Massimiliano Luschi – Tratto Labronico
Un “viaggio” dalla Maremma alle scogliere del Romito, ma anche lungo i fossi e nei mercati affollati di Livorno.
Comunicato stampa
La “macchia” che insegue e fissa il lato umile e autentico della vita.
Ritorna la “macchia” che insegue il lato autentico della vita. La pennellata in chiaro-scuro, il contrasto cromatico, la luce vivida, le sensazioni sinestetiche legate alle stagioni, che intrecciano e fissano in eterno, il naturalismo denso e la poesia, restituita all’incontro diretto fra uomo e ambiente.
La galleria “Impara L’Arte” di Mario Andrei, in collaborazione con Ciclat Valdicecina, dedica a Larderello (Pomarance – PI), presso lo spazio del Caffè “La Terrazza”, una mostra personale a Massimiliano Luschi, erede “genetico” della grande tradizione pittorica livornese e toscana, figlio di Masaniello Luschi, maestro consolidato della seconda metà del Novecento italiano.
Nell’esposizione “Tratto Labronico”, che sarà inaugurata sabato 30 marzo 2013, alle ore 17, con la presenza dell’artista, un “viaggio” dalla Maremma alle scogliere del Romito, ma anche lungo i fossi e nei mercati affollati di Livorno, nelle periferie dove le pratiche e i mestieri perduti “dipingono” le ambientazioni esistenziali, fino alle corse libere ed eleganti dei cavalli, o alle grandi greggi perturbanti di bestiame. Ma domina anche il paesaggio solo che, oltre i confini toscani, evocativo e pulsante, rammenta l’anima produttiva, e le ragioni fondanti, della natura.
Fra riprese e scorci potenti, decisi tagli in diagonale, primi piani frastornanti, vibra la traccia umana e il suo lavoro faticoso, duro, silente. Dinamica o in lirico riposo, è restituita ad uno status privilegiato, inconsapevolmente consegnato all’eterno.
Dagli insegnamenti del padre, scomparso prematuramente, e di cui è testimone diretto, ad uno stile che si affina consapevolmente in una sorta di continuazione attiva di una produzione pittorica rivolta al lato umile e vitale della storia, Massimiliano Luschi, è autore di dipinti dalle atmosfere seducenti, dinamici e animati, ma anche quieti e restitutivi, scarnamente lirici, vigorosi e pregnanti, implicitamente narranti.
Prosegue così la grande rivoluzione pittorica inaugurata da Giovanni Fattori e dai macchiaioli nella seconda metà dell’800, ma anche quella della corrente successiva dei post-macchiaioli e degli esiti indimenticabili dei maestri labronici. Quella Toscana antiaccademica che lasciò un segno profondo nella storia dell’arte e in quella sociale del cambiamento, e che ancora restituisce attimi di autenticità, alle solitudini aride del contemporaneo.
Massimiliano Luschi nasce a Livorno il 17 settembre 1975. Figlio d’arte di Masaniello Luschi, si diploma alla Scuola di Belle Arti di Pisa e prosegue l’affinamento tecnico e la ricerca pittorica, dagli insegnamenti preziosi del padre, alla propria personale ricerca espressiva, guidata da un naturale, e già consolidato talento.
Elena Capone collaborazione
Ufficio Stampa
Galleria "Impara L'arte"
Pomarance (PI)
329/7374072