Marina Alessi +D1 – Ritratti corali

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA GALLERATI
Via Apuania 55, Roma, Italia
Date
Dal al

dal lunedì al venerdì: ore 17.00-19.00 sabato, domenica e fuori orario: su appuntamento(ingresso libero)

Vernissage
14/10/2021

ore 19

Artisti
Marina Alessi
Curatori
Manuela De Leonardis
Generi
arte contemporanea, personale
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Mostra personale.

Comunicato stampa

Carlo Gallerati è lieto di presentare +D1 – Ritratti corali, una mostra personale di Marina Alessi a cura
di Manuela De Leonardis. L’evento si inserisce da lunedì 25 a sabato 30 ottobre nel programma della
sesta edizione di RAW (Rome Art Week).
Un ritratto (fotografico) è fatto di tante ‘p’: posa, psicologia, pazienza, professione e professionalità,
protagonisti, punctum… È il risultato dell’attimo in cui si consuma una performance che contiene
una discreta varietà di emozioni e di sfaccettature prismatiche, riflesso della personalità degli attori:
davanti e dietro l’obiettivo. C’è anche chi lo paragona a un passo di danza, quando i soggetti sono
due, presupponendo l’abbraccio, l’armonia, il trasporto e la complicità. Per Roland Barthes è un
campo chiuso di forze. Il noto critico e semiologo francese ne parla in uno dei suoi saggi più noti, La
camera chiara. Nota sulla fotografia (1980). “Quattro immaginari vi s’incontrano, vi si affrontano, vi si
deformano. Davanti all’obbiettivo, io sono contemporaneamente: quello che io credo di essere,
quello che vorrei si creda io sia, quello che il fotografo crede io sia, e quello di cui egli si serve per far
mostra della sua arte”. Parole che sono la sintesi eloquente di come la fotografia debba essere
sempre considerata la traccia visibile della soggettività di uno sguardo. Per Marina Alessi quello
sguardo traduce innegabilmente una scelta professionale che risale alla fine degli anni Ottanta, in cui
si è delineato sempre più chiaramente l’orientamento di ricerca nell’ambito autoriale. Ideale
proseguimento della performance fotografica della Black Room, realizzata al MACRO Asilo di Roma
nel novembre 2019, con Legàmi e il precedente Legàmi al femminile, il progetto +D1 – Ritratti corali
entra nello spazio della Galleria Gallerati con una nuova serie di ritratti fotografici che va a
implementare un repertorio che contempla donne, uomini, coppie, famiglie, generazioni a confronto.
La fotografa ha ritratto tra gli altri, solo per citarne alcuni operando una selezione del tutto casuale,
Daniele Di Gennaro, Luca Briasco, Umberto Ambrosoli, Elisa Greco, Amanda Sandrelli, Serena
Iansiti, Emiliano Ponzi, Stefano Cipolla, Chicco Testa, Marco Tardelli, Mario Tronco con tre musicisti
dell’Orchestra di piazza Vittorio, e Sonia (Zhou Fenxia) con la sua famiglia. Volti e corpi che attraverso
il body language – si sfiorano, si abbracciano, si baciano – si fanno portavoce di storie personali che
sconfinano nelle dinamiche psicologiche e sociali, restituendo al contempo il riflesso di un’idea (o di
un ideale) che in parte è anche la traduzione di un dato reale. Ansie, trepidazioni, insicurezze, ma
anche felicità, amore, condivisione, unione… in questi ritratti leggiamo stati d’animo, emozioni più o
meno sfuggenti come raggi proiettati oltre una distanza di grandezze omogenee. È presente,
naturalmente, anche la complicità nell’interazione della fotografa con il suo occhio intransigente e
rigoroso, ma in fondo anche un po’ indulgente. “Ho sempre fotografato persone: “mi piace la
complicità che si crea quando le ritraggo e questa maniera di entrare in punta di piedi nel sentimento,
nel legame. Soprattutto quando si tratta di ritratti di gruppo – famiglie con figli – ragiono molto in
libertà. Non c’è la finzione della messa in posa. Anche per questo i miei ritratti rimangono classici,
non di maniera: ritratti di cuore”. Cercare il punto d’incontro vuol dire mettersi in gioco, sia per i
soggetti che per l’autrice. L’imprevisto è altrettanto importante, perché il momento – l’incontro – non
è mai lo stesso. Può anche capitare che le persone recitino un ruolo, interpreti di un’idea di sé. In
questi casi, pur nella consapevolezza delle strategie che sono in atto, la fotografa asseconda la
volontà altrui. Inizia a fotografare e via via prova a lasciarsi andare in una direzione che chiama
