Marco d’Auria – Homines Luci e Ombre
Sotto molti aspetti, dipingere per Marco, è parlare della morte, non quella che si pone alla fine della vita fisica, ma quella dell’anima. La sua pittura è liberazione: non rappresenta manichini, ma le fiamme che nutrono la nostra anima che bruciano ciò che è inutile e illuminano ciò che è grande.
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Informazioni
- Luogo: ARTESPAZIO LA VACCARELLA
- Indirizzo: Vicolo della Vaccarella, 12, 00186 - Roma - Lazio
- Quando: dal 02/03/2013 - al 16/03/2013
- Vernissage: 02/03/2013 ore 18
- Autori: Marco d’Auria
- Generi: arte contemporanea, personale
- Orari: Orario 14.30/18,00
Comunicato stampa
L’associazione Artespazio la Vaccarella ha l’ambizione di impostare la sua attività di promozione culturale secondo un preciso obiettivo: rilanciare una riflessione, filosofica ed estetica, sull’Uomo, inteso nella sua tragica globalità.
Nel nostro contemporaneo, c’è un rifiuto dell’Individuo: da attore del Mondo e costruttore del suo Destino, si è ridotto a spettatore, vittima di forze ignote più grandi di lui. Artisti, intellettuali e filosofi ne sezionano le diverse componenti, l’economica, la politica, l’istintiva, ma sfuggono alla sfida di definire ciò dona unità al nostro Essere
La pittura di Marco D’Auria è al contrario un interrogarsi su questo centro focale, sul ciò che definisce la nostra natura, incerta come un passo di danza.
Sotto molti aspetti, dipingere per Marco, è parlare della morte, non quella che si pone alla fine della vita fisica, ma quella dell’anima.
Il ridursi a grigi automi, privi di coraggio e speranza, incapaci di volare perché appesantiti dalla disperazione, pronti ad accettare ogni bugia che il Potere vuole imporci.
Ciò che ci libera è l’inquietudine, l’ambizione di sopravvivere a noi stessi, di lasciare traccia dei nostri passi: una febbre della coscienza, che ci rende impossibile di accontentarsi. cioè di ciò che la vita terrena, entro i suoi limiti, può dare.
Molti cercano di farla tacere, alcuni l’assecondano. Marco, nelle sue opere che vanno dal 2008 al 2012, la rende gesto e colore, scoprendo uno spirituale immanente nel flusso vitale.
La sua pittura è liberazione: non rappresenta manichini, ma le fiamme che nutrono la nostra anima che bruciano ciò che è inutile e illuminano ciò che è grande
