Marco Grassi Grama – Those Colours Reminds Me of Something
La galleria White Room, parte di Liquid art system, progetto fondato da Franco Senesi, presenta la mostra personale di Marco Grassi Grama, “Those Colours Reminds Me of Something””.
Comunicato stampa
La galleria White Room, parte di Liquid art system, progetto fondato da Franco Senesi, presenta la mostra personale di Marco Grassi GRAMA, “Those Colours Reminds Me of Something””, nello spazio di via Vittorio Emanuele 56 a Capri. Questa esposizione sarà l’occasione per mostrare l’ultima produzione pittorica dell’artista e per presentare il suo nuovo catalogo, edito dalla stessa Las.
Il “ritratto” è un genere artistico antichissimo, ma che, a quanto pare, grazie ad artisti come Marco Grassi, è ancora in grado di raccontare porzioni di mondo.
Quella che Marco Grassi intraprende è una sfida ai limiti del genere artistico: distruggendo la compattezza figurativa del dipinto è come se l’artista tentasse di comprendere l’essenza di quei caratteri particolari che rendono un quadro “un ritratto”. I suoi giovanissimi modelli e modelle si adeguano in maniera sottile ai canoni condivisi della ritrattistica, ma forse sono più numerose le caratteristiche che li renderebbero i soggetti di dipinti astratti.
Se oggi molti osservatori delle opere di Grassi sono spinti dal desiderio di farsi ritrarre da lui, senza sapere se l’artista realizzi ritratti su commissione o meno, è perché nei suoi dipinti si manifesta quella capacità di cogliere al contempo peculiarità esteriori ed interiori della persona, che si sviluppò nella pittura del Rinascimento e che ancora è considerato uno dei grossi limiti della fotografia.
Fino ai primi anni del Seicento, il ritratto non ottenne un pieno riconoscimento teorico come genere pittorico autonomo. Ed anche in questo periodo esso occupò una posizione di inferiorità rispetto ad altri generi artistici; tanto che nella famosa epistola del marchese Giustiniani sulla gerarchia dei generi (secondo decennio del Seicento) il ritratto è al quarto posto in ordine di importanza, più in basso della natura morta e della pittura di paesaggio. E’ da qui che nasce l’antico pregiudizio che il ritratto non possa essere un genere esclusivo di elezione per un artista. Un pregiudizio che Marco Grassi, giunto ormai alla piena maturità dei suoi mezzi, sembra aver completamente superato: è possibile, ritraendo semplicemente un volto, rappresentare un mondo… un periodo storico, un contesto sociale, una visione della vita. E’ interessante che in modo astratto Marco Grassi riesca anche a darci informazioni sul contesto storico e geografico: l’assenza totale (o quasi) di dettagli sull’abbigliamento dei suoi modelli o sul contesto nel quale si trovano è bilanciata dall’uso di una gamma di colori, che varia a seconda delle fasi e che è sempre riconducibile ad un periodo storico ed ad un contesto geografico ben precisi, esattamente come accade nell’ambito della moda.
Il progetto Liquid art system, con i suoi dipartimenti, la White Room, la Square Gallery, lo Studio Lab e l'Art Archive, propone un modo "glocale" di promuovere e commercializzare l'arte contemporanea.
WHITE ROOM è il luogo dello scambio, nel quale la cultura locale entra in contatto e si interseca con esperimenti artistici nati in contesti altri e diversi o comunque di ambito internazionale.
MARCO GRASSI è nato a Milano nel 1966; vive e lavora in Svizzera. Collabora con Liquid art system e White Room dal 2010.
Negli ultimi dieci anni Marco Grassi ha lavorato con senso di responsabilità verso le sue opere: pur sempre fedele ad uno stile figurativo costante, non ha mai permesso alle sue opere di diventare oggetti di moda o di soddisfare solo un gusto momentaneo. Il suo linguaggio e i suoi soggetti sono sempre rimasti dichiaratamente connessi alla sua visione e alla sua complessa sensibilità. Grassi mostra dei soggetti privilegiati: delicate ed attraenti - ma anche energiche e decise - figure femminili, ritratte con colori vivaci e alla moda; ma questa scelta non delimita l'artista entro un unico genere pittorico.
Nei suoi lavori più recenti Grassi ha rinunciato ad un elemento che in precedenza era stato decisivo e parte dell'architettura dei suo dipinti: vi si nota una completa assenza di disegno. Il tratto sicuro e fiducioso con cui tracciava le linee anatomiche esterne, mostrando la stabilità in tutta la figura, diventa meno evidente, coperto da un’aggregazione di tratti di colori audaci applicati su tutto il quadro con effetti di spatola e sgocciolature. La figura perde fisicità, ma ciò le consente di integrarsi completamente nel complesso tessuto di colori, che manifesta l’interiorità dei soggetti, facendo da sfondo all'espressione dei loro volti e all'intensità del loro silenzio complice con coloro che li osservano.