Maestri del ‘900
Un'occasione per rivedere, all'interno di un percorso di 60 opere, le forme scultoree di Salvatore Fiume; la sensualita' delle figure di Renato Guttuso; i sogni di Franco Rognoni; le visioni orientali e fiabesche di Aligi Sassu e la vitalita' di Trento Longaretti.

Informazioni
- Luogo: PALAZZO CIVICO MARIA CALLAS
- Indirizzo: Piazza Giosuè Carducci - Sirmione - Lombardia
- Quando: dal 29/07/2011 - al 31/08/2011
- Vernissage: 29/07/2011 ore 18
- Autori: Renato Guttuso, Trento Longaretti, Aligi Sassu, Franco Rognoni, Salvatore Fiume
- Generi: arte contemporanea, collettiva
- Orari: feriali e festivi 10 - 12.30 e 17 - 22, lunedi chiuso
- Biglietti: ingresso libero
Comunicato stampa
È un incontro emozionante quello che sta avvenendo sulle sponde del lago di Garda. Un rendez-vous magico che è fatto di riflessi sull’acqua, luce, musica e arte. La musica è evocata dalla divina Maria Callas, meravigliosa vestale della lirica senza tempo, alla quale, qualche anno fa, il Comune ha voluto dedicare questo splendido palazzo che risplende di luce propria. L’arte è la messaggera ideale per evocare questo connubio culturale che si celebra nella splendida Sirmione, nel segno della bellezza e dell’armonia
I visitatori di Palazzo Callas potranno trovare un’atmosfera coinvolgente e si lasceranno incantare dalle sessanta opere esposte. Ci riferiamo al calore cromatico e alle forme scultoree di Salvatore Fiume; alla forza della generazione vitale e della sensualità interpretata dalle figure di Renato Guttuso; ai sogni rarefatti delle donne che abitano le città silenziose di Franco Rognoni; alla bellezza ammaliante e sensuale delle visioni orientali e fiabesche di Aligi Sassu. Tra i maestri del Novecento non potevamo infine dimenticare Trento Longaretti. A lui, che nella sua straordinaria vitalità rappresenta un ponte ideale tra il Novecento e il Duemila e che mai ha tradito la sua pittura di figura in nome delle mode, lasciamo incarnare l’augurio dedicato a tutti noi: che l’arte sia sempre attenta e sensibile compagna per il nostro mondo, sempre così indaffarato ma mai come ora bisognoso di poesia.