“dimensione di rotondità, di equilibrio geometrico e anche affettivo”. Quello di Alessi non è il
tradizionale affanno nel cogliere illusoriamente ‘l’anima’ del soggetto che è di fronte a lei e al suo
apparecchio fotografico, piuttosto a intercettare il suo sguardo è il momento che, come un’alchimia,
sintetizza l’essenza dell’incontro tra gli esseri umani. Decisiva è la scelta di utilizzare un fondale neutro
dove la presenza (o l’assenza) della gestualità pone gli attori su un unico piano. “L’incontro è un
luogo neutro per tutti. Usciamo dalla messinscena e dal mostrare”. Diversamente dalla costruzione
del ritratto di famiglia di cui parla anche Annie Ernaux nel romanzo Gli anni (2008), in cui la descrizione
della foto che “inscrive la ‘famigliola’ all’interno di una stabilità di cui lei (quella ‘lei’ è la scrittrice
stessa, immersa nel flusso di ricordi) ha predisposto la prova rassicurante a uso e consumo dei nonni
che ne hanno ricevuto una copia”, il fondale a cui ricorre Marina Alessi, oltre a evitare distrazioni,
riconduce l’immagine all’interno di confini atemporali in cui la sospensione è enfatizzata dall’utilizzo
del linguaggio del bianco e nero. Eppure, alla dilatazione temporale prodotta dall’oggetto-ritratto
fotografico corrisponde la necessità di tempi di lavoro piuttosto veloci, soprattutto quando l’azione
è performante e la tensione del momento incalzante. Un procedimento che la fotografa ha affinato
nel tempo, attraverso l’esperienza quasi decennale dei ritratti fotografici degli scrittori e dei
personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo realizzati per Vanity Fair al Festivaletteratura
di Mantova con la Polaroid Giant Camera 50x60 (banco ottico costruito in soli 5 esemplari nel
mondo) e con la Linhof Technika dotata di lastrine 4x5. Marina Alessi porta fuori la sua ‘scatola vuota’
(ovvero lo studio), munita della fotocamera, del cavalletto, del fondale e del bank (o soft box) che
garantisce una diffusione omogenea della luce e restituisce maggiore dettaglio al soggetto, pur
conservando la qualità luminosa di morbidezza. È lì, in quella zona neutra, che avviene l’incontro. In
fondo, come diceva Irving Penn, “fotografare una persona è avere una storia d’amore, per quanto
breve”. (Manuela De Leonardis)
Marina Alessi (Roma, 1960; vive e lavora a Milano), fotografa specializzata in ritratti, ha colto attraverso il suo obiettivo i
protagonisti del mondo del teatro, del cinema, della cultura e della televisione, seguendoli sui set, sui palcoscenici e nella
vita come ritrattista e fotografa di scena. Per dieci anni ha utilizzato e portato ai massimi livelli i ritratti con Polaroid Giant
Camera: la macchina fotografica costruita in 5 esemplari in tutto il mondo che permette la realizzazione di ritratti in
pellicola Polaroid formato 50x60, veri e propri pezzi unici. Ama l’incontro e la contaminazione e prosegue la ricerca
iniziata con gli street artist italiani, illustratori e pittori, fondendo i ritratti fotografici in bianco e nero con la loro arte. Una
simile ‘Partita Doppia’ prende vita su fondo bianco perché su questa neutralità nasce l’incontro, il gioco, l’interpretazione
di sé stessi. Gioco di specchi tra immagine e coscienza, omaggio all’arte e alla capacità degli uomini di raffrontarsi e
trovare un equilibrio, ma soprattutto alla capacità di comunicare e ascoltare. Ha pubblicato i libri fotografici: 44+1
AutoRitratti – fotografia e street art gioco a due (Vallecchi 2009, introduzione di Dario Fo e testo critico di Roberto Mutti);
Facce da leggere – 282 ritratti di scrittori (Rizzoli 2010, prefazione di Sandro Veronesi), Zelig – 25 anni di risate (Mondadori
2012). Tra le mostre recenti: 2020, Galleria a Cielo Aperto, Bibbiena (collettiva a cura del CIFA); 2019, Legàmi, Spazio
Kryptos, Milano (personale a cura di Filippo Rebuzzini); 2018, Facce da Leggere, Pontremoli Foto Festival, Pontremoli;
2015, Partita Doppia, Studio Lombard, Milano (personale); Legàmi, Carcano Centro d’Arte Contemporanea, Milano
(personale a cura di Elisa Greco); 2008, AutoRitratti 44+1, Auditorium Parco della Musica, Roma (personale a cura di
Gianluca Marziani); Sguardi in camera (progetto di foto censimento – ritratti di famiglia al femminile), SI FEST, Savignano
sul Rubicone; 2007, Facce da leggere, Palazzo Ducale, Mantova (personale).