Marco Catellani
Casa Nannipieri Arte e la Galleria Damiani, in collaborazione con Bibart Biennale Internazionale d’arte, curano a Bari la mostra dell’artista Marco Catellani, ospitata nella prestigiosa Chiesa della Vallisa, un ex edificio di culto del XII secolo.
Comunicato stampa
Casa Nannipieri Arte e la Galleria Damiani, in collaborazione con Bibart Biennale Internazionale d’arte, curano a Bari la mostra dell’artista Marco Catellani, ospitata nella prestigiosa Chiesa della Vallisa, un ex edificio di culto del XII secolo. L’esposizione viene inaugurata giovedì 27 settembre 2018, ore 19 (Strada Vallisa, Bari), con l’introduzione e la spiegazione delle opere affidata al critico d’arte Luca Nannipieri, che illustrerà i lavori nella suggestiva cornice delle tre absidi che fanno da sfondo all’allestimento. La mostra, che resterà visitabile gratuitamente fino al 7 ottobre, vede il susseguirsi di varie opere su tela di Marco Catellani, artista di Cavriago (Reggio Emilia), i cui ultimi cataloghi e pubblicazioni sono stati redatti da Vittorio Sgarbi, Luca Nannipieri e Marco Cagnolati. L’artista Catellani, seguito dalla casa d’arte del critico Nannipieri, si è creato uno stile riconoscibile e distintivo, con figure antropomorfe trasformate in sagome meccaniche, in profili in serie, bullonati, industrializzati, come a raffigurare un’umanità iconica, bidimensionale, ormai priva di tratti personalizzati, ma pur sempre umani.
Scrive Nannipieri: “L'arte è complessità, è ambiguità. Marco Catellani è un artista che ha capito benissimo questo: senza ambiguità, senza complessità di dettato, di segno, di stimolazione, la ricerca espressiva diventa passiva, non partorisce enigmi, non produce dissos logos, parlare doppio. L'arte di Catellani affascina perché il suo è un parlare doppio, cioè un parlare aprendo geografie e spazi dell'ignoto, aprendo finestre di senso e di orizzonte che il parlato quotidiano non genera”.
Scrive Vittorio Sgarbi nel catalogo a sua cura: “Davanti ai dipinti di Marco Catellani come non pensare all'universo delle macchine? Eppure nella pittura di Catellani le figure testimoniano la resistenza del corpo, come se esso facesse resistenza, mentre si scompone nell'artificio. Nelle figure di Catellani non ritroviamo le forme della rappresentazione tradizionale, ma il segno del loro transitare in altro, il lento svanire per ricomporsi in una specie di geometrismo riparatore. Ciò che si manifesta è un gioco di costruzioni, una specie di meccano, fatto di barrette metalliche perforate, viti, dadi e bulloni. In questa dimensione di trascendente ottimismo non possiamo evitare di riferirci a un artista come Fernand Leger, pittore dell'esistenza umana nella società industriale, ma anche a un pensatore come Ernst Junger, scrittore del non-umano, della modernità dominata dalla macchina e dalla guerra. E' infatti nel meccanismo della produzione seriale che la modernità si manifesta in tutta la sua evidenza.”
Per info:
Galleria Damiani
080.5215539
www.galleriadamiani.com