecipa all’evento “RCA Secret”, organizzato dal Royal College of Art di Londra. Mentre fra le mostre personali da ricordare quella alla Zizi Gallery di Mayfair a Londra e al MACRO di Rosario, Argentina, dove tre dei suoi lavori sono entrati a far parte della collezione permanente.
Il laboratorio spera dunque di offrire, non soltanto al team di Sala 1 ma anche al pubblico, la possibilità di partecipare ad una ricerca profonda sul lavoro quarantennale di questo spazio indipendente.